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Caso Sinner: Medvedev si schiera con l’azzurro, poi la polemica sulle regole antidoping

Il tennista russo difende la credibilità dell’altoatesino, ma sottolinea anche le incongruenze della normativa attuale in campo internazionale in tema di sostanze proibite

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Fabrizio Napoli

Fabrizio Napoli

Giornalista

Giornalista professionista, per Virgilio Sport segue anche il calcio ma è con la pallanuoto che esalta competenze e passioni. Cura la comunicazione di HaBaWaBa, il più grande festival di waterpolo per bambini al mondo

Daniil Medvedev sta con Jannik Sinner: dagli Us Open, il tennista russo difende la credibilità dell’azzurro sul caso Clostebol, ma sottolinea come le attuali regole antidoping risultino spesso confuse e penalizzanti per gli atleti.

Tennis, il commento di Medvedev sul caso Sinner

Daniil Medvedev non ha dubbi sulla buona fede di Jannik Sinner in merito alla violazione del protocollo antidoping e all’utilizzo del Clostebol, farmaco vietato che il tennista azzurro ha assunto accidentalmente durante un massaggio. Dagli Us Open, il russo ha citato il commento del collega Taylor Fritz sul caso, difendendo l’italiano. “Mi è piaciuto molto quello che ha detto Taylor – ha dichiarato Medvedev – ‘Solo lui sa esattamente cosa è successo, noi non possiamo saperlo’, ed è così. Nessuno può sapere la verità esatta, tranne lui, la sua squadra e forse il tribunale indipendente”.

Tennis, Medvedev difende Sinner

Secondo Medvedev, però, Sinner si è comportato correttamente. Il vero problema, secondo il russo, è costituito dalla scarsa chiarezza delle norme antidoping internazionale. “Spero che questa situazione possa essere la stessa per ogni giocatore – ha continuato Medvedev – che ogni giocatore possa difendere se stesso. Penso che quello che ha fatto Jannik sia conforme alle regole, sono solo le regole un po’ vaghe”.

Medvedev: le regole antidoping e il rischio per i tennisti

Medvedev ha spiegato che Sinner s’è “salvato” perché ha immediatamente capito cosa gli fosse successo. In casi più complicati, invece, le norme antidoping possono finire per penalizzare in maniera ingiusta i tennisti. “L’unica cosa che mi spaventa dei casi di doping è la seguente – ha dichiarato Medvedev – Jannik sapeva cosa era successo, e buon per lui, quindi è riuscito a difendersi. Immagina un qualsiasi tennista nella top 100 che riceve un’email che dice: ‘c’era della cocaina nel tuo sangue’. Magari non sai come ci sia finita, non hai fatto nulla ma vieni sospeso. Questa è un po’ la parte complicata, ma le regole sul doping sono così. Come ho detto, spero solo che venga riservato lo stesso trattamento a tutti i giocatori”.

Caso Sinner: Medvedev si schiera con l’azzurro, poi la polemica sulle regole antidoping

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