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Investimenti, obiettivo Serie A e rimpianto Cheddira: il progetto Krause-Parma

Dall'amara retrocessione alla delusione per aver mancato una pronta risalita in Serie A: nonostante l'assenza di risultati Kyle Krause non ha fatto mancare il suo sostegno economico al Parma

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Investimenti, obiettivo Serie A e rimpianto Cheddira: il progetto Krause-Parma Fonte: Shutterstock

Quando il 18 settembre 2020 Kyle Krause ha finalizzato l’acquisto del Parma nei suoi programmi non c’era di certo quello di collezionare una retrocessione nella stessa stagione e non riuscire ad ottenere l’immediata promozione in Serie A la scorsa stagione.

Incidenti di percorso che però non hanno minato e non cambiano l’idea che Kyle Krause ha per il futuro del Parma e la crescita di tutta la struttura dei ducali. Come traspare dalle azioni e il sostegno economico confermato in questi quasi tre anni che danno seguito alle parole di insediamento dette successivamente alla finalizzazione dell’acquisto societario.

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L’acquisizione del Parma Calcio è la realizzazione di un sogno che avevo da tempo. Io e tutta la mia famiglia condividiamo un’enorme passione da generazioni per il calcio e per l’Italia, la terra dei nostri avi. Il Parma ha dimostrato in questi anni uno spirito da vero combattente, con la rinascita dalla Serie D che è stata una vera testimonianza di tenacia e determinazione. Una storia che mi ha affascinato. Come futuro Presidente, prometto il massimo impegno per questo club. Sarò onorato di rappresentare questi colori gloriosi e di poter ricoprire un ruolo nella storia centenaria di questa società. Darò il massimo per fare crescere il nostro sport, la nostra squadra e il numero dei nostri sostenitori a Parma, in Italia e nel mondo intero”.

Con queste parole Kyle Krause una volta finalizzato il passaggio del 90% delle quote della società gialloblu, rendendola il quarto club italiano a conduzione americana dopo Roma, Fiorentina e Milan.

La proprietà del Parma è quindi oggi suddivisa in: 90% Krause Group, 9% Nuovo Inizio e 1% Parma Partecipazioni Calcistiche, la società che riunisce l’azionariato diffuso dei tifosi.

Una volta riportata in Serie A la squadra della nostra città, ripartita dai dilettanti solo 5 anni fa, i soci di Nuovo Inizio avevano assunto l’impegno di identificare un nuovo azionista di maggioranza che avesse solidità, passione e competenze per garantire un futuro sereno al Parma Calcio“, ha dichiarato Marco Ferrari, presidente di Nuovo Inizio, che, dopo il fallimento del Parma di Tommaso Ghirardi, nel luglio 2015 hanno deciso di rifondare il calcio a Parma, dando vita alla società Parma Calcio 1913-

La società composta dagli imprenditori parmigiani Guido Barilla, Giampaolo Dallara, Mauro Del Rio, Marco Ferrari, Angelo Gandolfi, Giacomo Malmesi, Paolo e Pietro Pizzarotti, con queste parole aveva presentato l’ingresso del nuovo azionista Kyle Krause.

Alla quota di partecipazione si aggiunge il 99% di Progetto Stadio Parma srl, la società creata per la gestione del progetto di ristrutturazione dello Stadio Tardini.

Quanto ha investito Krause dal 2020 ad oggi?

In un’intervista alla Gazzetta dello Sport, Krause aveva detto di voler “ricoprire il ruolo di presidente per molto, molto tempo. L’orgoglio è di investire in un progetto che per me è diventato subito amore. E che voglio far crescere ancora di più“.

In queste stagioni dall’insediamento nel nuovo ruolo i risultati economici del Parma sono stati certamente influenzati da quanto accaduto in campo.

Dalla retrocessione alla mancata promozione lo scorso anno, adesso il Parma è pronto a giocarsi i playoff per tornare nella massima serie dopo aver chiuso il terzo bilancio in perdita da quando è arrivato Krause, per un totale di più di 200 milioni di perdite così ripartite:

  • 31.12.2020: – 21.960.123
  • 31.12.2021: – 87.564.848
  • 31.12.2022: – 96.503.543

La presenza del gruppo Krause però ha permesso ai ducali ripianare queste perdite per non intaccare il patrimonio netto del club che al 31.12.2022 è positivo per 14,9 milioni di euro.

Un risultato dovuto dal costante impegno da parte della proprietà, Krause Group Italia S.r.l., che nel corso dell’esercizio ha effettuato versamenti, a titolo di finanziamenti soci infruttiferi e postergati, per un importo pari a euro 103 milioni portando il totale complessivo dei medesimi, dall’acquisizione da parte del Gruppo Krause, fino alla data odierna, a euro 324,9 milioni, comprensivo dell’importo convertito in capitale, pari a Euro 214,5 milioni.

Inoltre, a supporto della posizione dei Krause in merito al progetto Parma si evidenzia che al fine di garantire il presupposto della continuità aziendale, la controllante ha confermato, mediante un support letter datata 8 marzo 2023, che porrà a disposizione della Società le risorse adeguate alla copertura patrimoniale e finanziaria del suo fabbisogno.

Quasi 325 milioni, dunque, investiti da Kyle Krause da quando è alla guida del Parma e il cui futuro verrà inevitabilmente condizionato dal raggiungimento o meno della Serie A tramite i playoff al termine di questa stagione.

L’impegno di Krause consente di dire che il Parma oggi è una società solida per via della volontà dell’azionista di riferimento di mettere a disposizione del club le risorse finanziare necessarie ma non può quello ducale essere al momento definito come un club sostenibile.

Ed è sul tema della sostenibilità, che deve essere accompagnata dai risultati sportivi, che si gioca il futuro del Parma e del progetto Krause.

Un progetto e una visione che sarà determinante sostenere anche fuori dal campo con investimenti mirati anche a livello infrastrutturale.

Il progetto stadio e l’area di Collecchio

L’imprenditore statunitense continua nel suo obiettivo di rafforzare la società da un punto di vista finanziario, all’interno di una strategia di business che guarda al medio-lungo termine.

Una strategia che punta a non dipendere dal risultato sportivo nell’immediato, per quanto sia comunque importante, e rispettando una visione innovativa su diversi temi.

Il nuovo investimento da parte del Presidente del Parma Calcio riguarda l’ex proprietà Tanzi a Collecchio, vicinissimo all’attuale Mutti Training Center ex Centro Sportivo di Collecchio.

La società ha puntato sullo sviluppo dell’area di Collecchio dove ha acquistato dei terreni del complesso ex Parmalat nei pressi del centro sportivo, oltre che sul progetto del nuovo stadio Tardini

La cosa che mi rende più felice – ha detto Krause in un’intervista – è che il Comune di Parma abbia deciso di valorizzare lo stadio nel luogo in cui è nato e cresciuto. E sono felicissimo che lo stadio rimarrà sempre dov’è oggi, nel cuore della città. Questo è un patrimonio per i tifosi, per i cittadini e per la società. Continueremo a dialogare con la città e faremo il meglio per le persone e per la città di Parma“.

Anche la Sindaca Maristella Galli si era espressa positivamente in merito alla notizia dell’acquisto dell’ex direzionale Parmalat da parte del Parma Calcio.

La società è già impegnata da alcuni mesi, insieme al Comune di Collecchio, in un progetto di rigenerazione del quadrante est del Capoluogo e riqualificazione del vicino centro sportivo del Parma Calcio.

Un’acquisizione che crea le migliori condizioni per chiudere dopo tanti anni la ferita apertasi con il crack Parmalat.

Per quanto riguarda lo stadio, invece, nell’ambito della strategia aziendale la Società ha identificato come prioritaria la riqualificazione dello Stadio Tardini: intenzione confermata anche da quanto scritto nella nota integrativa del bilancio.

Un intervento che si pone l’obiettivo di migliorare la qualità dello stadio, creando una struttura pensata per le persone, che fornisca il massimo livello di comodità e sicurezza agli spettatori e che contribuisca anche allo sviluppo della comunità e del territorio di riferimento.

Uno stadio che a livello di hospitality ha portato nelle casse del Parma 734mila euro di ricavi iscritti nel conto economico nell’esercizio 2022.

Acquisti costosi e cessioni dolorose

Una voce di bilancio consistente è quella relativa alle operazioni di trasferimento dei giocatori.

Già al suo primo anno di insediamento Krause aveva mostrato il suo impegno nella prima sessione di calciomercato da Presidente, quella del 2020 svoltasi dal 1° settembre al 5 ottobre 2020.

In quella circostanza le scelte avevano portato a spendere 44 milioni di euro per l’acquisto di Busi, Cyprien, Mihaila, Osorio, Sohm, Valenti e Maliszevski. Una campagna acquisti in alcuni elementi poco fortunata ma con una direzione chiara di puntare sui giovani.

Anche nella sessione di calciomercato successiva, il Parma ha impegnato risorse per 33 milioni di euro investendo principalmente sull’acquisto di Man (12 mln), Tutino (5,75 mln) e Benedyczak (2,4 mln).

Nell’ultima finestra di calciomercato, invece, il gruppo Krause ha stanziato minori risorse rispetto a quelle precedentemente investite. Parliamo di una campagna acquisti da 18 milioni di euro con Cobbaut (3,5 mln), Oosterwolde (3,3 mln) e Del Prato (3,1 mln) che hanno rappresentato gli acquisti più costosi.

È giusto sottolineare come il Parma sia stato comunque in grado di pescare anche dei talenti a prezzi contenuti, come nel caso di Bernabé arrivato dal Manchester City per soli 180mila euro.

Per quanto riguarda le cessioni, invece, il Parma non è riuscito a monetizzare nelle precedenti sessioni di calciomercato e ha piuttosto deciso di registrare anche alcune minusvalenze per liberarsi di giocatori appartenenti alla precedente gestione.

Il Parma ha chiuso il bilancio al 31.12.2022 con un saldo di – 9.472.298 di minusvalenze, coperte dai soli 50 mila euro di plusvalenze realizzate.

Le minusvalenze fanno riferimento principalmente ad Adorante (ceduto a zero alla Triestina), Sepe (venduto per 1.000 € alla Salernitana), Siligardi e Karamoh.

Quest’ultimo, acquistato nel 2019 dall’Inter per 8 mln di euro, è stato ceduto a zero al Torino mantendendo, comunque, il 45% sulla futura rivendita da parte del club di Cairo.

Una strategia che ha permesso al Parma di alleggerire il monte ingaggi anche registrando alcune svalutazioni dei cartellini dei giocatori a bilancio sopra citati e cercando di cogliere l’opportunità di un futuro guadagno.

Il grande rammarico, per quanto riguarda le cessioni, fa però riferimento a Walid Cheddira. Il giocatore ora protagonista al Bari e di cui si è tanto parlato per l’ottima stagione in Puglia che lo ha portato anche a disputare il Mondiale in Qatar con il suo Marocco.

Cheddira era stato scoperto proprio dl Parma del DS Faggiano che lo aveva portato in Emilia per 223mila euro dalla Sangiustese.

Dopo la stagione dello scorso anno a Bari in Lega Pro, i galletti del DS Polito hanno deciso di riscattarlo per 150mila euro, permettendo al Parma di iscrivere una plusvalenza di 50mila euro.

Una cifra irrisoria se rapportato al valore di mercato odierno del calciatore e un rimpianto per la dirigenza Krause che avrebbe potuto avere a disposizione un patrimonio da monetizzare ancora sul mercato.

Anche in questa situazione il Parma si è mantenuto una percentuale sulla rivendita che però in questo caso è pari ad un misero 5%.

Tra i tanti investimenti su giocatori giovani, interessanti e di prospettiva, scelta che forse non si è rivelata però corretta per assecondare la volontà di una pronta risalita in Serie A, il rimpianto Cheddira è certamente vivo nella testa di una proprietà che avrebbe potuto monetizzare maggiormente l’opportunità di aver individuato un calciatore che sarà protagonista della prossima sessione di una calciomercato.

Un rimpianto che non potrà essere alleviato dal 5% sulla futura rivendita da parte del Bari.

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