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Ciclismo, Milano-Torino a Bettiol: azione d'altri tempi, la classica piĆ¹ antica torna a parlare italiano

Con un'azione da autentico fuoriclasse, quando mancavano 34 km all'arrivo, Bettiol ha sorpreso il gruppo ed ĆØ andato a vincere in solitaria la corsa piĆ¹ antica del mondo.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, ĆØ il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farĆ  innamorare

La corsa piĆ¹ antica del mondo torna a parlare italiano: Alberto Bettiol ha vinto la Milano-Torino, appuntamento che da qualche anno ormai precede nel calendario la Milano-Sanremo, e che conferma una volta di piĆ¹ la straordinaria capacitĆ  del ciclista toscano di esaltarsi su percorsi dove estro e fantasia contano ancora parecchio. Un successo che sblocca anche il ciclismo italiano dopo un avvio di stagione in chiaroscuro, dove il solo Jonathan Milan aveva saputo regalare barlumi di speranza in mezzo a una folta concorrenza. E che, a tre giorni dalla classicissima di primavera, autorizza anche a sognare a occhi aperti.

Unā€™azione da fuoriclasse: istinto, coraggio ed esperienza

Lā€™azione decisiva Bettiol lā€™ha mandata a referto ai -34 dallā€™arrivo, sulla penultima ascesa di giornata: a Prascorsano, mentre lā€™UAE Team Emirates faceva lā€™andatura nel tentativo di sgranare il gruppo, il finisseur dellā€™EF Education EasyPost ha colto lā€™animo, tentando lā€™allungo e trovando il modo per guadagnare subito una trentina di secondi nellā€™ultimo tratto di salita.

Qualche esitazione di troppo nel gruppo dei migliori ha finito per consentire al toscano di prendere un buon margine, arrivato anche sopra i 40 secondi, e poi a gestire le forze soprattutto negli ultimi 15 chilometri, una volta scollinata anche lā€™ultima asperitĆ  di giornata a Colleretto Castelnuovo.

Solo nel finale, grazie anche al forcing operato dalla Bora Hansgrohe, il gruppo sā€™ĆØ avvicinato minaccioso: Bettiol perĆ² ha saputo resistere agli ultimi assalti e ha tagliato il traguardo a braccia elevate, spuntandola per 7 secondi sul Jan Christen e dieci su Marc Hirschi e Diego Ulissi (tutti UAE Team Emirates).

Bettiol, un attacco pianificato (anche nel vestiario)

Erano 9 anni che un corridore italiano non conquistava la corsa piĆ¹ antica del mondo, giunta alla 105esima edizione (lā€™ultimo fu Diego Rosa nel 2015). Bettiol ha pianificato lā€™attacco in ogni dettaglio: a differenza dei colleghi sā€™ĆØ presentato anche con una veste aerodinamica davvero interessante, indossando un casco e un copri scarpa come quelli che si vedono di solito nelle cronometro.

E la sua ĆØ stata davvero una corsa contro il tempo, lunga 34 chilometri: ha cercato lā€™azzardo e ha sparigliato le carte, anche perchĆ© nel finale il gruppo inseguitore non ha saputo trovare lā€™accordo (nonostante contingenti importanti di UAE e Bora), con continui scatti e contro scatti che hanno finito per agevolare la fuga del toscano.

Che al traguardo ĆØ arrivato visibilmente stanco, ma anche consapevole di aver centrato unā€™impresa di quelle che non si vedono tutti i giorni. ā€œAbbiamo fatto un bel lavoro di squadra, poi sono stato bravo a finalizzare il lavoro. Onestamente sono sorpreso: ho fatto la Tirreno-Adriatico per cercare la gamba in vista della Sanremo e non pensavo di essere giĆ  cosƬ avanti di condizione. Sono felice perchĆ© vincere una gara cosƬ iconica ĆØ sempre una bella cosa. Ora vediamo come andrĆ  sabatoā€. Dove certamente lā€™Italia, oltre a Milan e Ganna, potrĆ  giocarsi unā€™altra carta importante. E cā€™ĆØ da credere che in tanti marcheranno stretto Bettiol, che in carriera vanta giĆ  una classica monumento (il Fiandre 2019).

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