Silvio Berlusconi e il Monza, un legame che va oltre lo sport senza per altro divincolarsene. Con la scomparsa del Cavaliere, a 86 anni, quali saranno i destini del club brianzolo?
L’ultima sfida sportiva intrapresa da Berlusconi aveva un che di unico e romantico. Perché lo riportava un po’ alle origini, perché voleva essere una sorta di filo diretto col passato nel bel mezzo di un mondo del calcio che pure era cambiato tanto da quando, primavera 1986, acquisendo la proprietà del Milan diede inizio alla rivoluzione che avrebbe cambiato per sempre il modo di fare business col pallone.
Una scelta appunto romantica, ma nella quale l’aspetto legato al gioco e al risultato non era affatto secondaria: a Monza la Serie A l’avevano vista soltanto col binocolo, ma l’arrivo di Berlusconi ha finito per mettere davvero la società brianzola sulla cartina geografica del calcio italiano. Tanto da arrivare a sfiorare una qualificazione alle coppe europee al primo colpo, come se tutto questo fosse una cosa spicciola e naturale.
- L'ultimo investimento nello sport: il Monza Calcio
- Palladino, l'ultima intuizione in panchina
- Monza, quale sarà il futuro del club?
L’ultimo investimento nello sport: il Monza Calcio
L’ultima avventura calcistica di Silvio Berlusconi ha preso forma nel settembre del 2018, quando Fininvest acquisì la maggioranza totale del Monza Calcio per 2,9 milioni di euro. Un investimento tutto sommato limitato pensando a quanto fatto in passato col Milan, seppur già al termine de primo trimestre i costi sarebbero raddoppiati.
Il mercato poi, nelle due sessioni del 2019 (invernale ed estiva), avrebbe quintuplicato il costo iniziale d’impresa, attestandosi a 15 milioni di euro. La crisi legata alla pandemia ha ulteriormente gravato la società brianzola di voci di spesa davvero importanti per la categoria di appartenenza: al rosso di 26 milioni di euro del 2020 s’è aggiunta una perdita di ulteriori 31 milioni nel 2021, che ha portato la spesa totale a circa 70 milioni di euro, quanto cioè è costata al Monza la scalata dalla Serie C fino alla Serie A, conquistata nel giugno 2022 grazie al play-off vinto contro il Pisa.
La cifra, va rimarcato, è gonfiata proprio per effetto della pandemia, che ha contribuito per quasi la metà delle spese totali. E paradossalmente lieviterà ulteriormente di 45 milioni almeno per via dei riscatti esercitati dopo la salvezza ottenuta nell’ultima stagione, la prima in Serie A.
Ma dal primo acquisto assoluto (Filippo Scaglia dal Cittadella, pagato 500mila euro nel gennaio 2019) all’ultimo (il prestito dall’Inter di Franco Carboni, valutato 15 milioni di euro), passando per colpi da novanta come Balotelli, Boateng, Paletta, Frattesi, Pessina e altri ancora, Berlusconi ha sempre e soltanto ascoltato il cuore: voleva il Monza tra le grandi, tentando di ripercorre i fasti del precedente trentennio alla guida del Milan (con le dovute proporzioni), e per quanto detto dal campo il progetto è andato avanti spedito, percorrendo i binari desiderati.
Palladino, l’ultima intuizione in panchina
In meno di cinque anni la storia del club biancorosso è radicalmente cambiata. Durante la gestione Fininvest, con Adriano Galliani al solito in prima linea per gestire gli affari (è stato proprio quest’ultimo a convincere la famiglia Berlusconi a rilevare il Monza, di cui è da sempre grandissimo tifoso), il club ha saputo far fronte a tante difficoltà, venendone però fuori sempre con grande caparbietà.
Alla delusione per l’eliminazione nei play-off di Serie C della stagione 2018-19 per mano della “piccola” Imolese ha fatto seguito la vittoria nel campionato successivo, decretata in anticipo per via dello stop imposto dalla pandemia. In B il Monza è rimasto due stagioni, entrambe chiuse con la qualificazione ai play-off: alla sconfitta del 2021 con il Cittadella ha fatto seguito il trionfo nella campagna 2022, peraltro arrivato dopo aver dilapidato la promozione diretta in A all’ultima giornata. Berlusconi di tanto in tanto s’è fatto vedere all’U-Power Stadium, il terreno di gioco brianzolo, indipendentemente dalla categoria.
E c’ha tenuto sempre a sapere come andassero le cose, avallando anche scelte apparentemente improvvide e sfrontate, vedi l’ultima della serie con la promozione ad allenatore di Raffaele Palladino, felicissima intuizione che ha permesso ai biancorossi di svoltare e raggiungere un lusinghiero 11esimo posto finale.
E la prima stagione nella massima serie è stata impreziosita anche dalle due vittorie ottenute contro la Juventus e pure dal successo in trasferta contro l’Inter, autentiche perle che hanno nobilitato ulteriormente l’annata dei brianzoli.
Indimenticabili poi certe battute (ben al di sopra delle righe) che hanno accompagnato i momenti conviviali, finendo per rendere però più empatica e curiosa agli occhi della gente la creatura monzese. Perché in fondo Berlusconi è sempre stato un tipo schietto e diretto: se una cosa la voleva fare, nessuno avrebbe potuto impedirgli di portarla a termine.
Monza, quale sarà il futuro del club?
Ma cosa ne sarà ora del futuro della società? La domanda è cominciata a serpeggiare da tempo, trovando nuova linfa nelle ultime ore. A inizio 2023 si era sparsa la voce che Fininvest fosse interessata ad aprire a soci di minoranza, decisa comunque a mantenere saldamente il timone del club. L’apertura era legata per lo più a interessi che spaziavano oltre il lato sportivo e calcistico, aprendo il mercato a nuovi investimenti rivolti soprattutto al fronte infrastrutture (il Monza ha la concessione per 44 anni dal Comune di stadio e strutture di allenamento).
Difficile immaginare che la famiglia Berlusconi voglia interessarsi in prima persona delle faccende del club: Adriano Galliani resterà il referente principale della proprietà, ma andrà individuata una figura che possa fungere da collante (il fratello Paolo Berlusconi è attualmente presidente onorario). Difficile pensare che in queste ultime settimane, già segnate dalla malattia di Silvio, in Fininvest non abbiano già affrontato l’argomento.