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Conte: il 'Vaffa' nel minuto di raccoglimento, il futuro in Italia...

Figuraccia di San Siro e dei tifosi del Milan prima della partita con il Tottenham, il tecnico salentino la prende con filosofia e ammette tra le righe che tornare non gli dispiacerebbe

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Figuraccia mondiale per San Siro e per i tifosi del Milan ieri sera, prima della sfida di Champions League contro il Tottenham. Durante il minuto di raccoglimento per i morti in Turchia e in Siria a causa del terremoto, Antonio Conte è stato infatti insultato. E nel silenzio, si è sentito tutto chiaramente. L’allenatore salentino, nel dopopartita, non si è scomposto più di tanto e, anzi, ha rilanciato sul suo futuro nel nostro Paese. Magari anche a breve, chissà.

Conte beccato e offeso, lui fa spallucce

Quando l’arbitro ha fischiato il minuto di raccoglimento, San Siro si è zittito. A un certo punto, nel silenzio generale, si è sentito diffusamente l’insulto: “Conte vaffa…”. Una brutta figura europea e non solo, da parte del tifoso del Milan autore della frase, e di San Siro, che ha beccato il tecnico anche durante la partite. Forse perché si aspettava qualcosa del genere, il tecnico del Tottenham ai microfoni non ha voluto ingigantire la questione. Da avversario del Milan, prima con la maglia e poi sulla panchina della Juventus, quindi su quella dell’Inter, era consapevole di essere il ‘rivale’, più di Kane e Son.

“L’accoglienza? Fa parte del tifoso, fa parte della partita. Bisogna essere sereni, accettare, anche se non dico l’insulto. Ma accettiamo. Non sono mai stato un allenatore o giocatore del Milan. Ho giocato con la Juve e l’ho allenata, e ho allenato l’Inter. Oggi c’erano 80 mila tifosi avvelenati. Ci sta lo sfottò, anche se con certi limiti”.

Conte e quella tentazione tricolore

Una frase sibillina, quella di Conte, sul futuro. Al Tottenham le cose non stanno andando benissimo, in campionato era reduce dall’1-4 contro il Leicester e ora in Champions si trova a dover rimontare lo 0-1 di San Siro. A fine anno le strade degli Spurs e dell’allenatore italiano si potrebbero anche dividere. E allora potrebbe tornare d’attualità l’Italia. Lui si limita a dire: “Ora voglio vivere il presente, quest’anno sono successe tante cose. Ma sono italiano e, da ex commissario tecnico, l’Italia sarà sempre nel mio cuore. Non ci sarà mai problema a tornare”.

Tornare. Ma per restare o come allenatore di una squadra straniera? Di più non dice Conte, il futuro è chiaramente tutto da scrivere. Molto dipenderà anche da quali panchine dei big club si libereranno in vista dell’anno prossimo. Perché, chiaramente, essendo un ambizioso, Conte accetterebbe solo le grandi.

Conte: “Emozionante tornare a San Siro”

Le emozioni del ritorno a San Siro hanno mitigato gli insulti ricevuti. Antonio Conte è visibilmente provato, ma anche felice di essere tornato in uno stadio italiano come la Scala del calcio, dove ha allenato e portato l’Inter a vincere lo scudetto, insieme a un Perisic anche lui sonoramente fischiato dai tifosi del Milan: “Sicuramente sono sempre bellissime sensazioni perché torno a casa. L’Italia è la mia casa. Essere tornati a San Siro dopo due bellissime stagioni con l’Inter, anche per quello che abbiamo condiviso insieme, mi provoca grandi emozioni”.

Trasuda in tutte le frasi dell’allenatore salentino l’amore per il nostro Paese: “Dopo quella al Chelsea, questa è la mia seconda esperienza in Inghilterra. Allo stadio c’è un’atmosfera incredibile: la gente viene con la gioia di vedere la partita. E’ una festa. Da questo punto di vista, se vai a lavorare lì ti innamori. Ma il primo amore non si scorda mai e il primo amore rimane sempre l’Italia”.

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