Jannik Sinner ha perso la finale del Masters 1000 di Miami contro Medvedev, ma le sensazioni restano buonissime, così come la classifica che continua a migliorare. Del talento altoatesino ha parlato diffusamente Paolo Bertolucci, ex campione di tennis e ora commentatore.
“Sinner? Bilancio molto positivo. Sinner ha confermato di essere ormai a livello dei primi cinque giocatori del mondo e la costanza di rendimento avuta in questo trimestre lo sta a dimostrare. Ha compiuto degli importanti progressi sotto tutti i punti di vista, ma ancora ci sono margini ed è un bene per lui perché significa che può crescere ancora molto“. Il primo aspetto “riguarda il fisico. Lo abbiamo visto tutti come da un anno all’altro abbia messo massa muscolare e questo gli dia sicuramente modo di gestire meglio lo scambio e di imprimere alla palla grande forza, anche nell’esecuzione del servizio. Tuttavia, come abbiamo notato nella finale di Miami, le fatiche della sfida contro Alcaraz si sono fatte sentire e per battere Medvedev si deve essere al meglio. Del resto, se da parte del suo staff è stato detto che ci vorranno un paio di anni nella maturazione atletica, c’è da credergli”.
Una difficoltà, questa, in chiave Slam: “Non è da sottovalutare sicuramente, anche se io ricordo l’anno scorso negli US Open tante partite che lui ha affrontato al quinto set, tenendo bene. In quel caso entrano nel discorso anche le risorse mentali, perché si gioca al meglio dei cinque set. In questo contesto, sicuramente il fatto che lui riesca a vincere senza perdere set per strada contro i tennisti dietro di lui in classifica è un bel segnale“. Battere Medvedev è e resta però un tabù: “Non è che stiamo parlando di un rivale proprio scarso….Medvedev sul cemento ha messo spesso in difficoltà Djokovic, come anche l’ultima vittoria a Dubai dimostra, e sicuramente per caratteristiche è un tennista non facile per Sinner, ma io credo che nella finale di Miami non avesse modo neanche per provarci. Per battere il russo serve grande forza nella risposta, farlo correre soprattutto dal lato del dritto e venire a prendersi i punti a rete. Sinner non aveva birra nelle gambe e la sua palla andava meno, oltre al fatto di aver commesso tantissimi errori, anche con il rovescio con cui non sbaglia mai“.
Il secondo aspetto riguarda “le variazioni di gioco. Le sta inserendo e quando è ben presente fisicamente ha fatto vedere anche delle ottime esecuzioni. E’ chiaro però che non sia ancora così sicuro e questo può rappresentare un limite, come si è visto nel primo set contro Alcaraz, quando ha perso una frazione in cui ha avuto diverse chance per chiuderla in suo favore, e in parte contro Medvedev, anche se in quest’ultimo caso io credo che sia stato più il fisico a non assisterlo“. La risposta di Sinner “è anche meglio di una classifica da top 5. Secondo me solo Djokovic può rispondere meglio di lui, ma siamo lì”.
Si passa ad analizzare Berrettini e Musetti: “A mio parere serve un consulente esterno che possa dare una mano. Non ho mai detto che Santopadre e Tartarini, i tecnici che si occupano della loro gestione, debbano essere sostituiti. Tuttavia, non vedo perché non pensare a un supporto, visto che tennisti anche più forti l’hanno fatto. Vogliamo parlare di Djokovic con Ivanisevic? Per me, è il momento di agire e mi auguro che entrambi sappiano ritrovare fiducia“.