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Coronavirus, Beppe Bergomi positivo al test: la testimonianza

L'ex capitano dell'Inter, oggi opinionista, ha reso pubblico il risultato del test: che cosa ha sofferto

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Coronavirus, Beppe Bergomi positivo al test: la testimonianza Fonte: ANSA

Con estrema serenità, ma altrettanta cura nelle scelta delle parole da utilizzare Beppe Bergomi, l’ex capitano dell’Inter e ora opinionista, ha affrontato in diretta il suo personale incontro con la malattia confidando al noto tifoso interista, Ciccio Valenti, che cosa ha vissuto e affrontato.

Beppe Bergomi e il Covid: “Ho fatto il test sierologico”

“Sono positivo al Coronavirus. Ho fatto il test sierologico 15 giorni fa – ha affermato Bergomi in diretta – e sono risultato positivo alle ICG e negativo alle IGM. Dall’8 marzo sono stato male circa quindici giorni. Non stavo bene, avevo sempre dolori ed ero fiacco. Non riuscivo a sedermi per il dolore alla schiena, stavo sempre in piedi. La fortuna vuole che ho gli anticorpi, ma mi hanno spiegato che non proteggono al 100% perché il virus muta. Ma se dovessi prenderlo lo prenderei in forma leggera. Paura? No, non avevo né tosse, né febbre alta. Avevo sempre freddo e mi sono fatto portare due stufette. Mi hanno detto di non prendere anti infiammatori. Poi dopo nove giorni è andato via il dolore, ma sono stato in ballo 20-25 giorni. Ora sto alla grande. Ho cercato di fare il tampone, ma mi hanno detto che dopo trenta giorni dovrei essere a posto”.

Un racconto minuzioso, puntuale quello dell’ex capitano interista che ha deciso di rendere pubblica la sua esperienza con il Covid-19, al pari del medico sociale nerazzurro, il Prof. Piero Volpi, il quale aveva riferito i dettagli della sua lotta alla malattia, una volta guarito.

Calciomercato Inter: Marotta punta Tonali

La sua esternazione ha destato estrema solidarietà e vicinanza. Anche se questa rivelazione non ha distratto poi Bergomi da temi di più stretta attinenza alle prossime operazioni di mercato che potrebbero concretizzarsi per perfezionare la rosa a disposizione del tecnico nerazzurro, Antonio Conte.

L’obiettivo numero uno sarebbe Tonali: “Ho letto di lui: se lo prendiamo… Può giocare in tutti i ruoli del centrocampo, anche da trequartista. Ha un grande cambio di passo. Se lo prendiamo, è un grande acquist”. Barella possibile capitano: “Si, può esserlo. Ci piace molto e ci piacciono gli italiani”, ha riflettuto Bergomi.

Bergomi: il ricordo di Van Basten

Un ricordo dal passato, poi, ha indotto a ricordare uno dei personaggi più ammirati e controversi: “Con chi mi sono menato in campo non è mai scoppiata un’amicizia. Una volta in campo si poteva fare qualcosa in più rispetto ad oggi con VAR e telecamere. Van Basten è stato il più forte in assoluto che ho marcato. Ma era uno tosto, ti buttava la sabbia negli occhi e partiva. Il compagno più forte? Matthaus, aveva una mentalità vincente. Diceva quando si vinceva e quando avrebbe fatto gol. Ronaldo? La sua tecnica in velocità non l’ho mai vista in altri. Il primo anno di Ronaldo è stato incredibile. Al primo allenamento, partitella, stop di petto, sombrero, e pallonetto a Pagliuca. Poi era di marmo: gli rimbalzavi addosso. Simoni ci diceva: “Siete tutti uguali, tranne uno. Ronaldo“”.

Il particolare inedito su Taribo West

Sull’ex Taribo West, Bergomi ha aggiunto un dettaglio inedito: “Mi dicevano di ‘marcarlo’: quando era concentrato non ce n’era per nessuno ma poteva anche fare falli da rigore, espulsioni, episodi così. Prima di andare in campo leggeva un pezzo della Bibbia a voce alta. La notte faceva dei casini mai visti: urlava, discuteva, era sempre al telefono con la moglie. Lo confinammo nel vecchio salone del cinema di Appiano, così poteva far tranquillamente casino lì”.

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