La valigia è sul letto ed è quella di un lungo viaggio. Almeno quattro mesi, quelli che Thomas Ceccon passerà dall’altra parte del mondo, prima a Shanghai per la tappa di Coppa del Mondo e poi in Australia, dove ha deciso di andarsi ad allenare per preparare la stagione alle porte. “Non è ancora tutto pronto, ma la decisione è presa”, spiega l’oro dei 100 dorso di Parigi 2024 sul palco del Festival dello Sport. Oltre a raccontare qualcosa in più su se stesso, mostrando anche un lato meno “burbero” rispetto a come viene sempre descritto.
- Nessun accenno a Federica, ma al nuoto si
- Programmi 2025: l'Australia e i mondiali a Singapore
- Ricordi parigini: quel pranzo con Mattarella...
Nessun accenno a Federica, ma al nuoto si
Ceccon ha dovuto passare qualche giorno a interrogarsi se quelle frasi dette su Federica Pellegrini (“Non mi ha mai considerato, è come se non ci fosse mai stata”) non fossero state inopportune, visto il clamore che hanno suscitato. Della Divina però stavolta proprio non s’è parlato: nemmeno un accenno, perché alla fine i protagonisti erano lui, le sue vittorie e i suoi pensieri sparsi, con l’occhio già rivolto a Los Angeles 2028. “Dove spero si potrà gareggiare anche nei 50 delfino, perché sento dire che c’è questa idea”.
Altra occasione di medaglia, mentre la gara di Parigi che gli ha portato l’oro non è nella sua playlist dei preferiti. “Non ho fatto una bella gara quel giorno. Se la dovessi riguardare troppe volte so che mi arrabbierei, per cui preferisco limitarmi ai bei ricordi di quel giorno.
Alla fine il bello o il brutto del nostro sport è che vieni giudicato davvero per un’inerzia: basta un centesimo e il lavoro non tanto di un quadriennio, ma di una vita intera può cambiare luce. Nel tennis se sbagli un punto puoi rifarti in quello successivo, nel calcio se sbagli un gol avrai magari altre occasioni, nel nuoto se arrivi dietro hai perso. Stop. Crudele in tutta la sua semplicità, ma è un fardello enorme col quale convivere”.
Programmi 2025: l’Australia e i mondiali a Singapore
Verona è stata la casa dove Thomas ha costruito i propri sogni, che hanno preso sostanza proprio a Parigi. Quella di andare in Australia però è una scelta consapevole. “Sento che è ciò che devo fare adesso. Lo dico con grande onestà: ho ripreso ad allenarmi, ma controvoglia. Anche perché io in allenamento vado sempre al massimo, per me non esiste la “gestione dello sforzo”.
So che alla mia carriera serve un determinato lavoro anche di testa e so che l’Australia è il posto giusto dove poterlo realizzare. Poi a luglio, dopo i mondiali a Singapore, tornerò a Verona e ricomincerò la mia solita routine”.
Ricordi parigini: quel pranzo con Mattarella…
Negli occhi e nella mente ci sono ancora i ricordi di Parigi. “Lì contava solo vincere, e alla fine il risultato è arrivato. Però ripeto, in finale ho nuotato male, per questo non mi piace tanto rivedermi. Invece quando ho fatto il record del mondo mi sono rivisto quella gara migliaia di volte.
A Parigi però è stato tutto incredibile: quando a Mattarella ho detto che preferivo andarmi ad allenare, anziché pranzare con lui, non volevo mancargli di rispetto, ma volevo rispondere a una sua domanda che mi chiedeva se non pensassi che stessi perdendo un po’ troppo tempo dietro ai convenevoli. Io, che sono un tipo sempre schietto e diretto, gli ho detto di sì, ma il presidente ha capito che sono fatto così e s’è fatto una risata”.
Non manca un accenno a quella dormita sul giardino del villaggio olimpico. “Era impossibile dormire nelle camere, faceva troppo caldo. Lo rifarei senza alcun problema, ma la mia fortuna è stata quella di gareggiare a inizio olimpiade, perché quando poi ho nuotato con la staffetta gli ultimi giorni tutta la mancanza di sonno che avevo accumulato s’è fatta sentire. Però va detto che il villaggio è stata l’esperienza più bella: ho incontrato il mio idolo Rafa Nadal, un pesista che seguo sui social e molti altri atleti. Succede solo alle olimpiadi, nessun’altra competizione ti consente di fare simili incontri: anche questo è il bello dei giochi”.