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Buffon: "Personalità ingombrante, ma sono rimasto dietro le quinte"

Il portiere della Juventus, dopo aver annunciato l'addio ai bianconeri, spiega l'ultimo periodo: "Ho lasciato ad altri le luci del palcoscenico, sono fiero".

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Buffon: "Personalità ingombrante, ma sono rimasto dietro le quinte" Fonte: Getty Images

Gigi Buffon ha annunciato l’addio alla Juventus ed ha anche alzato la Coppa Italia , lasciando ancora una volta da vincitore. Adesso il portiere italiano potrebbe essere atteso da una nuova avventura a sorpresa, come da lui stesso ammesso .

Nel corso di un’intervista a ‘Sky Sport’, Buffon ha parlato del sentimento che ha provato negli ultimi due anni alla Juventus:  “Negli ultimi due anni non sono stato un giocatore centrale: non era scontato per uno come me e non era semplice adattarsi, ma penso di averlo fatto con entusiasmo e di aver superato la prova. Ho dato il massimo della professionalità, della serietà e dell’affidabilità e di essere stato uno su cui si può sempre contare”.

Ha capito che alla sua età, per andare avanti ad alto livello, doveva ricoprire un ruolo in qualche modo secondario rispetto al passato:  “Penso di essere una personalità influente e forse anche ingombrante , ma credo che nessuno lo abbia percepito dall’esterno: non è facile capire quando è il momento di sminuirsi e di mettersi dietro le quinte lasciando ad altri le luci del palcoscenico , sono contento di aver superato questa prova anche come persona”.

Una partita, quest’ultima, che ricorderà con più gioia rispetto all’ultimo ‘addio’ alla Juventus del 2019:  “Una serata più felice quella della Coppa Italia, rispetto all’addio di tre anni fa, quando c’erano più pianti e più emozioni forti. Quando acquisti più dimestichezza con determinate situazioni, le gestisci poi meglio”.

Buffon poi ha anche l’occasione di parlare di Andrea Agnelli e del rammarico più grande della sua vita, ovvero la Champions League:  “Con il presidente c’è un rapporto quasi fraterno. Molte volte ci siamo confrontati, senza filtri e con trasparenza, perché si è creata una sintonia giusta, so che reciprocamente non ci saranno mai delle pugnalate alla schiena. Abbiamo vissuto una stagione delicata quest’anno, in alcuni momenti difficili, ma alla fine Andra è sempre lo stesso, un decisionista ed un vulcano di idee. Quando vedi che non riesci mai a compiere quel gradino finale, è chiaro che il rammarico permane e ci sarà sempre. E’ anche vero che però vincere una Champions League è qualcosa di molto complicato, poi se pensiamo agli ultimi 10 anni del calcio italiano…”

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