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Chi è Damien Comolli, l'erede di Calvo alla Juventus gradito a Elkann: allenatore e scopritore di Modric e Henry

Personaggio di spessore, potrebbe approdare alla nuova società così come si sta plasmando alla ricerca dell'equilibrio tra conti e prestazione sportiva

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

La suggestione che riesce a provocare Damien Comolli è notevole. Appassionante, per alcuni versi, e anche stimolante per via di quella convinzione ostinata e in direzione contraria nell’applicare al calcio la statistica secondo un metodo guardato con una diffidenza a tratti enfatizzata dalla ritrosia ad approfondire. Invece, a osservare quanto costruito in questi anni che hanno visto stagione dopo stagione costruire un modello come quello del Tolosa, ma non solo, è un suggerimento all’applicazione, allo studio, all’analisi.

Di Comolli, personaggio eclettico ed interessante, associato alla Juventus, si conosce molto che, poi, non è tutto. Si può incominciare a tratteggiare un suo ritratto, utile a comprendere se e quando potrà davvero imprimere quella svolta attesa a Torino.

Il gesto di Comolli che fa sperare la Juventus

Damien Comolli si è dimesso il 28 maggio dalla presidenza del Tolosa, dopo che i rumors che lo riguardavano hanno subito un’enfasi prevedibile in prossimità dell’epilogo del campionato e dell’avvicinarsi del Mondiale per club a cui prenderanno parte Juventus e Inter.

L’ex presidente del Tolosa, altro club di proprietà di Red Bird, il fondo riconducibile a Gerry Cardinale nonché attuale proprietario del Milan, aveva occupato questo delicato incarico in piena pandemia quando nell’estate del 2020 fu chiamato ad occuparsi della società. Da quando è diventato numero 1 nel 2020, il Tolosa è tornato in Ligue 1 e ha vinto per la prima volta la Coupe de France, nel 2023.

Le sue dimissioni, ufficiali, alimentano quelle indiscrezioni che lo vorrebbero libero così di trasferirsi alla Juventus, club dove andrebbe a colmare il vuoto nell’organigramma che sarebbe libero una volta abbandonata la Continassa da Francesco Calvo. Eppure le sue competenze non si limitano certo a quel che il dirigente bianconero svolge nell’ambito dell’attuale ripartizione di funzioni e ruoli, in seno alla Juventus.

Chi è Damien Comolli

Nato il 13 dicembre 1972 in Francia, Comolli vanta un’esperienza trentennale nell’ambito calcistico che lo ha scoperto in ruoli assai differenti: allenatore, responsabile scout, direttore sportivo e, infine, presidente.

Appassionato, ma anche incline allo studio e alle scienze sociali, in particolare, ha conseguito la laurea in giurisprudenza e ha il patentino di allenatore francese, dettaglio di non poco conto anche se poi la sua notorietà a livello internazionale soprattutto in Premier la deve alle sue intuizione come scopritore di talenti quali Modric al Tottenham e Henry all’Arsenal. Due nomi che bastano, come biglietto da visita.

Le stagioni all’Arsenal e al Liverpool

I primi passi di Comolli nel mondo del calcio risalgono al 1992, quando ha iniziato la sua esperienza da allenatore nel settore giovanile del Monaco durata ben tre anni, esperienza che lo forma e che gli consente di intessere anche un rapporto di stima con Arsène Wenger, che ha allenato il club biancorosso proprio fino al settembre 1994. All’Arsenal nel 1996, Comolli inizia a lavorare come osservatore dei Gunners e contribuisce all’arrivo di calciatori decisivi, soprattutto di Henry.

Fonte: Getty Images

Damien Comolli in una foto recente

Dopo 8 stagioni Comolli decide di tornare in Francia e nel luglio 2004 assume il ruolo di direttore sportivo del Saint-Étienne, neopromosso in Ligue 1 per una sola stagione, poi fa ritorno a Londra, al Tottenham con l’incarico di direttore sportivo. Colpi come Luka Modric e Gareth Bale portano la sua firma, ma anche questa avventura in premier ha una sua conclusione e torna al Saint-Étienne dopo una rottura non proprio indolore.

L’interruzione di sei anni e la Turchia

Il 4 ottobre 2010, si trasferisce al Liverpool dove porta anche un certo Luis Suarez per poi staccare sei anni. Torna calcio in Turchia, anticipando una tendenza se vogliamo. Eccoci alla chiusura del cerchio, ovvero al ritorno ijn Francia al Tolosa e a quel che sappiamo. Dopo le ultime due stagioni chiuse all’11° e al 10° posto, il 28 maggio 2025 Comolli decide di lasciare la presidenza del club rassegnando le dimissioni.

Fonte: ANSA

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Il metodo Moneyball

Che cosa rimane e che cosa risulta intrigante da quel che è emerso, della sua figura? In primis l’ottima gestione finanziaria che, di questi tempi e con i vincoli noti, non guasta. Poi è stato ed è tra i primi fruitori in Europa del modello Moneyball. Di cosa si tratta? È un approccio innovativo, ispirato al baseball, per la gestione di una squadra che si basa sull’analisi statistica avanzata per valutare i giocatori e scovare talenti.

“La mia ossessione è trovare un vantaggio competitivo sul mercato, e lo faccio utilizzando dati e numeri quando acquistiamo allenatori e giocatori – ha dichiarato Comolli lo scorso gennaio in un’intervista a BBC Sport -. Utilizziamo i dati per ottimizzare il nostro budget per i trasferimenti e il monte stipendi”.

Nella medesima intervista ha risposto con una interessante dichiarazione, sugli attori che creano il sistema calcio. “Ho anche imparato cosa non fare quando gestisco una squadra di calcio. Quello che ho imparato dai club inglesi è il senso di comunità. Penso a ciò che ho imparato durante il mio periodo al Tottenham, all’Arsenal e al Liverpool: in altre parole, l’impatto della squadra di calcio sulla comunità locale”.

La visione

E la visione complessiva, di prospettiva sul calcio che cambia e che si allarga anche al mondo femminile cosa che, rimanendo nella famiglia Juventus, sta avvenendo da alcuni anni. “Se esprimessi un desiderio per il calcio europeo al di fuori dell’Inghilterra, offrirei alle ragazze strutture e spogliatoi che consentano loro di giocare a calcio proprio come i ragazzi”, afferma.

Il 70% delle ragazze che praticano sport, incluso il calcio, smettono di farlo a causa del sessismo dei ragazzi e perché non ci sono campi, spogliatoi, allenatori insufficienti, squadre insufficienti. Lo detesto”. Un manifesto molto ampio e di tono che promette di toccare ogni ambito, anche commerciale del club, qualora fosse lui l’erede di Calvo.

Chi è Damien Comolli, l'erede di Calvo alla Juventus gradito a Elkann: allenatore e scopritore di Modric e Henry Fonte: Getty Images

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