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Chi è l'arbitro Calvarese di Teramo

Carriera, vita privata e caratteristiche tecniche del fischietto abruzzese

24-08-2022 09:00

Uno dei fischietti più esperti della Serie A, con oltre cento partite dirette nel massimo campionato, Gianpaolo Calvarese è un direttore di gara che ammonisce poco, ma che invece non si fa troppi problemi a estrarre il cartellino rosso. Andiamo a ripercorrere le sue tappe dall’esordio in Cagliari-Inter del 2009.

Calvarese ingegnere, ex calciatore

Gianpaolo Calvarese nasce a Teramo il 20 febbraio 1976. Marito, padre e ingegnere, il suo rapporto col calcio è cominciato da calciatore, avendo militato anche in Eccellenza. Poi però un brutto infortunio ad una spalla lo costrinse a smettere, ma a farlo restare nell’ambiente calcistico fu un suo amico, che a sua insaputa lo iscrisse al corso per diventare arbitri e da quel momento si appassionò al ruolo.

Dopo un arbitraggio nell’allora Serie C, un derby Avellino-Salernitana, capì che il suo vero obiettivo era riuscire ad arrivare in Serie A.

Calvarese promosso due volte

La prima partita arbitrata nel massimo campionato fu una gara tranquilla, col Cagliari che sconfisse 2-1 i già campioni d’Italia dell’Inter, ma in quegli anni ci fu la scissione arbitrale tra A e B. Successivamente venne assegnato nuovamente alla serie B. E dopo due anni ancora in A. Curiosamente quindi è l’unico arbitro promosso per due volte in serie A.

Inoltre ha rischiato di vedere compromessa la sua carriera di direttore di gara come avvenne per quella da calciatore, in quanto il 26 agosto 2017, in occasione della prima giornata del campionato di serie A 2017-2018, si infortunò seriamente durante l’incontro tra Benevento e Bologna. La diagnosi fu rottura del tendine d’Achille, che lo costrinse ad un lungo stop di mesi.

Calvarese e l’uso del Var

Una delle critiche rivolte spesso a Gianpaolo Calvarese è quella di ricorrere troppo poco all’uso della tecnologia. Troppo spesso il fischietto teramano ha deciso di non andare a rivedere le immagini anche se invitato dal collega al Var, come accadde il 6 gennaio 2018, quando dopo un evidente tocco col braccio in area di Bernardeschi in un Cagliari-Juventus 0-1 (sempre la Sardegna nel suo destino) disse di aver visto e non voler andare al monitor. Purtroppo per lui sbagliando.

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