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Borisa Simanic infortunio shock, perde un rene ai Mondiali di basket: carriera a rischio

Tutto è nato da un contatto tra il serbo e il sudanese Nuni Omot che, nel tentativo di liberarsi sotto canestro, ha inavvertitamente colpito Simanic all’addome. Per gli arbitri non era fallo

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Mondiali Basket, Filippine, Manila: poche ore dopo la sfida tra Serbia e Sud Sudan, disputata mercoledì 30 agosto, è cominciato a consumarsi un dramma che ha avuto il suo doloroso epilogo nel fine settimana. Un contatto come tanti sotto canestro, scena vista e rivista chissà quante volte in vita sua. Eppure Borisa Simanic non poteva sapere che dietro quel colpo (apparentemente involontario) si potesse celare un destino crudele: al giocatore serbo è stato asportato un rene, misura necessaria dopo che una prima emorragia aveva già alzato il livello di guardia, tanto da costringere lo staff sanitario del principale ospedale di Manila a intervenire chirurgicamente per ridurla.

Ma nel fine settimana la situazione si è ulteriormente aggravata, tanto da costringere Simanic ad andare una seconda volta sotto i ferri, stavolta per l’asportazione del rene in seguito a complicazioni legate alla prima operazione. Il che getta un’ombra non soltanto sul proseguo della rassegna iridata, ma anche e soprattutto sul futuro della carriera stessa del centro serbo.

Contatto Omot-Simanic: un colpo come tanti

Diretto protagonista della vicenda è il giocatore sudanese Nuni Omot, che nel tentativo di liberarsi sotto canestro ha inavvertitamente colpito Simanic con il gomito sinistro all’altezza dell’addome.

Un colpo che gli arbitri non hanno ritenuto falloso, nemmeno dopo essere andati a rivederlo all’instant replay, poiché considerato del tutto involontario, sebbene le immagini abbiano mostrato come il giocatore africano abbia allargato il braccio sinistro con eccessiva foga, forse per provare a sentire un contatto con il corpo dell’avversario che pure, avendo alzato a sua volta il braccio sinistro per impedire a Omot di trovare un comodo canestro da sotto, ha finito per scoprire tutta la zona sinistra del corpo.

Sembrava la classica botta a caldo

È il motivo per il quale colpo è arrivato forte e diretto, tanto da costringere il serbo a lasciare pochi minuti dopo il campo (inizialmente aveva continuato a giocare), complice il dolore che ne è scaturito.

Sembrava però un normale fastidio, la classica “botta a caldo”, invece col passare delle ore il dolore è andato aumentando, al punto che i primi accertamenti hanno subito rivelato un’emorragia interna che ha richiesto un tempestivo intervento chirurgico. E sarebbero state proprio le complicazioni dovute all’operazione a produrre l’effetto più drammatico e indesiderato, con Simanic costretto a tornare sotto i ferri sabato scorso per l’asportazione del rene.

Una carriera in bilico

La vicenda rappresenta un unicum assoluto a questi livelli, ma non ha mancato di sollevare polemiche. Omot, il giocatore di Sud Sudan che suo malgrado ha fatto scoccare la scintilla, si è subito scusato con Simanic, ribadendo che il suo movimento era volto unicamente a cercare di liberarsi per andare al tiro e non aveva alcun intento di voler provocare un danno all’avversario (tradotto: è stato del tutto involontario)m benché le immagini abbiano dimostrato la foga con la quale ha cercato di divincolarsi sotto canestro.

La federazione serba per ora si è limitata a far sapere che l’unico interesse allo stato attuale è di osservare che il secondo decorso post operatorio possa filare via liscio e senza problemi, così da consentire a Simanic di fare rientro quanto prima in Europa.

Il centro, che può giocare anche da ala grande, ai mondiali è sceso in campo nelle tre gare della prima fase, raccogliendo di media 6.5 minuti a partita con 3 punti totali segnati (un canestro da due contro Porto Rico e un libero contro la Cina), 3 rimbalzi (uno offensivo), un assist e una stoppata.

Chi è Borisa Simanic

Contro il Sud Sudan è rimasto in campo meno di due minuti, eppure sfortuna ha voluto che fossero sufficienti per incappare nel contatto maledetto. Classe 1998, cresciuto nel settore giovanile della Stella Rossa, con la maglia della formazione di Belgrado ha conquistato tre campionati serbi, tre volte la Lega Adriatica, due Coppe di Serbia e una Supercoppa della Lega adriatica.

Dall’estate 2022 si è trasferito in Spagna, al Saragozza. Ora però sul proseguo della sua carriera aleggia un enorme punto interrogativo: bisognerà aspettare le prossime settimane per capire l’evoluzione del quadro clinico, e soprattutto le prospettive per tornare a giocare.

Intanto la Serbia, che domani affronterà la Lituania nel quarto di finale, dovrà concludere la manifestazione con 11 giocatori, provando a dimenticare lo shock per l’incredibile vicenda che ha messo fuori causa lo sfortunato Borisa.

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