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Ceccon contro Tamberi, da un post di Pucci si arriva al delirio mediatico della fake news

Un repost di Ceccon a una lusinga ricevuta su X dal comico Andrea Pucci manda in tilt i social perché oltre ai complimenti per il nuotatore ci sarebbe un attacco frontale a Tamberi

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Auden Bavaro

Auden Bavaro

Giornalista

Lo sporco lavoro del coordinamento: qualcuno lo deve pur fare. Eppure, quando ha modo di pigiare le dita sulla tastiera, restituisce storie e racconti di sport che valgono il biglietto

È bastato che Thomas Ceccon ripostasse uno scritto del comico Andrea Pucci – in cui tesse le lodi nuotatore, del suo essere atleta vincente e silenzioso – per scatenare l’inferno mediatico. Prima conclusione artatamente confezionata: Pucci ce l’aveva con Tamberi. Seconda conclusione, la conseguenza logica della prima: il repost di Ceccon è una stilettata a Tamberi.

Ora: che ci siano elementi a me sconosciuti e riconducibili a screzi tra il nuotatore e l’altista? Può anche essere, ne prenderò atto ex post. E Pucci stesso: non nomina mai Tamberi, lascia segni evidenti del fatto che non sopporta gli sportivi con mania da protagonismo ma non fa cenno di nomi né di cognomi.

Pensa te, a me sono venuti in mente i calciatori invece no. Ho scoperto che per mezzo mondo Pucci e Ceccon ce l’hanno con Tamberi. Ma perché si arriva a Tamberi?

Gimbo e la sovraesposizione

Gli ultimi giorni delle Olimpiadi di Gimbo sono stati mediaticamente importanti: sul lato comunicativo ha vinto quello che in pista non è riuscito a mettersi al collo, ha raccontato per filo e per segno – non è stato un live ma gli aggiornamenti in tempo reale non sono mancati – le speranze che crescevano piano e i drammi che le hanno smontate in fretta.

Gimbo ha detto in presa diretta che la sua Olimpiade era finita prima ancora che arrivasse il momento di gareggiare: le coliche che tornano, il giro in ospedale, il fisico svuotato, la mente pure. Una coda olimpica vissuta malissimo: doveva essere la gara della vita.

Si può dare a Tamberi della vittima?

La sovraesposizione di Tamberi, tuttavia, è una eccezione: pe quanto caratterialmente diverso da uno come Ceccon – o forse solo più adulto, più esperto, atleta a fine corsa – non è mai stato un protagonista fastidioso, eccessivo, petulante, invadente. Pratica una disciplina – il salto in alto dell’atletica leggera – cui diamo importanza una volta all’anno: in occasione degli europei e dei mondiali.

L’eccezione sono i Giochi, una volta ogni quattro anni. In che modo Tamberi può essere considerato uno che “fa scene da protagonista, fa l’attore, fa la vittima?”. Questo scrive Pucci riferendosi non si sa a chi ma per i social il destinatario può essere solo lui: Tamberi. Pensa te, io ho letto il post e ho pensato a più di un calciatore.

Alla fine di tutto sarebbe sparito, come ha sempre fatto

Scene da protagonista: è stato capopopolo in occasione della cerimonia inaugurale, s’è preso la scena e ha vestito panni naturalissimi e trainanti. Ha fatto il portabandiera della spedizione azzurra e ha perso la fede nella Senna; ha preso un aereo con il Presidente, Sergio Mattarella, e ne ha parlato in termini lusinghieri; s’è ritirato nei giorni successivi e non s’è sentita mosca fiatare. Ha postato il giorno prima della partenza per dare l’allarme: Gimbo in ospedale con le coliche, tre anni di sacrifici forse gettati via.

Da lì in poi, direttamente o indirettamente, Gimbo è stata la notizia dei giorni successivi. Tutto si è detto e tutto si è scritto. Sognava l’ultima Olimpiade in altra maniera: godersi ogni istante di avvicinamento all’impresa per cui ha lavorato durissimo, forse anche troppo. Poi godersi l’impresa. Bissare l’oro di Tokyo. Poi, probabilmente, ritirarsi e cambiare vita. In ogni caso, alla fine dei Giochi avrebbe fatto quello che ha sempre fatto. Sparire, ripresentarsi in camera ogni tanto, farsi i fatti suoi. Dare dell’attore a Gimbo, e perché? Per una settimana di popolarità rinforzata? Scelta peraltro che non mi ha entusiasmato ma pure ho compreso.

Fosse così, sarebbe gravissimo. Ma non è così

E vittima: farebbe la vittima per quale motivo? Semmai è stato vittima di un maledetto infortunio nel momento peggiore. In ospedale ci è finito veramente. Tre anni di allenamenti e sacrifici micidiali li ha fatti, i segni stanno tutti su quel corpo e forse anche in quello che gli è successo di recente.

In ogni caso: sa Pucci a chi è rivolto quel post, oltre a Ceccon. Fosse anche Tamberi, che il comico la pensi così è roba sua.

Ma immaginare anche lontanamente che Ceccon possa reindirizzare un attacco a Tamberi, pensando che ne sia il legittimo destinatario, è francamente squalificante per Ceccon, per chi ne prova stima e per chi lo ha a cuore.

Sarebbe un fatto gravissimo, tra due atleti – uno a fine corsa peraltro e ultimo portabandiera azzurro, l’altro appena sbocciato e con un futuro davanti – che hanno rappresentato e rappresentano l’Italia. E dico sarebbe, perché so benissimo che parliamo di un irreale certo che esiste solo e soltanto dove sovente si dà da bere alla sete di irrealtà. L’angolo dei commenti social.

Pensa te, tanto per dire: io ho letto il post e mi sono venuti in mente subito diversi calciatori.

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