Una Juve incerottata non va oltre il pari al Bentegodi e vede affievolirsi le speranze di rimonta scudetto. Il gol del solito, monumentale Ronaldo non basta ai bianconeri per battere il Verona e per dar corpo ai propositi di gloria. Ai tifosi importa poco dell’emergenza e dei tanti assenti: sui social è processo a Pirlo e alla squadra.
Primo tempo da sbadigli
Poche emozioni nel corso del primo tempo e i tifosi si scatenano. “Si gioca in dieci come al solito, senza Bernardeschi. Forse anche in otto…vedi Ramsey e Rabiot“, scrive un supporter su Facebook. “Squallidi, d’altronde con i giocatori che abbiamo stasera è una ovvia conseguenza”, è un altro commento negativo. Qualcuno, però, invita a considerare anche i fattori contingenti: “Sinceramente con 7/8 titolari fuori è difficile. Lo sarebbe per chiunque”.
Ronaldo il fenomeno
A togliere le castagne dal fuoco è, una volta di più, Ronaldo. “29 partite, 26 gol: e c’è ancora chi lo considera un campione finito”, scrive un sostenitore bianconero su Twitter. “Ma scusatemi, Cassano non aveva detto che aveva fallito? Mi sono perso qualcosa?”, punge un altro supporter. “Ammettiamo che questa squadra è stata costruita male e che non ha una guida tecnica all’altezza. Non è possibile che Ronaldo possa sempre risolvere da solo”, scrive un altro incontentabile.
Difesa di burro
Avanti di un gol la Juve lotta, si difende, arretra il baricentro. Ma il Verona preme e trova il pari con Barak. “Scontatissimo, era un quarto d’ora che me lo sentivo”, confida una tifosa con le premonizioni. “Purtroppo quest’anno la Juve è una sofferenza”, scrive sconsolato un altro supporter. “Possiamo tranquillamente ammetterlo: risultato strameritato. Non si può vincere facendo solo un tiro in porta”, è un commento piuttosto critico. “Però Allegri ci riusciva”, è una delle repliche. “Basta Pirlo e basta tutte le mezze calzette che schiera in campo, non se ne può più”, è un’altra considerazione fuori dai denti. “Ma l’avete visto con chi ha dovuto giocare oggi? Nel finale ha potuto mettere in campo solo Di Pardo, ma di che parliamo”, è una difesa d’ufficio.