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Basket NBA, i Lakers battono i Pelicans e "pescano" Denver. I Kings mettono fine alla dinastia Warriors

La prima notte di play-in non regala grosse sorprese: vittoria in volata dei Lakers in casa dei Pelicans, che pagano l'infortunio nel finale di Williamson. Sacramento non fa sconti ai Warriors: si chiude un'epoca

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La fine della dinastia Warriors, la materializzazione di un big match al primo turno play-off che profuma di rivincita (Lakers contro Nuggets). La prima notte di play-in NBA di spunti ne ha offerti subito tanti, dicendo sostanzialmente quello che in molti andavano profetizzando da tempo: Golden State è giunta al capolinea di una meravigliosa storia, che anche a livello simbolico potrebbe essere rappresentata dall’ultima gara disputata assieme da Steph Curry, Klay Thompson e Draymond Green. Tutta “colpa” (o merito) dei Sacramento Kings, che l’hanno eliminati dalla corsa a un posto play-off rispettando quelle che erano le attese della vigilia. Così come le attese le hanno rispettate i Lakers, passati sul filo di lana in casa dei Pelicans (con Williamson infortunatosi nel momento decisivo).

Warriors, lo 0/10 di Thompson vale come una sentenza

C’è un dato che spicca più di ogni altro nell’ultima fatica stagionale dei Warriors: lo 0/10 dal campo di Klay Thompson, una mannaia che s’è abbattuta senza appello sulle spalle dei compagni, rimasti orfani di una delle principali bocche da fuoco. E così i Warriors nulla hanno potuto contro l’ennesima versione solida e “cattiva” (nel senso buono della parola) dei Kings, dove Keegan Murray s’è preso i riflettori mandando a referto una prova sontuosa fatta di 32 punti con 8/13 dall’arco.

La difesa di Golden State c’ha capito poco e per Sacramento è stata davvero una passeggiata di salute, ben evidenziata dal 118-94 finale. Non ha dovuto neppure dannarsi troppo l’anima Sabonis, che ha chiuso con la solita doppia doppia (specialità della casa) con 16 punti e 12 rimbalzi.

Proprio la lotta sotto canestro è servita per sparigliare subito le carte: 6 quelli offensivi catturati dai Kings nel solo primo quarto (nel totale alla fine se ne conteranno 49 contro 42), che hanno pure forzato ben 16 palle perse (contro le loro 8 di serata).

Sacramento è scappata via sul +16 a metà del secondo quarto prima di subire un parziale di 16-6 col quale i Warriors hanno chiuso a contatto (-4) all’intervallo lungo, con la tripla di Curry in apertura di terzo buona per ricucire a -1. Ma è l’ultima fiammata della dinastia di quelli della Baia: Fox e Murray riaprono bottega e alla penultima sirena il 91-75 suona già come una sentenza. Non bastano i 22 di Curry per evitare un finale sostanzialmente già scritto.

Zion debordante, ma senza di lui NOLA si spegne

I Kings non hanno finito il lavoro, perché adesso dovranno andare a guadagnarsi l’ottava testa di serie a Ovest vincendo nella notte tra venerdì e sabato (ore 3,30 italiane) la sfida contro i Pelicans. Che hanno fatto sudare e nemmeno poco i Lakers, col cruccio di aver perso Zion Williamson nel momento più caldo della partita.

L’uscita dal campo della stella di NOLA (lieve problema muscolare alla coscia sinistra: sarà una corsa contro il tempo per recuperarlo in vista di venerdì), con ancora 3’ sul cronometro, ha sostanzialmente fornito a LeBron e compagni il modo per volgere la contesa a proprio favore, togliendo dalla contesa uno Zion da 40 punti (17 su 26 tentativi a segno in area).

I Lakers erano partiti malino, chiudendo a -8 alla fine del primo quarto, rialzando però la testa nel secondo, tanto da andare all’intervallo lungo sopra di 10 lunghezze e arrivando a toccare il +18 a metà del terzo periodo. Una sfida che pareva ormai in controllo, ma che Zion (e in parte Ingram, che nel finale però è stato tolto per lo scarso apporto difensivo) ha rimesso in piedi facendo proseliti nel cuore della difesa losangelina.

Senza di lui, NOLA ha perso ritmo in avanti e una tripla del tanto criticato D’Angelo Russell ha sostanzialmente chiuso i giochi con una manciata di secondi da giocare, con Davis poi glaciale dalla lunetta per il 110-106 finale.

La chiave: LeBron trova subito Jokic, ma sarà rinvincita?

I Lakers si sono garantiti la settima posizione a Ovest, il che non è necessariamente una gran bella notizia: al primo turno affronteranno i Denver Nuggets, campioni in carica e già giustizieri di LeBron e compagni lo scorso anno nella finale di conference.

Anche quest’anno, con tutti i distingui del caso, non è che le cose siano andate tanto meglio: tre precedenti in regular season tutti favorevoli a Jokic e compagni, che hanno sempre trovato il modo per punire gli accoppiamenti nella metà campo difensiva di Los Angeles. James però non poteva fare calcoli: i Lakers hanno vinto 8 delle ultime 10 gare disputate e giocoforza vorranno far valere le loro ragioni. Anche se lo scoglio sarà durissimo, perché Denver ha dimostrato di essere ancora decisamente sul pezzo.

In copertina: Murray è l’erede degli Splash Brothers

La (probabile) fine della dinastia Warriors trova in Keegan Murray un giustiziere letale. E segna simbolicamente il passaggio di consegne tra quelli che hanno fatto del tiro dall’arco il loro mantra (Thompson più di Curry) e quello che attualmente nella lega è uno dei tiratori seriali più forti.

Le 8 triple mandate a referto dal giovane Murray, quarta scelta al draft 2022, grande fan dell’hip hop e cresciuto nel mito di Kobe Bryant, rappresentano un ticket per la gloria.

Golden State invece aprirà il momento dei processi: Thompson, in scadenza, ha un piede fuori dalla Baia, così come Green che paga le tante intemperanze dei mesi scorsi. Ci sarà in parte da rifondare, con Curry che ha fatto capire di voler pensare anche ad altro (a 36 anni debutterà in estate alle olimpiadi). Insomma, se un anno fa dopo l’uscita nei play-off al secondo turno contro i Lakers in molti parlarono di sunset boulevard, figurarsi adesso.

Play-in, stanotte si gioca a Est: il clou è Phila-Miami

Stanotte si parte con il play-in anche a Est: alle 1 supersfida tra Philadelphia e Miami, dove chi vince si becca al primo turno play-off i sorprendenti Knicks, mentre alle 3,30 i Bulls ricevono gli Hawks (la vincente affronterà la perdente dell’altra sfida per l’ultimo posto e la sfida ai play-off contro i Celtics).

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