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Capello racconta le risse con Gullit e Cassano e ammette l’errore più grande della carriera

L’ex allenatore di Milan, Roma e Real Madrid ha raccontato gli scontri avuti negli anni con i suoi giocatori e svelato qual è stata la scelta di cui s’è pentito maggiormente

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Fabrizio Napoli

Fabrizio Napoli

Giornalista

Giornalista professionista, per Virgilio Sport segue anche il calcio ma è con la pallanuoto che esalta competenze e passioni. Cura la comunicazione di HaBaWaBa, il più grande festival di waterpolo per bambini al mondo

È un racconto a ruota libera quello che Fabio Capello ha concesso alla platea dell’apertura dell’anno accademico del Limec, l’Istituto a ordinamento universitario per mediatori linguistici: l’ex allenatore del Milan ha parlato delle risse avute con giocatori come Gullit e Cassano, della “educazione” di Ibrahimovic alla Juventus e di quello che considera il più grande errore della sua carriera.

Capello e le risse con Gullit e Cassano

Oggi 300 studenti del Limec, l’Istituto a ordinamento universitario per mediatori linguistici, hanno ascoltato e applaudito Fabio Capello, ospite a San Siro dell’inaugurazione dell’anno accademico 2023/24. Un’occasione per l’ex allenatore di ripercorrere la sua carriera e svelare alcuni succosi retroscena. Tra questi, anche i rapporti non sempre idilliaci avuti con alcuni dei suoi giocatori più importanti. “Con Gullit e Cassano mi sono messo le mani addosso – ha confessato Capello -. Cassano ogni volta, prima di una partita, si ordinava le patatine fritte. Era inaccettabile. Mi arrabbiai più con lo chef che con lui. Il termine ‘cassanata‘ l’ho inventato io’”.

Capello e l’allenamento di Ibrahimovic e Van Basten

Capello ha anche affermato che la tattica può rischiare di soffocare il talento. Che, invece, va coltivato in allenamento. “Ormai non si osserva più nulla – lo sfogo dell’ex tecnico di Milan, Roma e Real Madrid -. Io ho preso Ibrahimovic alla Juve e non sapeva né calciare, né colpire di testa. Poi guardate cosa è diventato. Van Basten aveva il problema nella rincorsa durante le punizioni, io me ne accorsi e la domenica successiva segnò proprio da punizione. Questo per dire che fare schemi è facile, ma correggere gli errori penso sia una delle cose più difficili”.

Capello, il Real e l’addio a Ronaldo il Fenomeno

A proposito di talento e grandi attaccanti, Capello ha poi ricordato la scelta presa al Real Madrid di liberarsi di Ronaldo il Fenomeno. “A febbraio del 2007 decisi di mandarlo via – ha raccontato Capello -, era uno a cui piaceva fare festa e coinvolgeva il gruppo. Un giorno arrivò Van Nistelrooij e mi disse: ‘Mister, qua negli spogliatoi c’è odore di alcol’. Era vero. Ronaldo quell’anno pesava 94 kg. In Corea, al Mondiale 2002, ne pesava 82. Gli dissi di dimagrire… arrivò a 92,5″.

Di qui la scelta di lasciarlo andare: a prendere R9 fu il Milan. “Berlusconi un giorno mi chiama per chiedermi consiglio per un ipotetico acquisto – ha rivelato Capello -. Glielo sconsigliai, dicendogli che era un festaiolo, pensava solo alle donne. Lui mi disse, ‘ok, grazie Fabio’. Il giorno dopo: Ronaldo al Milan”.

Capello e l’errore della carriera: il ritorno al Milan

E proprio al Milan è legato quello che Capello definisce “l’errore più grande della mia carriera”. Il riferimento è alla stagione 1997/98, quella della sua seconda esperienza in rossonero, assai poco felice. “È stato l’errore più grande della mia vita tornare – le parole di Capello -. Berlusconi mi aveva chiamato, per lui avevo una riconoscenza che andava oltre a tutto. Chiesi a Florentino Perez di lasciarmi andare, ma a Milano sbagliai tutto. Il campionato fu disastroso, ma quell’esperienza mi ha insegnato tanto”.

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Capello racconta le risse con Gullit e Cassano e ammette l’errore più grande della carriera Fonte: ANSA

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