Se anche l’autorevole Enciclopedia Treccani ha inserito una voce dedicata a Sara Gama, quanto sta costruendo la capitana della Nazionale e della Juventus non ha eguali nel mondo del calcio femminile e dei diritti civili, per il suo contributo attivo e partecipe al dibattito pubblico sulla parità di genere, la forbice remunerativa e il riconoscimento del professionismo.
Sara è la capitana delle Azzurre guidate dal ct Milena Bertolini in Inghilterra, dove si giocano gli Europei femminili, tra il 6 e il 30 luglio 2022.
- Sara Gama: chi è e come è nata la passione per il calcio
- L'incontro con il calcio
- Il debutto con il Tavagnacco
- La svolta con il PSG e la storia con il Brescia
- Il passaggio alla Juventus
- Una vita in Nazionale
- La vita privata e il suo libro
- La bambola celebrativa della Mattel
- Gli incarichi istituzionali in FIGC e AIC
Sara Gama: chi è e come è nata la passione per il calcio
Sara è nata a Trieste il 27 marzo 1989 da padre congolese e madre triestina, in una città di frontiera dove apprende i rudimenti di un’esistenza segnata dalla passione per lo sport e poi il calcio e la disciplina che apprende sulle basi di una continua educazione a gestire tempo da dedicare allo studio, all’attività fisica e agli obiettivi fissati.
Ancora piccolissima, intraprende il suo percorso senza mai accantonare il pallone che incontra quando è appena iniziata la scuola e lo sport in generale. Dopo la maturità scientifica al liceo Oberdan di Trieste, Sara Gama continua a dedicarsi agli studi – nonostante gli impegni calcistici – laureandosi a Udine in Lingue e letterature straniere: oggi parla italiano, inglese, francese e spagnolo.
La sua attenzione alle istanze emergenti, nel mondo dello sport femminile, e la sua esperienza diretta in qualità di calciatrice la mettono davanti a un bivio: prende la strada della consapevolezza, della coscienza e si batte fin dall’esperienza al PSG per superare un gap epocale: oggi è vicepresidente dell’Associazione italiana calciatori, sindacato reso popolare e di un indubbio spessore anche grazie all’opera di Damiano Tommasi, neo sindaco di Verona.
L’incontro con il calcio
Chi è oggi Sara Gama lo apprendiamo grazie alla sua stessa volontà, al suo libro, alla sua opera divulgativa. La sua carriera è stata articolata. Dopo le esperienze giovanili, Gama già mostra una resistenza fuori dal comune che la fa spiccare in campo tra i bambini e nella corsa campestre che pratica con soddisfazione quando è una bimba.
Sara comincia a giocare con un impegno di fatto professionale (quando rammentiamo che allora non era minimamente contemplato) nello Zaule Rabuiese, a Muggia, per poi spostarsi nella Polisportiva San Marco di Villaggio del Pescatore (comune triestino di Duino-Aurisina). Qui rimane 6 anni, esordendo per la prima volta in una squadra al femminile e rafforzando alcune convinzioni personali, come descrive nella sua biografia.
Il debutto con il Tavagnacco
Il debutto “vero” arriva con la maglia del Tavagnacco, una delle squadre che ha fatto la storia del calcio femminile e che, quando Sara si è già mostrata la calciatrice dalle qualità indubbie, si aggiudica le sue prestazioni: qui la Gama colleziona 52 presenze mettendo a segno anche 4 gol. Qui rimarrà fino alla stagione 2008/2009, quando raggiunge il 3° posto in classifica, nella serie A femminile.
La stagione successiva, Sara si trasferisce al Chiasiellis, sempre in Friuli, dove continua acrescere ma che rappresenta nella sua carriera anche una grande cesura: durante un impegno con la nazionale subisce un infortunio al ginocchio destro molto grave che la induce a studiare in modo matto. Nell’anno di esordio al Chiasiellis ha giocato le semifinali di Coppa Italia mentre in campionato il risultato migliore è arrivato all’ultima stagione 2011-2012 terminata con il raggiungimento del 7º posto, sotto la guida tecnica di Fabio Franti.
Nel corso della pausa estiva 2010 coglie l’occasione per giocare in un campionato estero, trasferendosi temporaneamente con la formula del prestito al Pali Blues per giocare in United Soccer Leagues W-League.
La svolta con il PSG e la storia con il Brescia
Ma è il 2012 l’anno che muta la prospettiva che Sara Gama aveva, fino ad allora sul piano dell’esperienza nel professionismo: prima al Brescia (25 presenze e 3 gol arrivando terza), poi la stagione successiva il passaggio al PSG, dove colleziona 10 presenze in campionato ed esordisce nella Women’s Champions League.
Le calciatrici godono del medesimo trattamento dei colleghi maschi, sono immerse in una macchina perfetta, quasi ignota a Sara che nonostante un secondo, importante infortunio, assimila per osmosi quanto vissuto a Parigi e comprende quanto sia ardua il percorso da intraprendere in Italia. E non solo per un gap formale: la questione è culturale.
La sua permanenza tra le file del PSG si conclude con un bagaglio tecnico e non solo che la capitana della Nazionale fa proprio e che porta a Brescia, dove torna con un progetto nuovo nell’estate 2015 e lì rimane per due stagioni, fino al passaggio alla Juventus Women.
Il passaggio alla Juventus
A Torino, alla sua prima stagione, Sara Gama vince lo scudetto battendo allo spareggio proprio il Brescia, sua ex squadra. Ne seguiranno altri due consecutivi, una Coppa Italia e due Supercoppe.
Una vita in Nazionale
La storia con la Nazionale di Sara è altrettanto intensa, incominciata quando Sara viene convocata per la prima volta con con la Nazionale U19: esordio in Italia-Slovacchia il 25 aprile 2006, in occasione del match di qualificazione al Campionato Europeo 2006. Con questa rappresentativa, vince l’Europeo in Francia nel 2008 da capitano ed entra nella top XI del Torneo secondo la UEFA.
Con la Nazionale maggiore si conferma uno dei pilastri: anche Antonio Cabrini, ct delle azzurre, prima dell’avvento di Milena Bertolini, la fiducia è innegabile. Parte per l’Inghilterra, dunque, forte di una notevole ricchezza di conoscenze tra ct, compagne e logiche legate alla Nazionale che la rendono sicuramente molto esperta e preparata.
La vita privata e il suo libro
Molto riservata, nonostante la presenza e gli incarichi istituzionali, Sara Gama è assai discreta riguardo alla sua famiglia e ai suoi affetti in generale, tant’è che il suo account Instagram è dedicato quasi totalmente all’attività professionale e divulgativa della quale si è fatta carico.
La bambola celebrativa della Mattel
Tra le 100 calciatrici più importanti al mondo, secondo la classifica stesa dall’autorevole The Guardian, la sua notorietà ormai planetaria è stata celebrata dalla Mattel nel 2018, in occasione della Giornata internazionale della donna, come unica italiana a essere inserita tra le 17 personalità del presente e del passato scelte dalla nota casa produttrice di giocattoli “che hanno saputo diventare fonte di ispirazione per le generazioni di ragazze del futuro”.
In quella circostanza il riconoscimento è stato accompagnato dalla creazione di una Barbie che rappresenta Sara in maglia bianconera: “Essere un esempio per le nuove generazioni nell’abbattere le barriere della società è qualcosa che mi spinge a dare sempre di più “, ha dichiarato alla consegna della nota icona che la raffigura.
Proprio in virtù della sua storia umana e professionale, Sara è stata invitata a raccogliere quanto realizzato in un libro rivolto alle nuove generazioni dal sapore autobiografico, “La mia vita dietro un pallone”.
Gli incarichi istituzionali in FIGC e AIC
Consigliere federale FIGC dal 2018, Sara Gama a due anni di distanza viene eletta vicepresidente dell’AIC: è la prima donna della storia a ricoprire questo incarico. Nel 2021 entra anche nella Commissione Nazionale Atleti del CONI e, nello stesso anno, ottiene il riconoscimento Tricolore Ancri dell’Associazione nazionale insigniti dell’Ordine al merito della Repubblica in quanto “orgoglio italiano dentro e fuori il campo”.
La capitana delle azzurre è impegnata in Federazione come membro del Federal Board ed è Presidente della Commissione per lo Sviluppo della figura femminile del calcio.