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Crollo Ponte Morandi, Michela: "Salvi grazie alla PlayStation"

L'incredibile storia di una famiglia che non era sul ponte perché il figlio si è attardato per giocare ai videogame

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Crollo Ponte Morandi, Michela: "Salvi grazie alla PlayStation" Fonte: Ansa

Il crollo del Ponte Morandi a Genova, lo scorso 14 agosto, ha segnato in Italia l’ennesima tragedia. Non è nostra intenzione entrare nel merito dell’accaduto, non sarebbe questa la ‘sede’ adatta. In questi giorni di lutto, sofferenza, rabbia e paura, vogliamo però raccontarvi la storia di una famiglia che è scampata incidentalmente al crollo. Come? Grazie a una partita alla PlayStation.

È successo a Michela Chiari, trentanovenne, e ai suoi due figli (11 e 7 anni). Quante volte i genitori si sono lamentati del tempo che i loro ragazzi passano a giocare ai videogame? E solitamente la risposta che ricevono è “ancora una partita”. Ecco, stavolta quella risposta potrebbe aver salvato la vita a una famiglia di Genova: “Siamo salvi grazie al fatto che mio figlio si è attardato a giocare alla PlayStation”, ha raccontato Michela.

Già, suo figlio ha fatto tardi perché voleva continuare a giocare ai videogiochi: una manciata di minuti che hanno evitato alla famiglia di essere su quel ponte proprio nel momento del crollo.

“Mio figlio perdeva tempo quella mattina. Forza, andiamo che facciamo tardi, ho detto. Il padre dei bambini ci aspettava a Cogoleto. Imbocco l’autostrada a Sampierdarena, un nubifragio. C’era poco traffico quella mattina: finita la galleria vedo un ragazzo e un uomo a piedi che si sbracciano per fermarmi. Subito ho pensato a un incidente. Ho chiesto che cosa stava succedendo” – ha spiegato la donna.

Quegli uomini volevano avvisarla: “Vada via, sta crollando tutto, hanno gridato. Ho fatto in tempo a vedere un camioncino rosso che veniva in retromarcia e invece di svoltare a destra, d’istinto ho sterzato e mi sono diretta verso l’uscita di Bolzaneto. A ripensarci, poco prima avevo sentito un boato, ma avevo pensato al temporale” – ha aggiunto.

Una volta compreso quanto stesse accadendo, Michela ha cominciato a piangere: “I miei figli si sono preoccupati. Ho capito che cosa era successo e ho immaginato che tutto il ponte poteva venire giù. Ho guardato i miei figli e ci siamo abbracciati. È da quando sono bambina che sento parlare di problemi di stabilità alle arcate di quel ponte. Dopo neanche mezz’ora eravamo a casa, vivi e salvi per miracolo. Anzi, per quella partita alla PlayStation che prima mi aveva fatto tanto arrabbiare e ora vedo come una benedizione“.

HF4

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