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Basket Nba: Doncic oscura il debutto di Wembanyama. Gallo, bel ritorno ma ai Wizards non basta

Aspettavano tutti Wembanyama ma, come sempre, è arrivato Luka Doncic: la sua sesta stagione oltreoceano inizia con un nuovo primato. Terzo giocatore di sempre a firmare una tripla doppia da almeno 30 punti

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Aspettavano tutti Wembanyama, ma alla fine (come sempre) è arrivato Luka Doncic. Che ha aperto la sua sesta stagione oltreoceano con un nuovo primato: è il terzo giocatore di sempre dopo Oscar Robertson e Giannis Antetokounmpo a firmare una tripla doppia da almeno 30 punti nella gara d’esordio della nuova annata.

Nulla di nuovo sotto al sole, con lo sloveno perfettamente a suo agio nei panni del guastafeste nella serata che segna il debutto della nuova stella del firmamento del basket francese, che fatica a entrare in ritmo (il primo canestro arriva dopo 3’ e mezzo con una tripla, ma per tre quarti di gara le cose non è che funzionino a meraviglia), caricandosi di falli a metà del terzo periodo prima di sciogliersi un po’ in un ultimo quarto nel quale mette a referto 9 punti, limitando le palle perse (5 in totale, comunque tante, così come sono tante le 19 complessive perse dagli Spurs contro le 12 dei Mavs) e provando a riportare a contatto gli Spurs, ma senza riuscirci.

Doncic mattatore assoluto

Non bastano a Popovich i 23 punti di Devin Vassell per evitare di incappare nel primo ko stagionale: Dallas scappa nel terzo quarto dopo aver dovuto costantemente ricucire un piccolo gap di distanza, con Doncic mattatore assoluto (33 punti, 10 assist e 13 rimbalzi) e Irving che “s’accontenta” di firmare 22 punti, ma spesso e volentieri nei momenti che contano (126-119 il finale).

Tornando all’oggetto del desiderio Wemba, un dato può aiutare a far sperare bene i tifosi di San Antonio: anche Tim Duncan all’esordio firmò 15 punti contro Denver, nel 1997. Un segno del destino?

Lo show dell’Unicorno

Non ha bisogno invece di troppe presentazioni Kristaps Porzingis, che dopo un’estate passata a sostenere i compagni della Lettonia al mondiale (era infortunato, ma è sempre rimasto vicino alla squadra) ha fatto vedere di essersi preparato a dovere per la nuova stagione NBA.

E ha subito zittito i fischi che il Madison Square Garden gli ha riservato, lui che è ex Knicks e che pertanto era un bersaglio fin troppo facile da attaccare. Il problema è che non lo è stato per la difesa di NY, che è implosa sotto i 30 punti, gli 8 rimbalzi e le 4 stoppate mandate a referto dal talento dell’Est, al debutto assoluto con la maglia dei Celtics nella prima storica gara della nuova era post Smart.

Nel 108-104 spiccano anche i 34 punti di Jayson Tatum, che tira col 59% dal campo e indirizza da subito la gara sui binari desiderati da Boston, che chiude avanti di 12 punti il primo quarto e poi gestisce senza troppi affanni il ritorno dei Knicks, definitivamente abbattuti da una tripla di Porzingis a 90 secondi dalla sirena. Non bastano a coach Thibodeau i 24 punti a testa della coppia Barrett-Quickley, mentre Randle si ferma a 14, pur con 11 rimbalzi catturati. Boston si conferma squadra “vecchia maniera”: non abusa del tiro dall’arco, ma la vince nel pitturato (42 punti contro 24).

Strus ispira Cleveland

Il marcatore più prolifico di serata è di stanza al Barclays Center, dove Cam Thomas in uscita dalla panchina firma 36 punti, che pure non bastano a Brooklyn per avere ragione dei Cavaliers. Che vincono 114-113 grazie ai 54 punti combinati (27 a testa) della coppia Mitchell-Strus.

È soprattutto quest’ultimo a impressionare: al debutto con la maglia di Cleveland, l’ex Heat dimostra di aver ben compreso il ruolo che i Cavs gli hanno cucito addosso, firmando 7 triple su 13 tentativi e chiudendo con oltre il 52% dal campo nella serata in cui spicca anche la buona prova di Isaac Okoro (18 punti, 6 rimbalzi, 4 assist e due rubate).

Jimmy Butler formato play-off

Delude al solito Ben Simmons: appena 4 punti con 2/6 al tiro, sebbene 9 assist e 10 rimbalzi dimostrino tutta la sua voglia di rendersi utile alla causa. A Miami serve un Jimmy Butler formato play-off per avere ragione dei Pistons, con Cade Cunningham (30 punti e 9 assist) che manda sul ferro la tripla della vittoria.

Butler ne segna solo 19 (con 13 rimbalzi) ma sono sufficienti per consentire agli Heat di spuntarla per 103-102, con Kevin Love che si regala un esordio da intenditori (13 punti e 10 rimbalzi) e Duncan Robinson che in uscita dalla panchina ne firma 15. Ne manda a referto 23 Zion Williamson nel successo dei Pelicans in casa dei Grizzlies (111-104), con NOLA che manda tutto il quintetto titolare oltre 12 punti (24 per l’eterno McCollum), mentre Memphis paga la serataccia dall’arco (12/43) con Bane che chiude con 31 punti e Smart che all’esordio si ferma a 17, con 3 assist e zero rimbalzi.

Clippers convincenti

La stagione dei Clippers si apre in modo piuttosto incoraggiante, con i nuovi big three Leonard, George e Westbrook subito belli pimpanti nel 123-111 con il quale regolano la pratica Blazers. PG si prende la palma di cannoniere di serata con 27 punti, seguito da Kawhi a 20, mentre RW si ferma a 11 punti, ma smazzando 13 assist e mettendo il ritmo molti compagni, su tutti Hyland (17 in uscita dalla panchina), mentre Zubac stravince il duello sotto canestro con DeAndre Ayton (appena 4 punti per l’ex Suns: debutto da dimenticare) segnando 20 punti e catturando 12 rimbalzi.

Franz Wagner è ancora in formato mondiale, lui che con la Germania ha conquistato il titolo un mese fa in Asia, e Orlando può banchettare contro i giovani di Houston, rispediti a casa con 30 punti di distacco (116-86). Il tedesco ne segna 19, Cole Anthony dalla panchina 20, Banchero si ferma a 12 con 5 rimbalzi e 5 assist in una serata nella quale i Rockets litigano col canestro (32/79 dall’area e 19/16 dalla lunetta).

Holmgren, l’altro debutto

A sorpresa cadono gli Hawks a Charlotte (116-110), dove PJ Washington con 25 e Terry Rozier con 24 punti finalizzano un gran bel lavoro di squadra, trovando in LaMelo Ball (15 punti e 10 assist) l’uomo giusto per guidare gli Hornets nei momenti che contano.

Trae Young firma 23 punti con 9 assist, ma segnando 14 punti dalla lunetta (4/21 dal campo). Toronto batte in volata Minnesota 97-94 sopperendo alla carenza di centimetri sotto la tabella (62-47 per i Wolves la lotta a rimbalzo) con la facilità d’esecuzione di Schroeder (22), Anunoby (20) e Barnes (17), mentre Siakam firma 15 punti ma salendo di tono nel finale. Non bastano a Minny i 26 di Edwards e i 19 di Towns.

In formato mondiale c’è anche Shai Gilgeous-Alexander, che con 31 punti e 10 assist guida OKC a un comodo successo in casa dei Bulls, che tirano malissimo (41% contro 54%) e perdono presto contatto. Serata di debutto anche per Chet Holmgren, scelta numero 2 del draft 2022, fermo la scorsa stagione per infortunio: 11 punti, 3 assist e 4 rimbalzi per quello che viene considerato un potenziale Rookie of the Year tanto quanto Wembanyama.

Funky il Gallo

Dopo 18 mesi Danilo Gallinari è tornato a calcare un parquet NBA, e lo ha fatto dimostrando di non aver dimenticato come si fa a far dannare le difese avversarie. Lui il suo l’ha fatto, eccome: in 17 minuti ha firmato 16 punti, con 6 su 6 dalla lunetta, due triple a bersaglio su due tentativi e 2/5 in area. Washington, semplicemente, ha fatto acqua in difesa: 143 i punti concessi a Indiana, che ha mandato ben 8 giocatori in doppia cifra prendendo il largo dopo l’intervallo.

Haliburton ne ha firmato 20 con 11 assist, Bruce Brown ha fatto ancora meglio, salendo a 24 punti. I Wizards hanno tenuto percentuali basse dal campo, con i soli Kuzma (25) e Poole (18) in grado di trovare continuità in attacco, ma almeno coach Unseld ha potuto apprezzare il buon impatto del Gallo.

Non ha avuto modo di farsi notare troppo Simone Fontecchio, in campo nel finale di partita (dicesi garbage time) nel ko. dei Jazz per (130-114) contro i Kings. Per l’abruzzese, un paio di punti nei 2’ e 25 secondi in cui è rimasto in campo. A Utah non sono serviti i 24 punti di Jordan Clarkson e la doppia doppia (19 punti e 10 rimbalzi) di Markkanen, mentre Sacramento ha avuto 33 punti in dote da Harrison Barnes e un Sabonis da 22 punti e 12 rimbalzi, con Sasha Vezenkov che ha debuttato in NBA con 8 punti segnati e 2 rimbalzi. Stanotte tocca a Bucks e Sixers inaugurare la loro stagione: a Milwaukee attesissimo debutto di Lillard, mentre Phila non ha fatto sapere se Harden sarà o meno al seguito della squadra.

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