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Basket, Olimpia Milano sul mercato: Pangos verso l'addio, nel mirino Nunez, Vildoza e Lorenzo Brown

L'Olimpia Milano ha deciso di cambiare: in attesa di trovare un accordo per l'addio con Pangos, ecco i primi nomi dei sostituti. Nunez e Vildoza iin vantaggio su Rivers e Harrison, sognando Brown

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Ettore Messina non vuol perdere altro tempo: Milano ha bisogno di una svolta, e quella svolta passa giocoforza per un nuovo playmaker. Perché il tempo di Kevin Pangos all’ombra della Madonnina è pressoché terminato: ha fatto male lo scorso anno, non ha inciso granché nemmeno in questo avvio di stagione, oggettivamente al di sotto delle aspettative.

L’Olimpia così ha deciso di tornare in fretta sul mercato, con almeno 4 opzioni sul tavolo pronte ad esser esplorate, più una suggestione che necessiterebbe però di qualche altra settimana di attesa prima di vedere la luce.

Juan Nunez, una scommessa a costo non di saldo

Il nome che va per la maggiore è quello di Juan Nunez, che non ha ancora 20 anni ma che è universalmente riconosciuto come un potenziale crack. Attualmente gioca in Germania all’Ulm, col quale lo scorso anno ha vinto il campionato tedesco da titolare (nonostante la giovanissima età), facendo poi parte della selezione spagnola che ha preso parte all’Europeo Under 20 (vinto dagli iberici) e al mondiale in Asia, fortemente voluto da Sergio Scariolo, che l’ha impiegato di media per 19 minuti a partita (5.0 punti, 5.2 assist e 3.4 rimbalzi di media).

Nunez sarebbe una scelta un po’ rischiosa, oltre che non proprio a basso costo: il ragazzo, svezzato dalla cantera del Real Madrid, per muoversi da Ulm necessiterebbe comunque di un esborso economico importante da parte dell’EA7, col rischio di perderlo tra qualche mese (o al massimo un paio d’anni) quando si renderà eleggibile per il draft NBA. Tenuto conto che in Eurolega sarebbe un esordiente assoluto, puntare tutte le fiche su un talento così precoce forse non appare l’idea migliore.

Luca Vildoza, esperienza e… passaporto italiano

Discorso diverso per Luca Vildoza, nazionale argentino, che in questi giorni deve fare i conti con la scelta del Panathinaikos di prendere Kendrick Nunn nel suo stesso ruolo. Il vantaggio in questo caso sarebbe duplice: per il giocatore, che pur spostandosi da Atene troverebbe il modo per continuare a giocare in Eurolega, facendolo con un ruolo da titolare nell’Olimpia, e per la stessa società meneghina, dal momento che Vildoza ha passaporto italiano, e dunque andrebbe a occupare uno spot utile anche in chiave LBA.

Il play sudamericano è stato grande protagonista con la maglia del Baskonia, che ha trascinato al titolo spagnolo nel 2020 risultando essere anche l’MVP della serie finale contro il Barcellona. Lo scorso anno ha fatto benissimo alla Stella Rossa, dalla quale è salpato destinazione Atene dopo il ritorno a Belgrado di Teodosic. Possibilità che l’affare possa andare in porto? Al momento non molte, ma è una situazione da monitorare con attenzione.

Uno sguardo in America: Rivers jr. e Harrison

Il terzo nome è più una suggestione, e porta direttamente dall’altra parte dell’oceano. Austin Rivers ha un cognome “pesante”, essendo il figlio di Doc Rivers, l’ex coach tra gli altri di Clippers, Celtics e Sixers. Ma ha anche un passato recente che l’ha portato lentamente ai margini della NBA, tanto che la scorsa estate nessuno se l’è sentita di offrirgli un contratto.

Libero di accasarsi ovunque, Austin sta pensando seriamente di sbarcare in Europa, e uno con la sua esperienza impiegherebbe relativamente poco per inserirsi nei meccanismi del basket continentale. Resta però da capire in che condizioni fisiche sia (non gioca da mesi) e quanto sia fattibile l’operazione a livello economico.

Potrebbe costare relativamente meno Shaquille Harrison, anch’esso free agent dopo aver indossato nella passata stagione le maglie di Trail Blazers e (seppur senza mai scendere in campo) Lakers. In questo caso però si tratterebbe più di una guardia che di un vero play: vero che l’Olimpia ha bisogno di munizioni anche in difesa, ma non risolverebbe più di tanto il problema in cabina di regia.

Lorenzo Brown, solo una suggestione o un regalo di Natale?

C’è poi un’ultima voce uscita nelle ultime ore, che sembra però somigliare più a una sorta di “sogno ad occhi aperti” che a una vera e propria pista concreta: porta diretta a Lorenzo Brown, il play statunitense ma con passaporto spagnolo, di stanza al Maccabi Tel Aviv dal quale, per via della complessa situazione logistica che interessa la squadra israeliana (costretta a emigrare a Belgrado dopo lo scoppio della guerra a Gaza), potrebbe salutare a metà dicembre, pur avendo un contratto fino al 2026 già firmato.

Il pubblico del Forum ha avuto modo di osservarlo da vicino una settimana fa, quando con 20 punti e 12 assist ha contribuito al 98-90 con il quale il Maccabi ha espugnato Assago. Innegabile che uno come Brown potrebbe fare felice qualunque allenatore, ma intanto appare certo che bisognerebbe attendere almeno una quarantina di giorni prima di concretizzare l’affare, aspettando a trovare il buyout con Kevin Pangos, che resterebbe il play titolare fino a nuova comunicazione.

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