Le cinque giornate di Milano. Quelle dell’Olimpia, che in cinque giorni ha ribaltato completamente l’universo che la circonda. Prima fermando la rincorsa al primato in LBA della Virtus Bologna, quindi andando a sbancare il Palau Blaugrana di Barcellona, firmando l’impresa della 14esima giornata di Eurolega e mandando un segnale forte anche al resto del continente, sebbene la corsa per un posto play-off appare oggi ancora piuttosto complessa e difficile da portare a compimento. Ma l’Olimpia, nella settimana in cui doveva definitivamente essere buttata giù dalla torre, ha risposto presente, piazzando due graffi che la fanno sentire viva, e che ricordano al mondo intero che contro Melli e compagni è sempre preferibile evitare di scommettere.
- Le assenze pesanti e quel senso di responsabilità
- Flaccadori, l'eroe inatteso: il play della porta accanto
- Melli, l'anima dell'Olimpia. E Baron scalda il motore
Le assenze pesanti e quel senso di responsabilità
Ettore Messina è stato il bersaglio di tutto il mondo biancorosso negli ultimi due mesi. Stavolta però ha mandato alle stampe un piccolo capolavoro: senza i due play designati (Pangos, reietto da tempo, e l’infortunato Maodo Lo), e orfano di quella che doveva essere la punta di diamante del gruppo (Nikola Mirotic, peraltro arrivato proprio dalla Catalogna nell’estate passata), ha saputo rimodellare Milano in una veste del tutto nuova e improvvisata, riuscendo però a riceverne il massimo possibile.
La crisi di gioco, di identità e di risultati dell’ultimo periodo s’è dissolta rapidamente al cospetto di due avversari che, seppur di qualità e valore assoluto, non sono riusciti a volgere a proprio favore i momenti che hanno deciso i rispettivi incontri. L’Olimpia è stata brava contro Bologna domenica scorsa a giocarsela punto a punto praticamente durante tutto l’incontro, ed è stata ancora più brava a piazzare un allungo a inizio partita risultato poi decisivo in casa del Barcellona. Ha vinto con le qualità di cui sa di poter disporre da sempre: difesa e controllo del ritmo, che può sembrare una cosa facile e scontata, ma di facile a questo mondo non esiste proprio niente.
Flaccadori, l’eroe inatteso: il play della porta accanto
Milano è risuscitata nella settimana corrente grazie anche e soprattutto alle prestazioni di quegli elementi che sino ad oggi avevano vissuto un po’ in anticamera, spesso addirittura poco utilizzati da Messina. È il caso di Diego Flaccadori, il play di scorta rispolverato proprio nel momento del bisogno. Che ha vinto il confronto a distanza con Laprovittola riuscendo soprattutto a modificare in corsa il proprio assetto, cioè attaccando sistematicamente il ferro anziché incaponirsi nel voler tentare per forza la conclusione da fuori. Segnale di intelligenza e grande sensibilità, ma anche di una consapevolezza nei propri mezzi che se sino ad oggi non è stata mai valorizzata è perché nell’immaginario collettivo un play italiano non può essere considerato al livello di uno straniero (non è un errore che fa solo Milano, ma la sostanza non cambia).
Flaccadori aveva la valigia pronta, adesso potrebbe diventare l’ago della bilancia della stagione dell’Olimpia. Anche perché, dimostrando di saper reggere l’urto con certi palcoscenici, consentirà alla proprietà di setacciare con un po’ più di calma il mercato dei playmaker, evitando a Messina di dover snaturare Devon Hall, che è l’altra pedina che ha tratto maggiore giovamento dall’emergenza che ha assalito Milano nelle ultime settimane (21 punti in Catalogna, massimo stagionale, tirando con l’80% dal campo: il 22 di valutazione secondo solo al 24 di Melli).
Melli, l’anima dell’Olimpia. E Baron scalda il motore
E poi c’è proprio Nick, il capitano. L’anima dell’Olimpia, il giocatore che forse più di tutti era mancato nelle prime gare della stagione. Le fatiche del mondiale hanno presentato un conto assai salato a Melli, che adesso però ha dimostrato di essere sulla strada giusta per tornare a dominare soprattutto nella metà campo difensiva. Ma è in attacco che Nick ha nuovamente cambiato in meglio il destino di Milano: vederlo attaccare il ferro è la cosa migliore che potesse augurarsi Messina, che sente di averlo ritrovato come leader, come guida e con totem. Se sia o meno la svolta tanto attesa è presto per dirlo, ma il coach ha fatto capire che serate come queste possono servire a cambiare per davvero una stagione.
“Vincere è sempre importante e questo gruppo ha dimostrato di avere cuore e carattere. Sino ad oggi sono mancate altre qualità, come la capacità di reggere nei finali di partita, perché abbiamo perso gare nelle quali eravamo andati anche avanti in doppia cifra. Il nostro vero problema sino ad oggi è stata la mancanza di regolarità, e soprattutto l’impossibilità di essere sempre al completo, anche in allenamento. Baron ad esempio non ha mai giocato, ma ora che sta per rientrare (forse già la prossima settimana) ci darà una grossa mano. E voglio spendere due parole per Flaccadori e Hall, che hanno dimostrato di essere dei giocatori eccellenti, bravi ad adattarsi anche in ruoli non propriamente loro congeniali. Se il mercato ci potrà consegnare elementi utili ben venga, ma questa squadra un’anima ce l’ha già”.
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