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Dani Alves, le tre versioni sulla notte della violenza sessuale: la mossa della famiglia

I testimoni sentiti dai magistrati hanno messo all'angolo, secondo La Vanguardia, il calciatore brasiliano che si trova in carcere con l'accusa gravissima di molestie e violenza

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Quanto accaduto venerdì scorso è la risultante di mesi di estenuanti indagini, coordinate dalla procura di Barcellona, nei confronti di Dani Alves indicato da una giovane donna come il predatore sessuale che l’ha aggredita in un locale di Sarrià-Sant Gervasi.

Secondo quel che ricostruisce oggi il quotidiano catalano La Vanguardia, il provvedimento a carico dell’ex giocatore blaugrana sarebbe stato deciso dalla giudice che ha tenuto conto di molti più elementi rispetto alle dichiarazioni della vittima e dell’imputato.

Dani Alves: le indagini e le testimonianze

Nell’ultimo mese i carabinieri dell’Unità contro le aggressioni sessuali (UCAS) dei Mossos d’Esquadra lo hanno aggiornato su tutte le novità del caso, oltre a raccogliere le testimonianze di decine di persone che erano presenti la notte del 30 dicembre al nightclub Sutton. Particolarmente interessanti sono state, per i magistrati, le dichiarazioni delle due giovani donne che accompagnavano la vittima, sua cugina e amica di entrambe.

Un amico ha riferito, poi, che il calciatore brasiliano ha palpato violentemente la ragazza e che l’ha toccata sulle parti intime finché la stessa donna non è riuscita a divincolarsi e ad allontanarsi.

Gli inquirenti nelle ultime settimane, oltre ad visionare le immagini delle telecamere di sicurezza, hanno individuato e sentito il maggior numero possibile di testimoni di quella violenza che sarebbe stato de facto riscontrabile. Sono numerosi, dunque, i testimoni o ritenuti tali da parte dei magistrati che hanno visto, sentito o sono intervenuti quando la vittima ha manifestato uno stato di ansia e di disperazione.

Quella sera, al tavolo di Dani Alves, pare fosse stato presente anche lo chef amico del giocatore che, infatti, successivamente avrebbe scritto su Instagram per “offrire” su tutto ciò di cui aveva bisogno alla ragazza. La vittima ha fornito agli inquirenti gli screenshot di quella conversazione. A riportarlo è La Vanguardia.

Ieri il Dipartimento di Giustizia ha trasferito Alves al carcere di Brians 2, in particolare al modulo 13, riservato principalmente ai detenuti che stanno scontando condanne per reati sessuali. Il giocatore è arrivato a Brians 1 venerdì sera e ha trascorso i primi tre giorni in una cella singola.

Fuori dal carcere, i suoi fratelli, sua moglie, il suo rappresentante e il resto del suo entourage cercano di preparare una strategia con il nuovo studio legale che eserciterà la difesa e che deve presentare il ricorso, davanti al Tribunale di Barcellona entro domani.

Le rivelazioni de El Mundo

Le contraddittorie ricostruzioni fornite da Dani Alves, riferite dalla stampa spagnola e dai media, stanno diventando noti. Oltre alle tre versioni del calciatore brasiliano, altri elementi stanno suscitando l’attenzione degli inquirenti.

Il quotidiano El Mundo ha rivelato ieri come il magistrato abbia chiesto al giocatore di un tatuaggio appena sopra l’ombelico, che la vittima aveva visto e dettagliato. L’imputato ha raccontato, in una sua versione, di essere entrato in bagno da solo per usare i servizi e che mentre si trovava lì, la giovane donna è entrata e ha cercato di avere un contatto sessuale.

Il magistrato l’ha avvertito che la giovane difficilmente avrebbe potuto identificare il tatuaggio, collocato in quella particolare zona del corpo e quindi il giocatore avrebbe cambiato versione e assicurato che ha finito per alzarsi, tirarsi su la maglia consumato un rapporto orale.

La sollevazione contro il brasiliano

L’imprenditore della vita notturna della Catalogna Fecasarm, così come la società statale, Spain Nightlife, hanno chiesto al tribunale hanno chiesto di poter esercitare l’accusa popolare nel caso, comprendendo che quanto si sta delineando nella vicenda giudiziaria di Dani Alves “incide sugli interessi collettivi”.

Dani Alves, le tre versioni sulla notte della violenza sessuale: la mossa della famiglia Fonte: ANSA

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