Fabio Capello ha analizzato Serie A e Champions League parlando al Messaggero: “Roma e Lazio in alto come nei primi anni 2000? Senza togliere nulla alle attuali, quelle erano delle altre squadre, costruite per vincere. Rivederle davanti a questo punto del torneo fa però piacere. Il merito è soprattutto di Sarri e Mourinho, due allenatori di grande esperienza e personalità che hanno capito quali rose hanno in mano e ora riescono a farle rendere al massimo. Il segreto di entrambe è che non prendono molti gol e questo è sinonimo di organizzazione, sacrificio e lavoro. È una situazione legata a questa stagione però”.
“L’Inter, ad esempio, è la squadra più forte che c’è in Italia dopo il Napoli ma non ha reso sino ad adesso. Il Milan gioca a perdere punti con le più piccole mentre la Juve sappiamo cosa le è accaduto e quindi questo va a favore delle due romane che hanno fatto veramente un ottimo lavoro”.
Focus sulla Lazio, seconda in classifica: “Mi ha sorpreso. A livello difensivo sono diventati veramente molto bravi e questo non era scontato all’inizio del campionato. Se avete tempo, andatevi a rivedere come difendevano ad agosto e come lo fanno oggi. I calciatori sono sempre gli stessi, i movimenti no. Questo vuol dire che l’allenatore ha lavorato tantissimo sotto questo aspetto e gli va dato grande merito anche se in avanti manca qualcosa rispetto a come le sue squadre ci avevano abituato. Sarri è bravo ma dipende dagli acquisti, se la società lo seguirà o meno nelle richieste. In poche parole, dal prossimo mercato. Che sia un allenatore capace, uno che merita fiducia mi sembra lo stia dimostrando con i fatti e non a parole”.
Terza c’è la Roma: “Mourinho lo conosciamo, in carriera ha sempre dato importanza alla fase difensiva e anche in questa stagione lo conferma. Una volta che passa in vantaggio, riprenderlo diventa difficilissimo. La Roma può vincere la coppa perché è una squadra umile, che non ha fretta. Attenti ad ogni particolare e poi lì davanti c’è Dybala, un calciatore straordinario. Ha tecnica, spunti, non ha paura di azzardare la giocata e una capacità di calciare unica. Ogni volta che conclude verso la porta avversaria già sai che non lo ha fatto tanto per farlo, sicuramente sarà un pericolo. Mou ha ragione: sono i grandi giocatori a fare la differenza. Un conto è avere Batistuta, un altro non averlo. E così è oggi: se hai Osimhen o non lo hai fa tutta la differenza del mondo. Alla fine vincono i campioni più delle squadre”.
Capello entra in punta di piedi nella lite tra Mourinho e Cassano: “Non voglio entrare nelle polemiche, rimango fuori. Leggo, ascolto e mi diverto. Antonio lo conosco bene, l’ho allenato ma conosco bene anche José. E prima di parlare male di lui, ci penserei non una ma più volte..Anche perché deve avvalersi di qualche buon suggeritore, qualcuno che lo aiuta nelle ricerche. Ha fatto il nome di Livaja che sinceramente non ricordavo più. Non so se Mou resterà. Non vorrei che pensasse che la Serie A rimane un torneo minore rispetto alla Premier e alla Liga. Ha allenato i migliori club del mondo ma è ancora giovane per prendersi ancora delle soddisfazioni ad altissimi livelli”.
Si chiude con la Champions: “Sono curioso di vedere l’Inter. Perché è data per morta, per spacciata e invece ha la qualità per sorprendere, calciatori d’esperienza che se sono nella giornata giusta possono superare il turno. Il problema è che una squadra molto umorale, quindi non sai mai prima cosa ti troverai di fronte. Mentre l’altra sfida dipende molto da Osimhen. È come quando nel Milan gioca o non gioca Leao. Sono calciatori troppo importanti, decisivi. Siamo tutti bravi a fare gli schemi ma per ottenere il risultato c’è bisogno di qualcuno che la butti dentro. E con lui il Napoli ha quel 5% in più che senza riporta la sfida sul perfetto equilibrio: 50 e 50”.