Questo scudetto a chi lo do? Sebbene il corso degli eventi – siano essi di grande o di lieve entità – abbia insegnato che lo spettacolo deve andare avanti a ogni costo, ci sono stati momenti in cui anche il mondo del calcio ha dovuto soprassedere alla prosecuzione indistinta dei suoi piani e dire stop ai campionati di massima serie. E anche quando la serie A non ha subito alcun intoppo da calendario, è altresì capitato che ogni verdetto acquisito sul campo sia stato azzerato per vicissitudini che hanno inciso in maniera decisiva.
Scudetti revocati, contesi o non assegnati in Serie A
Una delle ultime occasioni, in senso temporale, che ha dato da discutere rispetto all’eventualità di sospendere il campionato di serie A (al pari di quelli delle altre grandi competizioni europee) è stata quella legata al “fermo” per coronavirus, esteso anche a tutte le competizioni, non solo calcistiche: cosa fare di questo campionato, ci si è chiesto a oltranza sia a competizione ancora in corso sia a emergenza conclusa.
Tante le ipotesi al vaglio – parliamo degli anni a cavallo tra il 2019 e il 2021 – con altrettante prese di posizione che hanno portato a una diatriba infinita conclusa con la scelta di proseguire per cercare di evitare una paralisi totale. Anche in quella circostanza sono tornate alla mente le volte in cui nella storia oramai centenaria del calcio italiano vi fossero già stati titoli “no contest” che fanno discutere a distanza di decenni, o titoli sospesi per motivazioni legali, tricolori ritenuti legittimi o meno. Vediamo un po’ come la storia ricorda quei campionati, come andò a finire la stagione di serie A e soprattutto perché.
Serie A campionato 1914/15: l’anno del Genoa
La Prima Guerra Mondiale era ormai una triste realtà e l’Italia si stava affacciando al conflitto bellico. Allora i tornei di calcio erano due e lo scudetto veniva assegnato con uno spareggio, oggi diremmo una finale, tra la vincitrice del Girone dell’Alta Italia – che in quell’anno fu il Genoa – e quella del Girone del Centro-Sud, ovvero la Lazio. Proprio a ridosso del gran finale, tuttavia, l’Italia entrò in guerra e tutte le manifestazioni sportive furono fermate.
Fu la prima volta che occorreva capire come affrontare un imprevisto e in quale maniera fosse meglio gestirlo. Come fare? La Figc di allora trovò una soluzione poco decubertiniana: lo scudetto venne assegnato al Genoa per autorità, seguendo una logica che sarebbe anacronistica per i giorni nostri e riconducibile a tematiche che rasentano la discriminazione territoriale. Essendo le squadre del nord molto più forti di quelle del centro-sud, probabilmente il Genoa davvero quel campionato lo avrebbe vinto sul campo: fu questa la logica attuata dalla Figc che optò per decretare il Grifone campione e lasciare la Lazio in bianco.
Qualche anno fa un gruppo di attenti e pazienti tifosi laziali attraverso un attento lavoro di ricostruzione storica è riuscito a ricostruire i risultati di quella stagione evidenziando il fatto che, se da un lato la Lazio si era effettivamente qualificata per le finali, il Genoa non aveva completato il suo percorso. L’istanza per un’assegnazione almeno ex aequo tra Genoa e Lazio è ancora al vaglio dell’attuale Figc.
Serie A campionato 1924/25: Bologna, tricolore col trucco?
Ancora il Genoa protagonista ma stavolta nei panni della “vittima”. L’albo d’oro vide iscritto il nome del Bologna. Che, secondo le malelingue, avrebbe beneficiato di un aiuto fascista. C’era ancora il campionato diviso tra nord e sud con finale/spareggio scudetto, anche qui, sbilanciata a favore delle società settentrionali. La finale del torneo del Nord era, di fatto, una finale scudetto. Genoa e Bologna si sfidarono a oltranza.
Non c’erano i supplementari e in caso di pareggio era prevista la ripetizione della partita. Così andò: 1-2 per il Grifone a Bologna, 1-2 per il Bologna a Marassi. Nel primo spareggio successe di tutto, a Milano, in un’Arena troppo piccola e piena di tifosi: quello che narrano le cronache dell’epoca è di persone accalcate fino ai bordi del rettangolo di gioco, il 2-2 finale fu macchiato da un gol del Bologna col pallone forse sospinto in rete da un tifoso rossoblu dietro la porta del Genoa.
Ma la Figc, si dice sotto il controllo del gerarca fascista Leandro Arpinati, emiliano e vicepresidente Figc, non battè ciglio. La seconda ripetizione, a Torino, finì 1-1 tra gravissimi scontri tra tifoserie alla stazione di Porta Nuova, fino al terzo e ultimo spareggio, ancora a Milano, stavolta al Vigentino, si racconta giocata alle sette del mattino e stavolta vinta 2-0 dal Bologna.
Quello scudetto lo ha reclamato recentemente il presidente dei grifoni Enrico Preziosi, almeno per metà, sostenendo irregolarità, appunto, nelle antiche finali, però il Bologna ha replicato stizzito parlando di “aberrazione giuridica”. Il Genoa tiene molto a quello scudetto pencolante perché, nel caso, sarebbe il decimo, dunque quello della stella.
Serie A campionato 1926/27: lo scudetto revocato al Torino
Stagione 1926/27: in questo caso non vi fu alcuna assegnazione e lo scudetto venne revocato al Torino. I granata pagarono il cosiddetto “scandalo Allemandi“. Il giocatore, in forza alla Juventus, fu “corrotto” da un dirigente del Torino prima di un derby della Mole affinché si potesse, in qualche modo, condizionare il risultato. Quella gara venne vinta dal Toro 2-1 e consentì ai granata di proseguire la marcia trionfale verso il tricolore. Il titolo durò il giro di qualche mese e venne revocato nel novembre 1927. Stavolta, narra la ricostruzione di “Ultimo Uomo”, il Regime Fascista non se la sentì di “favorire” nuovamente il Bologna come “lucky loser”, su pressione del solito gerarca e uomo legato alla Federazione, Leandro Arpinati. Così lo Scudetto 1927 rimase non assegnato.
Serie A campionato 1943/44: La Spezia in trionfo
In piena Seconda Guerra Mondiale venne organizzato un campionato di Divisione Nazionale 1944, meglio noto come Campionato Alta Italia 1944. Tra bombardamenti e rastrellamenti, le squadre furono associate a enti o fabbriche. Dopo le qualificazioni regionali si arrivò a disputare, per l’assegnazione del titolo, un triangolare, disputato a Milano, tra Venezia, Torino e Vigili del Fuoco La Spezia. Se lo aggiudicò La Spezia che, dopo l’1-1 col Venezia, vinse 2-1 col Torino (a sua volta vincitore 5-2 sui lagunari). Ma quel titolo, molto sui generis, non fu mai archiviato come scudetto ma come Coppa Federale ed infatti nell’albo d’oro della Figc non risulta giocato il campionato in quell’anno.
Dopo un lungo contenzioso in cui lo Spezia ha cercato di ottenere quello scudetto nel proprio palmares, il 22 gennaio 2002 la FIGC ha deciso di sancire definitivamente l’ufficialità del torneo: esso, però, non è stato riconosciuto come un’edizione del campionato italiano di calcio e il titolo assegnato è stato definito come onorifico, ossia diverso da un vero e proprio scudetto.
Serie A campionato 1948/49: il Grande Torino
Più che doverosa ma comunque particolare fu l’assegnazione di quello scudetto. La strage di Superga che cancellò il Grande Torino a 4 giornate dalla fine del torneo non tolse ai granata un tricolore strameritato con un campionato di fatto congelato nel finale in cui le avversarie mandarono in campo la propria primavera contro quella del Toro.
Serie A campionato 2004/05 e 2005/06: lo scandalo Calciopoli
E siamo ai giorni nostri. Allo scandalo Calciopoli che travolse la Juventus sul finire del campionato 2005/2006 vinto dai bianconeri allenati da Capello così come la stagione prima. Le intercettazioni di Moggi, le utenze telefoniche svizzere, un processo lampo in piena estate e una condanna pesante sulla Vecchia Signora che fu privata di quei due scudetti e retrocessa in serie B. Al netto di un una battaglia legale più volte ripresa dal presidente attuale Agnelli e sempre rigettata da tutti i tribunali. Lo scudetto del 2004/2005 non venne assegnato, quello del 2005/2006 fu assegnato all’Inter, terza in classifica, dopo che anche il Milan fu parzialmente coinvolto nello scandalo. Se ne parla ancora oggi…