Come un allenamento, anzi forse meno di un allenamento. Una passeggiata di salute, o qualcosa che ci va assai vicino. Questo è stato il debutto azzurro al preolimpico di San Juan di Porto Rico, dove il Bahrein da subito ha fatto capire di non essere minimamente all’altezza del compito assegnatole dalla sorte. Così per l’Italia del Poz il primo incontro del torneo che nelle intenzioni dovrà portare la nazionale italiana a Parigi è filato via liscio senza grattacapi. Perché troppo evidente è parsa da subito la differenza sul parquet, quasi davvero se si trattasse di una seduta d’allenamento, o qualcosa di simile.
- Partita troppo scontata, ma è l'inizio giusto
- Melli e Gallinari tirano subito il gruppo
- Riposo per i big, benissimo la second unit
Partita troppo scontata, ma è l’inizio giusto
Mai in discussione la vittoria, ma forse la vera difficoltà sta nel trovare reali punti di interesse sui quali poter lavorare in vista del match con i portoricani. Che rappresenteranno un ostacolo ben più improbo, quantomeno perché all’arena che ospita il preolimpico si vedrà qualche tifoso in più (praticamente il deserto per il debutto azzurro).
Il 114-53 finale non lascia spazio a molte recriminazioni: Italia avanti spedita sin dalla palla a due, con la difesa che ha gioco facile contro la sterilità offensiva (di idee e talento) della formazione mediorientale, e con l’attacco che non fatica troppo a entrare in ritmo. I mediorientali finiscono per essere più che doppiati (61 punti di differenza) e questo perché l’Italia non alza mai davvero il piede dall’acceleratore. E anche per questo si fa fatica a dare un volto a una partita che non è mai davvero stata partita.
Melli e Gallinari tirano subito il gruppo
Spissu, Tonut, Petrucelli, Polonara e Melli: è questo lo starting five scelto da Pozzecco, che deve però attendere un paio di minuti per veder muovere la retina (merito di Petrucelli, neo acquisto di Trapani). Poi un 2+1 di Melli scalda a dovere l’atmosfera in terra portoricana: il capitano trova facilità nel muoversi in area e mette altri due punti prima della tripla di Tonut che inaugura una felice sequenza di realizzazioni dall’arco, alla quale partecipano Gallinari e Abass, quest’ultimo fresco di addio dalla Virtus Bologna (rinnovo mancato: non s’è trovato l’accordo economico).
Parlare d’altro è il minimo che si possa fare perché sul parquet c’è davvero poco da disquisire: le percentuali dal campo del Bahrein sono sotto il 30% complessivo e l’8-0 di parziale azzurro col quale si apre il secondo quarto manda praticamente la partita in naftalina (27-9 senza alcuna apparente fatica). Gallinari dimostra di essere piuttosto centrato sull’obiettivo che vuole raggiungere (ha ammesso che non vede l’ora di godersi la cerimonia inaugurale dei giochi, perché a Tokyo a causa delle restrizioni non c’era pubblico e non era la stessa cosa) e non consente a nessuno di prendergli la targa, dominando sia fuori che dentro l’area.
Anche Tonut e Polonara entrano bene in ritmo e il 47-25 all’intervallo lungo fotografa adeguatamente lo spartito di serata. Nel Bahrein peraltro entra pure Ali Hasan, che in un battito di ciglia diventa l’idolo del web: non ha propriamente un fisico da cestista, ma conquista il cuore di tutti con alcuni movimenti che definire fuori dal contesto è poco. Sogno di una notte di inizio estate.
Riposo per i big, benissimo la second unit
Il Bahrein sa di essere una vittima sacrificale, ma di tanto in tanto se ne dimentica. Così capita di vedere anche qualcosa di decente, a tratti anche di imprevedibile, con la tripla di Haji quasi dal logo. Appena l’Italia accelera, però, il divario si amplifica all’istante, e alla terza sirena il +34 (propiziato dalle belle giocate sull’asse Mannion-Ricci) è la risultante di una superiorità lampante.
A quel punto Pozzecco da spazio anche a Caruso e Bortolani, che lo ripagano con tante buone cose e una verve lodevole sotto ogni punto di vista. Con 14 punti a testa, Gallinari (in campo 15’ esatti) e Melli (dentro per 18’ e spiccioli) vanno a riposare in panchina con largo anticipo. È puro garbage time, ma l’Italia raggiunge ben volentieri quota 100 grazie alla seconda tripla di serata di Bortolani, con le seconde linee che fanno capire di voler essere protagoniste a modo loro.
Tolto Pajola, che trova il ferro sull’unica tripla di serata tentata, tutti muovo la retina: in una nazionale senza primissime punte, la coralità è il vero valore aggiunto. Polonara chiude con 13 punti e 8 rimbalzi, Spissu top assist a quota 7 (Mannion 6), doppia cifra di punti per Abass (11) e Tonut (10). Intanto la sorpresa di serata arriva da Atene, dove la Croazia strapazza 108-92 la Slovenia di Doncic (che ne segna 26, ma non bastano).