Si fa sempre più teso il clima all’interno del mondo della ginnastica ritmica italiana. Teso, ma soprattutto incerto, dal momento che dopo tre mesi di sfoghi ed interrogatori, quelli delle due inchieste portate avanti in parallelo sul piano ordinario e sportivo, il Consiglio federale straordinario in programma giovedì 12 gennaio rappresenterà un punto di svolta per tutta la vicenda.
- Abusi ritmica, la lettera dei genitori delle Farfalle al Coni
- Scandalo ritmica, il caso dei cellulari sequestrati
- Ritmica, Maccarani chiede l'incidente probatorio sui cellulari
Abusi ritmica, la lettera dei genitori delle Farfalle al Coni
In questa sede verrà infatti deciso il futuro della direttrice tecnica Emanuela Maccarani, indagata per maltrattamenti insieme alla propria assistente Olga Tishina sia dalla Procura di Monza, per l’inchiesta penale, sia da quella federale, che le ha notificato il deferimento, e da 10 giorni non facente più parte ufficialmente degli organici federali, essendo il suo contratto scaduto lo scorso 31 dicembre.
Nell’attesa, però, si moltiplicano gli interventi in difesa dell’artefice della favola delle Farfalle, plurimedagliate ad Europei, Mondiali e Olimpiadi da ormai 15 anni. Dopo la petizione online spuntata nei giorni scorsi su iniziativa dei comitati regionali, ancora più significativa è stata la lunga lettera indirizzata al presidente del Coni Giovanni Malagò dai genitori delle Farfalle, che vanno controcorrente denunciando la “situazione insostenibile” che si è venuta a creare presso l’Accademia Nazionale di Desio, negando però che le proprie figlie siano state sottoposte a qualsiasi tipo di abuso ed arrivando a chiedere ufficialmente ai vertici federali la conferma di Maccarani.
“Questa lettera vuole essere una richiesta di aiuto e di intervento nei confronti delle Farfalle e di tutta la Nazionale – si legge nella missiva, che segue lo sfogo di Alessia Maurelli, la capitana storica delle Farfalle, secondo la quale il mito della ritmica azzurra sarebbe ormai finito – La situazione è insostenibile, non possiamo più permetterci di sentire il nome “Farfalle” associato a maltrattamenti e vessazioni e di vedere i volti delle nostre figlie macchiati in questo modo ovunque(…). Tutti gli sportivi ad “alto livello” sacrificano molto della loro vita, ma loro giovanissime lasciano casa e famiglia per dedicarsi 6 giorni a settimana, 320 giorni all’anno, a questa loro grande passione (…)”.
Scandalo ritmica, il caso dei cellulari sequestrati
La lettera, rivolta anche ai vertici della Federginnastica, alla stessa Emanuela Maccarani e all’assistente Tishina, è firmata dai genitori delle ginnaste dell’Accademia di Desio, Martina Centofanti, Agnese Duranti, Alessia Maurelli, Daniela Mogurean, Alexandra Naclerio, Serena Ottaviani, Laura Paris, Alessia Russo, Martina Santandrea, Giulia Segatori e Laura Zambolin.
Accorata la difesa dello staff tecnico: “Lo staff tecnico, nessuno escluso, con competenza e abnegazione le affianca ogni giorno, occupandosi non solo della loro crescita tecnica, ma anche di quella personale, rendendo questa loro esperienza una vera scuola di vita, cioè esattamente quello che deve essere innanzitutto lo sport (…). Vedere gettati al vento tutti i risultati ottenuti con anni di duro lavoro e sacrifici, distrugge il loro spirito e non permette loro di concentrarsi su quello che dovrebbe essere il principale pensiero: Parigi 2024 (…)”.
Poi l’attenzione si sposta al caso dei cellulari sequestrati: “Ulteriore disagio subito da alcune è stato il sequestro del cellulare, che al giorno d’oggi è il mezzo che contiene la loro vita, la loro privacy, dal momento che anche i rapporti più importanti (con i propri cari) devono per forza essere gestiti a distanza (…) Non si chiede di interferire con le indagini della Procura di Monza, che, come è giusto che sia, seguiranno il loro corso, ma di prendere una posizione chiara e precisa da parte di Fgi e Coni a tutela della Nazionale e delle nostre figlie (…). Un altro punto fondamentale è la necessità di differenziare le innumerevoli denunce che non hanno nulla a che vedere con l’Accademia, Emanuela Maccarani, Olga Tishina e le Farfalle, ma riguardano magari faccende accadute a livello societario in ambito locale, dove potrebbero esserci invece delle situazioni da risolvere, ma non sulla pelle delle nostre ragazze e su quella dello staff della Nazionale (…)”.
Infine la proposta di testimoniare per smentire ogni tipo di abuso e vessazione e l’appello per confermare Maccarani: “Noi siamo pronti a difendere e testimoniare che all’Accademia non avviene nulla di tutto ciò che è stato denunciato, che eventualmente è avvenuto in alcune società, e che le nostre figlie non subiscono vessazioni, né abusi psicologici o fisici (…). L’eventuale esonero di Emanuela destabilizzerebbe in modo catastrofico la Nazionale. Le ragazze sono molto legate ad Emanuela non solo come allenatrice ma anche dal punto di vista umano. E così, egregio presidente Tecchi, Le chiediamo di mantenere Emanuela Maccarani nei suoi ruoli”.
Ritmica, Maccarani chiede l’incidente probatorio sui cellulari
Questa la decisa presa di posizione che non potrà essere ignorata dalla Federazione e che segue di qualche ora lo sfogo di cui Maccarani stessa è stata protagonista attraverso un’intervista al Corriere della Sera, nella quale la direttrice tecnica della nazionale ha smontato ad una ad una le accuse che le sono piovute addosso, ribaltandole anzi nei confronti di un paio delle atlete, Anna Basta e Giulia Galtarossa, dalle cui denunce è partita l’inchiesta.
Maccarani, peraltro, come confermato dal Procuratore della Repubblica, fatto richiesta di incidente probatorio sui cellulari sequestrati dalla Procura di Monza, incluso il proprio. Un giorno dopo il dissequestro deciso dal Tribunale del Riesame, infatti, i pm hanno infatti sequestrato il cellulare della stessa dt, delle accusatrici Anna Basta e Nina Corradini, di altre tre atlete e di due membri dello staff tecnico.