Non è di certo l’allenatore più amato dai social. Simone Inzaghi è spesso finito nel mirino del web per le sue dichiarazioni post partita. C’è chi lo considera antisportivo e ne critica le dichiarazioni, ma ci sono anche i tifosi della Lazio che ne hanno sempre apprezzato il lavoro sul campo.
Simone Inzaghi: lo Spiazel One
Per il tecnico della Lazio, i tifosi (soprattutto quelli romanisti) hanno coniato anche un nickname non proprio lusinghiero: lo Spiazel One. Partendo dal famoso soprannome di Mourinho, i tifosi delle squadre avversarie hanno criticato a Inzaghi il suo comportamento poco sportivo soprattutto nelle dichiarazioni che seguono alle sue sconfitte.
La rivincita di Inzaghi
Ma Simone Inzaghi è stato capace di prendersi la sua rivincita almeno agli occhi dei tifosi della Lazio. Il tecnico nella giornata di ieri è stato al centro di molte voci di mercato. Tanti addetti ai lavori erano convinti di un suo arrivo a Milan, sponda Inter, per prendere il posto del partente Antonio Conte. Ma dopo un lungo tira e molla con il presidente Lotito, Inzaghi ha deciso di continuare la sua avventura nella Capitale.
Simbolo della Lazio
Ora i tifosi esaltano Inzaghi per la sua scelta di rinunciare a sedere su una panchina prestigiosa come quella nerazzurra e fresca del titolo italiano. “Dire di no alla squadra scudettata e a uno stipendio probabilmente più alto è lo schiaffo simbolico a chi in quella squadra ci andò, spuntando sulla Lazio, a volte in modo vile, dimenticandosene senza neanche vincere. Stasera Inzaghi lo ha dato per tutti noi laziali”. E ancora: “Gli unici difetti che ho sempre riconosciuto a Inzaghi sono la poca flessibilità nel cambiare modulo (a volte anche giocatori) e la mancanza di coraggio con i giovani. Però ormai gli voglio troppo bene per vederlo allenare un’altra squadra che non sia la Lazio”.
E i tifosi biancocelesti ora chiedono uno sforzo anche da parte della società: “Fumata bianca, habemus Simone. Adesso serve una rosa forte. Basta azzardi e basta scommesse”. E ancora: “L’affetto dei laziali per Simone è indiscusso. Il timore del suo mancato rinnovo era legato ai nomi improponibili che lo avrebbero sostituito. Ma ora serve un radicale cambio di paradigma: nel modulo, nelle prospettive e nel mercato”.