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Team USA a Parigi porta le stelle: LeBron, Durant e Curry per la prima volta insieme. C'è anche Kawhi

ESPN ha anticipato la lista dei giocatori che Team USA porterà a Parigi: ci sono LeBron, Durant, Curry e Tatum, out Irving e Butler. Kawhi Leonard potrebbe occupare l'ultima slot.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La fonte è autorevole (ESPN), pertanto è giusto darle credito: la squadra statunitense che andrà a Parigi a difendere per la quinta volta di fila l’oro olimpico nel basket maschile è bella che fatta. E una volta tanto è tornata ad attrarre quasi tutte le stelle più luccicanti del palcoscenico NBA, a riprova del fatto che la figuraccia rimediata all’ultimo mondiale (quarto posto con tanto di finale per il bronzo persa contro il Canada) non è passata per nulla sottotraccia.

L’altro asso è in panchina: dirige Steve Kerr

Non saremo ai livelli del Dream Team che 32 anni fa a Barcellona riuscì a catalizzare ogni tipo di attenzione, ma certo la squadra imbastita dal general manager Grant Hill è di quelle che farebbero la fortuna di qualsiasi allenatore. Che poi anche in panchina l’asso nella manica è di quelli che non passano inosservati: Steve Kerr è l’artefice della dinasta Warriors, intento a preparare la sfida di play-in contro Sacramento (stanotte alle 4: chi vince va a giocarsi l’ultima carta play-off, chi perde va a casa) ma forse con la mente già rivolta verso a ciò che accadrà in estate nella rassegna a cinque cerchi.

Dove avrà il privilegio di una squadra apparentemente senza punti deboli, con un mix tra stelle vecchie e nuove (e futuribili) che rappresenta quanto di meglio la pallacanestro a stelle e strisce oggi può offrire al resto del mondo.

Le tre stelle: LeBron e Durant “accolgono” Curry

Trovare un “capopopolo” in questo nucleo di giocatori che si radunerà a Las Vegas a inizio luglio non è difficile: LeBron James di olimpiadi ne ha disputate tre in carriera, da quella amara di Atene nel 2004 (ko. in semifinale con l’Argentina e medaglia di bronzo) alle due vinte a Pechino e Londra, ma prima di chiudere la carriera s’è convinto che un altro giro di giostra a Parigi fosse la cosa migliore da fare, visto poi che per lui gli anni non sembrano passare (25.7 punti, 8.3 assist e 7.3 rimbalzi in 35 minuti di media a serata nelle 71 partite giocate in stagione regolare: sono numeri di uno che a dicembre spegnerà 40 candeline sulla torta?…).

E la sola presenza di James ha convinto anche altre stelle indiscusse del panorama NBA a rispondere alla chiamata di Team USA, facilitando il compito al GM Hill. Che non ha dovuto sudare affatto per convincere Kevin Durant (alla quarta olimpiade di fila: sin qui tre ori in bacheca e 21 vittorie su 22 gare disputate) e tantomeno Steph Curry (all’esordio assoluto) a imbarcarsi sulla nave a stelle e strisce.

Soprattutto la presenza di Curry, che per la prima volta giocherà assieme a James (affrontato 4 volte alla Finals), rende ancor più intrigante la composizione del roster, avvicinandolo sensibilmente a quello immortale del 1992.

Davis, Embiid e Tatum, l’altro trio delle meraviglie

Se qualcuno nutrisse dubbi sulle reali potenzialità di Team USA, dando uno sguardo al reparto lunghi (o ali forti, vista l’evoluzione del gioco) probabilmente capirebbe che per gli avversari le cose rischiano di mettersi male da subito: Anthony Davis e Joel Embiid sono pepite d’oro, seppur fragili (cioè inclini a infortunarsi frequentemente), ma che in un torneo di due settimane dove si gioca un giorno si e uno no posso oggettivamente diventare un fattore.

Soprattutto la presenza di Embiid potrebbe spostare equilibri: il camerunese s’era “promesso” alla Francia, poi lo scorso anno ha deciso di abbracciare il progetto Team USA (ti piace vincere facile?). Sotto canestro la fisicità e la stazza di Bam Adebayo, pedina chiave nell’assetto dei Miami Heat, è certamente un innesto che può produrre dividendi in fase difensiva.

Tanto in attacco Steve Kerr avrà solo che l’imbarazzo della scelta: Jayson Tatum ha trascinato Boston alla numero uno durante la regular season ed è nel pieno della sua maturazione fisica e cestistica, destinato a giocarsi l’anello fino a giugno (salvo clamorose sorprese). Anthony Edwards e Tyrese Haliburton, unici due reduci dalla spedizione in Asia dello scorso agosto, rappresentano l’anello di congiunzione tra l’epoca di Curry (nonché di Irving, Thompson e Butler, per i quali non c’è più posto) e quella delle guardie del futuro, con Devin Booker che sta in mezzo e che in questo roster calza comunque a pennello. E poi c’è una pedina straordinariamente duttile come Jrue Holiday, rimpianto dei Bucks che in estate i Celtcis hanno arruolato (sin qui con ottimo profitto).

Il numero 12 è Kawhi Leonard

Il nome di Kawhi Leonard era quello più gettonato per andare a riempire il posto numero 12 nel roster di Team USA e alla fine così è stato. Sarà “The Claw” a far parte della spedizione alle Olimpiadi di Parigi. Una scelta anticipata nelle ultime ore da ESPN e che lascia però fuori tanti grandissimi giocatori del mondo NBA. L’escluso eccellente è probabilmente Jalen Brunson, stella dei New York Knicks, che forse paga il fatto di aver preso parte alle deludente spedizione mondiale. Rimangono fori dai giochi anche Jaren Jackson Jr, Brandon Ingram e soprattutto Paolo Banchero, che dopo aver rifiutato di vestire la maglia dell’Italia la scorsa estate, ora si godrà le olimpiaci dal divano.

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