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Basket, Champions: la Dinamo Sassari fa ricorso per il cronometro impazzito

Dopo l'incredibile errore della terna arbitrale, la Dinamo ha annunciato ricorso per ripetere la gara di Champions League contro i polacchi del King Szczecin. Coach Bucchi: "Chi sa di basket comprende perché ha pesato"

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Un tempo è durato 21’, un altro 19’. Oppure, se preferite, un quarto (il secondo) è durato 11’ e il terzo appena 9’. Chi si sarà mai preso la responsabilità di dar vita a un simile scempio? Bussare alla porta di Gatis Salins, Sergii Zashchuk e Alberto Sanchez, i tre arbitri della sfida di Champions League tra i polacchi del King Szczecin e la Dinamo Sassari, sconfitta per 93-85 al termine di una partita che passerà però alla storia per l’incredibile scelta del trio arbitrale e degli ufficiali di campo di rimediare a un evidente errore con un ulteriore errore. E che potrebbe creare un precedente assai pericoloso, tanto che il ricorso presentato dalla società sarda potrebbe effettivamente trovare accoglimento proprio per evitare che si possa assistere in futuro ad altre situazioni fuori da ogni logica.

L’incredibile svista del tavolo: un minuto decisivo

Le proteste del Banco di Sardegna si concentrano sull’incredibile svista del tavolo, dove prendono posto anche i cronometristi. I quali, senza capire bene il perché, hanno acconsentito a far giocare nel secondo quarto 11’, anziché i canonici 10’. Piccolo dettaglio non trascurabile: in quei 60 secondi in più disputati i polacchi hanno trovato un gioco da quattro punti (canestro da tre con fallo, più tiro libero) che ha finito per pesare tanto nell’economia di una gara che Sassari ha interpretato male nella prima parte, riuscendo poi a risalire dal -26 al -6, prima di ritrovarsi a -8 negli ultimi secondi di partita.

Le parole di coach Bucchi

E coach Piero Bucchi, che in vita sua deve averne viste tante di partite, non ha potuto far altro che sottolineare quanto quella svista al tavolo dei cronometristi (condivisa con la terna arbitrale) abbia finito per condizionare il proseguo del match e soprattutto favorire in modo evidente la squadra di casa:

Non mi spiego come sia stato possibile giocare un minuto di più nel corso del secondo quarto. Quando si è arrivato a 10’, eravamo a -11 nel punteggio, ma quei 60 secondi in più ci sono costati altri 4 punti di svantaggio. E soprattutto sono stati “rimediati” togliendo dal cronometro un minuto nel corso del terzo periodo, che è durato 9’ anziché 10’. Chi sa di basket può comprendere perfettamente il concetto: non è la stessa cosa andare all’intervallo sotto di 11, piuttosto che di 15, anche perché l’approccio al periodo successivo sarà certamente differente.

Per questo la Dinamo ha subito preannunciato di voler fare ricorso, sentendosi vittima di un’ingiustizia che ne ha precluso buona parte delle opportunità di riportarsi a contatto.

A Stettino caso più unico che raro

Quanto accaduto a Stettino non ha molti precedenti nel mondo del basket continentale. Di sicuro è stata singolare la scelta di voler accorciare il terzo quarto per rimediare all’incredibile errore commesso al tavolo prima dell’intervallo.

La squadra ha fatto un grande sforzo per recuperare – ha aggiunto Bucchi – ma in un modo o nell’altro quei 60 secondi in più disputati nel secondo periodo hanno finito per condizionare tutto l’incontro. Pertanto ritengo giusto presentare un ricorso, auspicando che possa essere accolto.

Sarà un giudice a esaminare se gli arbitri hanno agito in modo corretto o se la loro condotta abbia finito per influenzare in modo determinante l’esito della gara. A quel punto, salvo sorprese, si dovrebbe procedere con la ripetizione della sfida, poiché qualunque altra soluzione risulterebbe compromessa dal fatto che la squadra di Bucchi ha già fatto ritorno in Sardegna, pronta peraltro a preparare una gara mica da ridere, dal momento che domenica è attesa dalla Virtus Bologna che sin qui in Italia ha conosciuto solo vittorie tra Supercoppa e campionato (cinque gare totali).

L’inizio difficile della Dinamo

E al di là di quanto accadrà sul fronte del ricorso, è evidente che in casa Dinamo si voglia comunque pensare al campo, considerato anche che l’avvio di stagione non è stato propriamente dei migliori: la sofferta vittoria ottenuta contro Treviso sabato scorso ha rappresentato l’unico sorriso di un incipit altrimenti complicato, con la batosta rimediata in casa contro Napoli all’esordio e la sconfitta di Cremona che avevano fatto scattare i primi campanelli d’allarme. Campanelli che hanno risuonato anche a Stettino, se è vero che a metà del terzo quarto la Dinamo era sotto di 27 punti. Un quadro già piuttosto ingarbugliato, tanto che non si sentiva affatto il bisogno di finire “vittima” di errore così evidente commesso dal tavolo degli ufficiali di gara.

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