Ottimi segnali da Yeman Crippa. All’esordio sui 42 km, alla Milano Marathon l’agente delle Fiamme Oro centra un ottimo quinto posto con il crono di 2h08:57. La distanza può quindi rappresentare il futuro del corridore nato in Etiopia.
L’esordio di Crippa alla Milano Marathon
Buon esordio per Yeman Crippa. Il campione europeo dei 10.000 metri e primatista italiano anche della mezza maratona alla sua prima maratona a Milano si piazza quinto con il crono di 2h08:57. Si inserisce, a livello cronometrico, nella top ten italiana di sempre, al decimo posto. Non solo il suo tempo è anche il secondo a livello nazionale per un debuttante sui 42,195 chilometri, dietro soltanto al 2h08:34 ottenuto l’anno scorso, proprio nel capoluogo lombardo, da Iliass Aouani. Aouani, non presente oggi in gara, è da qualche settimana il detentore italiano del record italiano fatto a Barcellona con il tempo di 2h07:16. Alla fine a vincere la Milano Marathon il debuttante ugandese Andrew Kwemoi in 2h07:14 davanti al keniano Timothy Kipkorir Kattam (2h07:53) e al ruandese John Hakizimana (2h08:18), quarto l’etiope Solomon Deksisa Gonfa (2h08:48).
L’opinione di Crippa
Nonostante un problema fisico, con un attacco di vomito al km 39 il bilancio è positivo. “Le gambe c’erano – ha detto il corridore a Gazzetta dello Sport – ma ho avuto questo imprevisto spiacevole, anche se mi faccio i complimenti da solo perché volevo finirla in tutti i modi. Peccato perché volevamo fare il record italiano, ma non c’era nessuno dell’organizzazione a dettare i tempi”.
Cosa c’è nel futuro?
Alla viglia, Yeman Crippa lo aveva detto chiaramente. Quella di Milano era una prova, un test per capire se il futuro potrebbe essere rappresentato dalla distanza. L’azzurro si è allenato l’ultimo mese in Kenya per preparare meglio la gara. Ora da capire quali saranno le scelte: Crippa è anche diventato, un anno fa l’unico italiano a essere sceso sotto i 60 minuti nella mezza maratona, a Napoli. Il potenziale ovviamente c’è e una solo uscita non può essere abbastanza: i segnali però fanno ben sperare.