E’ dal 2017 che nel mondo del calcio è entrato il Var (su cui ancora si discute se sia maschile o femminile) ma cosa significa esattamente? E cosa intendono i moviolisti quando parlano di Dogso o di Spa o di step on foot? Ecco un glossario per comprendere meglio i termini utilizzati per spiegare i provvedimenti arbitrali.
- Cosa significa Var
- Cosa sono il check del Var e l'OFR
- Cos'è l'Attacking Possession Phase
- Cos'è lo Step on foot
- Marelli spiega lo step on foot
- Cos'è il DOGSO
- Cos'è la SPA
- Cos'è la Goal-line technology
- Cos'è l'Encroachment
Cosa significa Var
L’acronimo VAR sta per Video Assistant Referee e indica sia lo strumento sia i due arbitri che (nello studio di Lissone per quanto riguarda il calcio italiano) analizzano le immagini e collaborano con l’arbitro in campo. Può essere quindi tradotto, a seconda dei casi, con video assistenza arbitrale o arbitro di assistenza video.
Il VAR può essere utilizzato per cambiare le decisioni dell’arbitro solo in quattro situazioni precise, che riguardano: l’assegnazione di un gol, l’assegnazione di un calcio di rigore, l’espulsione diretta, lo scambio di identità (cioè un errore nell’individuazione del calciatore da ammonire o espellere).
Cosa sono il check del Var e l’OFR
Quando gli arbitri nella VAR room ritengono che l’arbitro in campo abbia preso una decisione potenzialmente sbagliata, gli comunicano di interrompere il gioco e cominciano a controllare le immagini (il cosiddetto check).
Possono poi decidere, se necessario, di cambiare direttamente loro la decisione oppure di far rivedere all’arbitro di campo le immagini in un monitor posizionato a bordo campo: in quel caso si parla di on-field review, a volte abbreviato in OFR, cioè revisione sul campo.
Cos’è l’Attacking Possession Phase
Poi c’è l’APP: sta per Attacking Possession Phase, fase di possesso offensivo, e indica la parte dell’azione che va da quando la squadra in attacco ha ottenuto il possesso palla fino a quando è avvenuto l’episodio in questione. È importante definire l’Attacking Possession Phase perché il VAR può intervenire solo su cose successe durante l’APP: se in precedenza c’è stato un fuorigioco o un fallo, per esempio, ma nel frattempo è cominciata una nuova APP, quel fuorigioco o quel fallo non saranno più sanzionabili.
Cos’è lo Step on foot
La locuzione Steep on foot già nel 2022 è stata inserita dalla Treccani nel suo dizionario come neologismo, definendola così: «Nel calcio, fallo commesso schiacciando col piede un piede dell’avversario». In passato veniva chiamato pestone, avviene quando un calciatore pesta il piede di un altro.
Marelli spiega lo step on foot
Il talent arbitrale di Dazn Luca Marelli così ha spiegato la Step on foot: “Lo step on foot era denominato cleats che in inglese vuol dire tacchetti. E’ stato rinominato perché rendeva il concetto troppo ampio, bastava un solo tacchetto sul piede per fischiare fallo.
Da qui il passaggio a step on foot che vuol dire ‘passo sul piede’, cioè piede su piede che non vuol dire punta dello scarpino su lato dello scarpino perché 400 rigori non bastano ma non durante l’anno, nel girone d’andata. Collina ha sempre detto come il gioco del calcio preveda contatti che non sono infrazioni“.
Cos’è il DOGSO
Altro termine usato in ogni gara è il DOGSO, ovvero Denying an Obvious Goal-Scoring Opportunity, che avviene cioè quando un giocatore nega all’avversario, facendo un fallo, un’evidente opportunità di segnare. I parametri per valutare la presenza di un DOGSO sono quattro: la direzione dell’azione (il calciatore che subisce il fallo deve dirigersi verso la porta avversaria);
la probabilità di controllare il pallone (il calciatore deve essere in possesso del pallone o poterlo raggiungere e controllare agevolmente); il numero di avversari che potrebbero intervenire nell’azione (ce ne deve essere uno o nessuno tra il calciatore e la porta, oltre a chi commette il fallo); la zona di campo (più il fallo è avvenuto vicino alla porta, più l’opportunità è evidente).
Quando si verificano le quattro condizioni contemporaneamente chi fa il fallo dev’essere espulso (e il VAR può quindi intervenire per correggere queste situazioni). L’espulsione è necessaria tranne in un caso, e cioè se il fallo avviene in area di rigore (quindi causa un calcio di rigore): in quella situazione, se il tentativo di chi difende viene reputato genuino, se cioè sta cercando di recuperare il pallone e avrebbe possibilità di farlo, allora viene solo ammonito. Si parla qui di DOGSO depenalizzato.
Cos’è la SPA
Poi c’è la SPA, acronimo di Stop a Promising Attack, traducibile con “interrompere un’azione d’attacco promettente”. Un classico esempio di SPA è quando un calciatore sta avanzando verso la porta avversaria a centrocampo e viene trattenuto dall’avversario, che ferma volontariamente la possibile ripartenza. Nella SPA l’azione non è ancora diventata una chiara occasione da gol, e infatti chi commette il fallo viene sanzionato solamente con il cartellino giallo.
Cos’è la Goal-line technology
La goal-line technology venne introdotta prima del VAR, nel 2012 al Mondiale per Club e in Serie A dalla stagione 2015-2016. È una tecnologia che permette agli arbitri di verificare se il pallone abbia effettivamente superato del tutto la linea di porta, e se quindi debba essere assegnato il gol.
Nel caso in cui ci sia un malfunzionamento della tecnologia, il VAR può intervenire per correggere un evidente errore: è successo nella prima giornata del campionato 2024-25 durante Milan-Torino.
Cos’è l’Encroachment
L’Encroachmnent invece uol dire letteralmente invasione e avviene quando, durante un calcio di rigore, un qualsiasi giocatore entra in area prima che il rigorista colpisca il pallone. L’encroachment non va sanzionato in tutti i casi, ma solamente quando il calciatore che ha invaso l’area ha un impatto sull’azione, cioè disturba il tiratore oppure, in caso di rigore sbagliato con la palla che torna in gioco, contende a un avversario la palla. In queste occasioni il rigore va ripetuto.