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Cosmin Contra: il terzino del derby di Milano

La storia di Cosmin Contra, il terzino del Milan che oggi allena squadre in giro per il mondo: dalla Cina all'Arabia Saudita.

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Claudio Cafarelli

Claudio Cafarelli

Giornalista

Classe 1985: SEO, copywriter e content manager. Laurea in Economia, giornalista pubblicista.

Cosmin Contra: il terzino del derby di Milano Fonte: Imago Images

Tra i calciatori che hanno vestito la maglia del Milan nel corso degli ultimi decenni, i tifosi rossoneri ricordano in particolare Cosmin Contra, terzino di origini rumene che in una sola stagione ha comunque lasciato il segno grazie al gol realizzato nel derby contro l’Inter vinto dal Milan per 4 a 2. Un solo anno per il difensore voluto da Fatih Terim che in carriera ha giocato anche in Liga e Premier League prima di tornare in Patria. Terzino di spinta poco avvezzo a difendere, Cosmin Contra era impiegato come quarto di difesa o centrocampista di destra proprio per la sua propensione ad attaccare.

Contra calciatore: gli inizi nella sua Romania

Nato nel 1975 a Timisoara, Cosmin Contra ha mosso i primi passi nella squadra della sua città natale, ossia il Politehnica. Dopo aver trascorso tutte le giovanili con il club, debutta in prima squadra nella stagione 1993-1994 e diventa subito titolare. Resta con il Timisoara per due anni collezionando 51 presenze e realizzando un gol. Nel 1995 per il terzino arriva la chiamata della Dinamo Bucarest, senza alcun dubbio una delle squadre più importanti della Romania.

È la vetrina ideale per mettere in mostra il suo talento e così per quattro stagioni è titolare indiscusso della fascia destra. Contra debutta anche sul palcoscenico europeo in Coppa Uefa e colleziona 102 presenze mettendo a segno ben 8 gol. Il talento rumeno è in netta ascesa e le sue prestazioni in Romania non lasciano indifferenti gli osservatori e gli addetti ai lavori di quegli anni, tanto che per lui, dopo quattro anni di buon livello, arriva la possibilità di cambiare Paese. Per Cosmin Contra c’è il Deportivo Alaves reduce da un’ottima salvezza e che punta a rinforzare la rosa con talenti pescati in giro per l’Europa.

Contra in Liga: la consacrazione e il rimpianto finale

Nella stagione 1999-2000 a guidare l’Alaves è ancora Manè l’uomo che ha guidato la squadra alla promozione in Liga e che al terzo anno sulla panchina dei Los Babazorros costruisce una rosa ben assortita dove spiccano Julio Salinas e Javi Moreno. Cosmin Contra viene impiegato in 36 partite ed è il sesto calciatore più utilizzato dall’allenatore. La stagione dell’Alaves si trasforma in un autentico sogno con la squadra che conquista un incredibile e storico sesto posto grazie ai 61 punti conquistati e si qualifica così alla Coppa Uefa. L’undici di Mané non vuole sfigurare al debutto europeo e supera ogni previsione nella stagione 2000-2001. Supera il Gaziantespor nel primo turno poi il Lillestrom e il Rosenborg approdando così agli ottavi di finale.

Contro l’Inter pareggia in Spagna per 3 a 3 e riesce ad imporsi in trasferta per 0-2 grazie ai gol di Cruyff e Tomic che aprono la strada dei quarti per il derby contro il Rayo Vallecano. La squadra di Mané è spietata e chiude la pratica già nella partita d’andata allo stadio Mendizorrotza vincendo per 3 a 0. In semifinale contro il Kaiserslautern non c’è storia: Cosmin Contra sigla una doppietta nel 5 a 1 dell’andata, mentre nella gara di ritorno sono quattro i gol dell’Alaves. In finale di Coppa Uefa la squadra spagnola affronta il Liverpool al Westfalenstadion di Dortmund. La partita è splendida: gli inglesi vanno sul 2 a 0 dopo sedici minuti, Alonso accorcia per gli spagnoli poi McAllister su rigore sembra chiudere ogni possibilità di rimonta.

L’Alaves però reagisce e così una doppietta di Moreno tra il 47’ e il 49’ riporta la situazione in parità. Fowler firma il 4 a 3 ma ancora una volta la squadra di Contra non si arrende e all’88’ Cruyff segna l’incredibile 4 a 4. Quando tutto lasciava presagire una finale decisa ai rigori arriva la beffa per gli uomini di Manè: al 116’ un autogol di Geli condanna l’Alaves alla sconfitta. L’avventura in Coppa Uefa attira l’attenzione di tantissimi club che mettono gli occhi sui talenti del club spagnolo, tra questi ovviamente c’è anche Cosmin Contra.

Cosmin Contra con la maglia del Timisoara Fonte: Imago Images

Contra e il Milan: una storia fin troppo breve

Sul terzino rumeno c’è l’interesse di Real Madrid e Barcellona ma alla fine a spuntarla è il Milan che garantisce a Contra un posto da titolare, una richiesta ben precisa da parte dell’ex Timisoara che voleva continuare la sua crescita. Anche per questo rifiutò la proposta dei Blancos che all’epoca avevano Salgado come pedina inamovibile sulla fascia destra. Insieme a Contra, il Milan acquista dall’Alaves anche l’attaccante Javi Moreno ma la campagna acquisti dei rossoneri è sontuosa e, oltre ai due calciatori provenienti dalla Liga, il presidente Berlusconi acquista Pirlo, Rui Costa e Inzaghi.

La stagione 2001-2002 però non inizia al meglio con risultati altalenanti in campionato che portano dopo 10 giornate al cambio di guida tecnica. Al Milan arriva Ancelotti ma Cosmin Contra resta titolare sulla fascia destra anche se le sue prestazioni, soprattutto in difesa, lasciano a desiderare. Alla fine saranno 29 le presenze in campionato per il terzino con tre reti realizzate, tra queste anche una nel derby contro l’Inter che i tifosi rossoneri ricordano ancora con affetto.

La squadra chiuderà al quarto posto ma la delusione più cocente arriva in Coppa Uefa dove il Milan viene eliminato in semifinale dal Borussia Dortmund. Dopo il 4 a 0 dell’andata, i rossoneri tentano l’incredibile rimonta a San Siro e per poco non riescono a fare l’impresa. Inzaghi apre le marcature poi è proprio Contra al 19’ a firmare il 2 a 0. La spinta è costante ma il terzo gol arriva solo al 92’ su rigore, troppo tardi per il Milan che si butta in avanti alla ricerca della quarta rete e viene beffata da Ricken che chiude i giochi siglando il 3 a 1 definitivo.

Cosmin Contra sembra rientrare nei piani del Milan anche per la stagione 2002-2003 anche se le voci di mercato lo vogliono lontano dall’Italia. Prima dell’inizio del campionato però il terzino rumeno si rende protagonista di un episodio che di fatto chiude definitivamente la sua esperienza con la maglia rossonera. Il 31 luglio 2002 si gioca al Nereo Rocco di Trieste il Trofeo TIM, un triangolare tra Juventus, Milan e Inter. Dopo le prime due partite, si sfidano bianconeri e rossoneri e dopo pochi minuti scatta un’incredibile rissa tra Cosmin Contra e Edgar Davids, due calciatori che non hanno mai nascosto un carattere sopra le righe.

Lo scontro in campo è fuori da ogni logica con i due che vengono alle mani dopo un duro fallo dell’olandese su Gattuso e un calcio del rumeno sul petto dello stesso Davids. Già in precedenza i due erano venuti a contatto ma nessuno pensava ad un epilogo così clamoroso. Espulsi entrambi, stando a racconti e indiscrezioni, la rissa sarebbe proseguita persino negli spogliatoi dove i due vengono nuovamente alle mani che vengono fermati dopo diversi tentativi solo dalle forze dell’ordine. In molti sostengono ancora oggi che la cessione immediata di Cosmin Contra sia legata indissolubilmente alla rissa, ma il diretto interessato ha smentito in più di un’occasione.

Eppure l’esperienza di Contra al Milan era partita con entusiasmo con il terzino autore di tre assist e un gol nelle prime sette giornate di campionato. La disposizione tattica di Terim esaltava le sue caratteristiche ma con l’arrivo di Ancelotti la seconda parte di stagione dell’ex Dinamo Bucarest fu decisamente sottotono.

Contra dopo il Milan: una carriera tra Spagna e Romania

Dopo Milano, Contra decide così di tornare in Spagna e passa all’Atletico Madrid dove riprende ad essere titolare sulla fascia destra. La stagione 2003-2004 però è quella spartiacque per il terzino che da intoccabile deve rinunciare all’intero anno per un grave infortunio che lo costringe ai box. Al rientro, nell’estate 2004, deve praticamente ripartire da zero e decide così di cambiare squadra e campionato.

Sceglie il West Bromwich appena promosso in Premier League ma l’ambientamento è difficile e scende in campo solo in 5 occasioni. La soluzione, come molto spesso accade e succede in questi casi, è quella di tornare a casa, ossia al Politehnica Timisoara, il club dove ha mosso i primi passi nel calcio che conta. In patria il terzino riesce a ritrovarsi diventando un punto fermo dei balcanici. Nei sei mesi tra gennaio e giugno 2005 ritrova il posto da titolare e si fa notare dal Getafe che decide così di riportarlo in Spagna. Agli ordini di un allenatore importante e di livello come Bernd Schuster, Cosmin Contra ritrova finalmente la giusta continuità e nelle prime due stagioni sono 45 le presenze in Liga. Proprio negli anni con il Getafe, il terzino ritorna con una certa costanza anche in Nazionale dopo aver fatto parte della rosa che agli Europei 2000 raggiunse i quarti di finale.

Ma che cosa è successo negli ultimi anni della sua carriera? Dopo quattro stagioni con il Getafe, Cosmin Contra decide di rescindere con il club spagnolo per poter tornare a giocare in quella che ha sempre considerato la sua squadra, ossia il Politehnica Timisoara. Il suo sogno era riuscire a vincere il titolo nazionale con il club che ha sempre tifato ma in due stagioni ottiene due secondi posti. La delusione spinge così Contra a lasciare il calcio giocato nella stagione 2010-2011 dopo aver totalizzato 23 presenze e 4 gol in un anno e mezzo nel Timisoara.

Grande gamba e spiccata propensione offensiva, Cosmin Contra è l’emblema di un calcio votato all’attacco che preferisce fare un gol in più invece di difendere ad oltranza. Dopo gli anni di Alaves, l’esperienza in Italia in uno dei campionati più tattici e difficili del mondo è stata probabilmente controproducente considerando che proprio al Milan spesso veniva bacchettato per non badare all’equilibrio della squadra e per dedicarsi con poca attenzione alla fase difensiva. Aspetti importanti nel calcio moderno, un equilibrio che lo stesso Cosmin Contra ha ammesso di aver considerato poco. Infatti in un’intervista rilasciata dopo l’addio al calcio giocato, ha dichiarato che il suo più grande errore è stato proprio quello di aver lasciato il Milan. Il giocatore però in quel momento l’ha fatto pensando solo alla maggior qualità della Liga, a svantaggio degli schemi italiani. Un vero peccato per un terzino che in quell’unico anno in Italia aveva dimostrato tutto il suo talento in fase offensiva.

Cosmin Contra durante la conferenza stampa Fonte:

Contra allenatore: cosa fa oggi il rumeno

Una volta appesi gli scarpini al chiodo, Cosmin Contra è diventato un allenatore di buon livello. In realtà la sua carriera inizia nell’insolito doppio ruolo di allenatore e calciatore proprio del Timisoara dove nel 2010 sostituisce Vladimir Petrovic. Come in una sorta di revival, la sua seconda squadra da allenatore è stata in Spagna: il Fuenlabrada, club di seconda divisione. L’esperienza però dura solo 8 partite perché Cosmin Contra decide di tornare in patria firmando per il Petrolul Ploiesti. Nel suo primo campionato da allenatore della squadra rumena arriva terzo in campionato ma soprattutto vince il suo primo titolo, la Coppa di Romania.

Nel 2014 lascia il Petrolul con la squadra al secondo posto in campionato per tornare di nuovo in Spagna e allenare il Getafe. In pochi mesi riesce a risollevare l’ambiente e a conquistare la salvezza poi il 5 gennaio 2015 si dimette e accetta l’offerta del Guangzhou in Cina. L’esperienza però non è delle migliori e arriva l’esonero, ma per lui c’è una nuova offerta dalla Spagna. L’Alcorcon, in Seconda Divisione, sceglie Contra per la stagione 2016-2017 ma dopo sole 2 vittorie in 9 partite viene sollevato dall’incarico.

Dopo pochi mesi firma con la Dinamo Bucarest ma nonostante il rinnovo per raggiunto l’obiettivo stagionale, Contra rescinde di comune accordo con il club perché scelto dalla federazione rumena per sostituire Christoph Daum come nuovo commissario tecnico, incarico che ricopre dal 2017 al 2019. L’ex terzino torna ad allenare un club nella stagione 2021-2022 sostituendo Fabio Carille Al-Ittihad in Arabia Saudita ma non riesce a centrare gli obiettivi della società. In campionato arriva secondo, perde la finale dell’Arab Club Champions Club e viene eliminato in semifinale nella King Cup, risultati che spingono la società a cambiare guida tecnica.

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