Nell’intervista concessa al Corriere dello Sport, Massimo Cellino ha espresso tutta la sua preoccupazione sull’emergenza Coronavirus: “Da Brescia ricevo continuamente notizie, sono tutte pazzesche, eppure la città sta affrontando la tragedia con una dignità che imbarazza”.
“Questa gente mi ha strappato il cuore. Ha genitori, parenti, amici, conoscenti che muoiono ogni giorno eppure soffre terribilmente ma in silenzio. Chiede aiuto solo a se stessa. Altri sono i numeri, non quelli ufficiali, altre le dimensioni. Fosse successo da altre parti sarebbe scoppiata la rivoluzione. Ha un solo desiderio, rimettersi al lavoro, ricominciare a vivere”.
Sulla ripresa del campionato il presidente del Brescia è categorico: “Ma quale ripresa, ma quale stagione da concludere, io penso all’anno prossimo, solo a quello. Scudetto? Lotito lo vuole, se lo prenda. E’ convinto di avere una squadra imbattibile, lasciamogli questa idea. Non me ne frega niente, ho paura ad uscire di casa, mi sta venendo la depressione”.
“Non si può più giocare quest’anno. Si pensi al prossimo. Prima la vita. Qualcuno non si rende ancora conto di quello che sta accadendo, e quel qualcuno è peggio del virus. Io non credo ai miracoli, ho smesso di farlo tanto tempo fa. Resettiamo. Quante partite si sono giocate? E’ un terzo del campionato. La stagione è andata, se qualcuno vuole questo scudetto maledetto se lo prenda pure. Chiuso. Finito. E non parlo così perché il Brescia è ultimo in classifica. Siamo ultimi perché ce lo meritiamo. Io per primo lo merito. Facciano quello che vogliono. Penso a quelli che perderanno il posto di lavoro, a quelli che stanno morendo”
In conclusione, Cellino dice la sua circa il danno economico subito dal movimento: “Il calcio è un’azienda che occupa tante persone ma è anche in grado di superare la crisi. Semplicissimo: si è bruciato un terzo del campionato, e allora si taglino un terzo dello stipendio ai calciatori, un terzo dei diritti televisivi e un terzo delle tasse. E’ il modo più facile per aggiustare le cose”.
SPORTAL.IT