Doveva essere una serata di festa per il ritorno in Champions al culmine di una cavalcata che nel girone di ritorno è stata seconda solo a quella dell’Inter: nulla di tutto questo invece per il Napoli, inghiottito dall’Europa League e attanagliato da mille rimpianti.
L’annuncio da parte di De Laurentiis in merito all’addio di Gattuso ha poi amplificato il clima di rassegnazione in quel di Castel Volturno, aumentando i punti interrogativi su un futuro ancora tutto da progettare con una nuova guida tecnica: tra i papabili figurano Allegri e Spalletti, senza togliere dalla corsa il ‘carnefice’ Juric, colui che ha condannato gli azzurri col suo Verona.
Un pareggio molto simile a quello maturato contro il Cagliari tre settimane fa, non solo per il risultato identico (1-1) ma proprio per la modalità con cui si è concretizzato: vantaggio partenopeo e pari ospite con sfortunato protagonista Hysaj, che ha concluso la sua esperienza al Napoli (non rinnoverà il contratto in scadenza) nel peggiore di modi, disperato e in lacrime a fine partita.Â
Il terzino albanese è stato sorpreso in entrambe le marcature, in colpevole ritardo sia sul goal di Nandez a tempo scaduto che sul diagonale di Faraoni: due episodi che alla fine hanno fatto la differenza in negativo nella corsa Champions, considerato che al Napoli sarebbe bastato vincere anche una sola di queste due partite.
Finale di campionato macchiato proprio da questi due appuntamenti, il primo dei quali caratterizzato dalle roventi polemiche per un goal annullato a Osimhen che avrebbe chiuso i giochi contro il Cagliari e regalato al Napoli i punti necessari per arrivare all’ultima giornata con molti meno dubbi rispetto a quanto effettivamente accaduto.
Ciò non fa altro che evidenziare l’importanza sempre più crescente dei dettagli ad alti livelli, dove anche un singolo episodio può cambiare le sorti di un intero campionato: un insegnamento di cui far tesoro per il Napoli del futuro.