C’è tanto turnover a Conegliano, ma nessuno se n’è accorto: in casa del Mladost Zagabria ecco servita la quinta vittoria stagionale in Champions League, buona per allungare la striscia positiva che dura ininterrottamente da inizio stagione, salita a 26 gare consecutive (solo vittorie). Per staccare il pass per i quarti di finale resta però ancora un ultimo piccolo sforzo: vincere almeno due set nella sfida casalinga contro il Rzeszow, che insegue le Pantere a tre lunghezze di distanza, ma che solo vincendo con un netto 3-0 (o 3-1, ma a quel punto si terrà conto del quoziente punti) al PalaVerde potrebbero spedirle alla fase a play-off. Per quanto raccontato dall’annata corrente, un’impresa fuori portata per chiunque (polacche incluse).
Santarelli fa riposare le titolari, ma è sempre festa
A Zagabria, contro la cenerentola del girone, Daniele Santarelli ha deciso di dare un po’ di tregua alle titolari, che dal mondiale per club in poi non hanno avuto praticamente mai il tempo di rifiatare. Così il tecnico della Imoco ha varato un sestetto iniziale abbastanza sperimentale, schierando l’enfant prodige Adigwe accanto a Zhu in banda, Eckl nel ruolo di opposto con Seki al palleggio, Lubian e Lukasiak al centro e Bardaro nel ruolo di libero. Una sorta di squadra B che pure ha retto perfettamente l’urto col palcoscenico croato, con un turno al servizio di Eckl devastante per rompere l’equilibrio (parziale di 8-0 e primo set in naftalina senza alcun grattacapo).
Più facili ancora le cose a inizio di secondo set, aperto dalla dinamite nelle mani di Zhu che manda in tilt la difesa delle balcaniche, brave però a riportarsi a contatto (da -4 a pari a quota 9). Un paio di attacchi di Marina Lubian segnano però un nuovo punto di svolta, con Conegliano che scappa nuovamente avanti di 4 lunghezze sul 18-14 e vede lo striscione del traguardo, finalizzando un altro parziale notevole (10-2) per ipotecare la contesa.
Gabi entra solo per sigillare la vittoria
Nel terzo set tutto lascia presagire un copione ormai scritto, ma un po’ di deconcentrazione obbliga Santarelli a fermare due volte l’incontro, dopo che sul 13-7 la pratica sembrava ormai davvero risolta: un po’ di confusione e qualche errore di troppo consegnano al Mladost la possibilità di mettere la freccia sul 15-14, tanto che nel finale di set c’è bisogno delle titolari per risolvere la pratica, con Wolosz, Haak e Gabi mandate in campo a risolvere problemi.
Ed è proprio un muro della brasiliana a confezionare la palla match con la quale le Pantere fanno calare il sipario sull’incontro (25-23). Una gara interlocutoria, ma nella quale chi è andata in campo ha comunque saputo fare la propria parte: 14 punti (con 3 muri) per Lubian e Zhu, anche se qualche titubanza di troppo in ricezione servirà a Santarelli per lavorarci sopra nei prossimi giorni. L’Italia ha già portato Scandicci ai quarti, mentre Milano dovrà passare giocoforza per i play-off (con lo spettro del derby).