Metti Antonio Cassano a ruota libera, senza filtri e con la compagnia di amici. Il risultato non può che essere una serie di aneddoti, ricordi e pensieri senza veli. Se già ai tempi di Tiki Taka il barese era solito parlare con sincerità (forse fin troppa, visto che alla fine è stato licenziato) ora che può divertirsi nelle dirette Instagram è un fiume in piena e nel collegamento con Lele Adani e Paolo Bonolis ha dato nuovamente spettacolo.
Cassano e i compagni meno amati
FantAntonio parla dei rapporti con i colleghi e rivela: “Il compagno che non sopportavo? Ce ne erano tanti che mi stavano sulle scatole (non dice proprio così ndr). Quello che non mi stava molto simpatico nella Roma era Marco Delvecchio”.
Cassano sceglie il tecnico preferito
Poi, da aspirante ds – aggiunge: “In Italia non c’è più un numero 10. Un tempo c’erano Mancini, Roberto Baggio, Totti, io, Del Piero. Oggi il calcio sta andando in una direzione diversa, più di corsa che di qualità. Ma, come dice Capello, sono i grandi calciatori che fanno diventare grandi gli allenatori. Tra i tecnici il mio preferito resta Bielsa: Ha idee, personalità. Fa migliorare i calciatori, gli altri allenatori pensano al risultato, escluso Guardiola”.
Adani elogia Cassano
Tocca poi a Lele Adani – amatissimo da Cassano che lo considera il “Messi” della tv – dire la sua: “Cassano era il più grande mentitore della storia del calcio. La sua bugia agli occhi degli avversari era una verità che metteva in porta i compagni. I compagni con Cassano dovevano avere non fiducia, ma fede perché dovevano fare delle corse senza comprendere. E la palla arrivava con le traiettorie giuste…”.
Cassano replica ad Adani
Arriva subito la replica di Cassano: “In tutta la sua carriera Maggio ha fatto 5 reti. In una sola stagione con me ne ha realizzate 12”. Ergo: “Nel calcio c’era solo un 5% di bugiardi: io, Totti, Riquelme, Pirlo. Il 95% si imbrogliava da solo”.
Adani rievoca la lite con Allegri
L’ex difensore dell’Inter, oggi nella squadra dei commentatori Sky, rivela che era stato contattato da Mancini per fare il suo assistente all’Inter: “Potevo allenare 5-6 anni fa ma mi piace molto fare il commentatore”.
Poi torna sulla celebre lite in diretta con Allegri: “Quando parlo cerco di difendere sempre i miei principi e i miei ideali, ogni volta sono pronto a scendere in trincea per onorare lo sport e per rispettare i protagonisti. Questo non riguarda solo il dibattito con Allegri dal quale lui si è esentato per ben due volte togliendosi il microfono. Chi fa il nostro lavoro deve approfondire per poi arrivare a dedurre, non può ridurre. Io parlo dopo essermi preparato…”