Milano s’è avviata per tempo, Bologna può farlo a stretto giro di posta. Con la final four di Supercoppa che è servita subito per mettere in chiaro le cose: l’Olimpia, al netto dell’estate dei grandi cambiamenti, non ha ancora finito di banchettare sulla tavola del basket nazionale. Con buona pace di Venezia che ha provato a tenere aperta una semifinale che pure i ragazzi di Ettore Messina hanno sempre avuto in mano, e dove le nuove bocche da fuoco di Milano hanno subito risposto presente.
- Dimitrijevic subito leader, Bolmaro chiude i conti
- Shengelia è dominante: la Virtus è ancora in finale
Dimitrijevic subito leader, Bolmaro chiude i conti
C’era un po’ di curiosità attorno al nuovo corso di casa Olimpia, e puntualmente il parquet non ha deluso le aspettative. Con le cose buone che hanno superato di gran lunga quelle meno buone. E soprattutto con Neno Dimitrijevic, Leandro Bolmaro e Josh Nebo che sono sembrati subito a loro agio nei nuovi dettami tattici impartiti da Messina. Al resto hanno badato Mirotic, Leday e il solito preziosissimo Pippo Ricci, che è andato spesso e volentieri a sgomitare quando c’era bisogno di alzare i centimetri sotto canestro contro quell’Amedeo Tessitori che alla fine è stato anche il top scorer di serata di casa Reyer (12 punti, unico in doppia cifra assieme a Casarin).
Spahija ha provato a tener vive le speranze degli oro granata nel corso di un’ultima parte di gara nella quale l’Olimpia ha pagato qualche passaggio a vuoto, dopo aver dominato fino all’intervallo lungo (39-24) grazie a un parziale di 12-0 e allungato oltre quota 20 a inizio terzo quarto. Una partita in totale controllo ha però rischiato seriamente di essere riaperta dal 13-0 di parziale orchestrato da Casarin e Munford all’inizio del quarto periodo, che a Messina non è andato per nulla a genio.
Troppo ampio però il divario per pensare di rimettere tutto in discussione: una tripla di Bolmaro sigilla il definitivo allungo di Milano (72-63), che conquista la nona finale di Supercoppa (ne ha vinte 4 e perse altrettante), la terza negli ultimi 5 anni, nonché la decima finale in Italia delle ultime 13 includendo anche Coppa Italia e playoff scudetto.
Shengelia è dominante: la Virtus è ancora in finale
Bologna ha scelto una via meno “lineare” per portarsi a casa la seconda finale di Supercoppa consecutiva: ha dominato per un tempo contro Napoli, sprofondata a -18 all’intervallo lungo sotto i colpi di Clyburn, Hackett e del solito Shengelia.
Poi però un parziale di 14-0 della GeVi rimette tutto in discussione: Copeland vede vasche da bagno (anziché canestri) e a 4’ dalla penultima sirena la Virtus per la prima volta si ritrova costretta a inseguire. L’ultimo quarto si apre sul 70 pari con Polonara e Shengelia che spediscono nuovamente le Vu nere a +7, ma Copeland ancora una volta dimostra di non voler essere da meno e con lui anche Manning jr., obbligando Banchi a sudare quasi sino alla sirena. Shengelia stampa una schiacciata da urlo per l’84-80 e scuote la Virtus, caricandosela sulle spalle fino al 96-87 che vale la finale.