- Minimo retributivo dal 16° al 19° anno di età (classe 2007 – 2004) € 17.782,45 lordi / € 14.693 netti
- Minimo retributivo dal 20° al 23° anno di età (classe 2003 – 2000) € 23.784,16 lordi / € 18.041 netti
- Minimo retributivo dal 24° anno di età (classe 1999 e precedenti) € 32.053, 81 lordi / € 12.742 netti
- Contratto di addestramento tecnico (classe 2004) € 15.403,17 lordi / € 12.742 netti
- Primo contratto da professionista (classe 2003) € 23.784,16 lordi / € 18.041 netti
Calano gli stipendi totali in Serie BKT
Come annunciato in un comunicato dalla Lega B, in questa stagione gli emolumenti aggregati dei 20 club evidenziano un calo dell’8% rispetto alla stagione precedente.
Un processo virtuoso, indirizzato alla sostenibilità, che i club hanno intrapreso sospinti e stimolati dalla Lega B anche per quanto riguarda il maggior utilizzo dei giovani che hanno stipendi più bassi e impattano in maniera minore sul monte ingaggi totale.
L’obiettivo della Lega B è costruire un sistema capace di raggiungere la virtuosità economica e garantire la salute della competizione, nonostante la congiuntura economica sfavorevole che sta investendo il mondo della football industry e la mutualità più bassa d’Europa per quanto riguarda i sostegni che vengono distribuiti dalla Serie A alle leghe cadette.
Il calo degli emolumenti non è solo il prodotto del turnover che annualmente colpisce la Serie BKT, con 7 squadre su 20 che cambiano di stagione in stagione tra retrocessioni e promozioni (al netto di fallimenti o altre situazioni che spesso interessano i club).
Sostenibilità e giovani come pilastri per la crescita
Questo sistema, come sottolineato anche dalle parole del Presidente Balata, non consente una programmazione attenta di lungo periodo in quanto ogni campionato ci si presenta ai nastri di partenza con il 30% di club differenti rispetto alla stagione precedente.
Il calo dell’8% evidenziato non è solo frutto di questo cambio nella composizione dei 20 club.
Infatti, anche solo considerando i soli 13 club già presenti lo scorso anno si evidenzia comunque un calo del 4% riconducibile alle politiche intraprese dalla Lega B sull’utilizzo dei giovani italiani: un nuovo parametro che entra in gioco nella distribuzione dei ricavi tra le società premiando quelle più virtuose per quanto riguarda lo spazio concesso ai giovani.
Proprio la sostenibilità del sistema è uno dei punti cardine su cui la Lega B fonda la propria idea di riforma più volte prospettata, auspicata e stimolata dal Presidente Mauro Balata, e la diminuzione del monte ingaggi aggregato va proprio in questa direzione.
Un percorso che deve condurre verso un calcio sempre più evoluto e capace di sostenersi in maniera autonoma, senza perdere di vista la competitività e l’appeal del torneo.
Chi spende di più per gli ingaggi in Serie BKT
Se nella scorsa stagione il primato apparteneva al Genoa, in questa stagione il primo posto resta comunque nel capoluogo ligure.
Infatti, è la Sampdoria la società che spende di più per gli stipendi nella Serie BKT 2023-2024. La cordata guidata da Radrizzani e Manfredi, dopo aver salvato il club dall’ipotesi fallimento, ha operato sul mercato estivo con la finalità di ridurre il monte ingaggi e inserire all’interno della rosa tanti giovani con ingaggi sostenibili.
Ciò nonostante giocatori che erano già presenti in rosa lo scorso anno come Andrea Conti o gli acquisti di calciatori del calibro di Fabio Borini posizionano il Doria in testa a questa speciale classifica.
Alle spalle dei blucerchiati, come lo scorso anno dietro il Genoa, troviamo il Parma.
I ducali però, rispetto alla scorsa stagione hanno leggermente abbassato il monte ingaggi di circa 3 milioni totali. Un dato originato dai mancati rinnovi di Franco Vazquez e Gianluigi Buffon, due dei giocatori che pesavano di più sul monte ingaggi del club di Krause.
L’obiettivo del Parma in questa stagione, dopo anni di investimenti ingenti che hanno superato i 300 milioni di euro, è senza ombra di dubbio quello di raggiungere la massima serie e in questa annata la squadra di Pecchia è partita forte anche grazie alla crescita di giovani come Bonny, Bernabé e Benedyczak.
Sul gradino più basso del Como, la squadra con la proprietà più ricca d’Italia, che vuole continuare a sviluppare il suo progetto senza l’assillo della Serie A ma arrivandoci pronta come struttura e organizzazione societaria.
Per quanto riguarda la parte bassa di questa classifica, ormai non sorprende più il Cittadella che grazie all’esperienza di un grande direttore sportivo (spesso sottovalutato dall’opinione pubblica) come Marchetti riesce annualmente a costruire una rosa competitiva e ben amalgamata senza spese folli e lanciando ogni stagione giovani interessanti per i quali la piazza veneta diventa un trampolino di lancio importante.
Sentiremo per esempio parlare di Claudio Cassano, giocatore scuola Roma per il quale, al netto del cognome evocativo, si sono già spesi importanti paragoni e apprezzamenti da parte di tanti addetti ai lavori.