Una ‘porta’ tra il passato e il futuro, tra la carriera di calciatore che si è conclusa e quella da allenatore che sta per iniziare. Così Daniele De Rossi definisce l’esperienza da collaboratore tecnico di Roberto Mancini in Nazionale in occasione di Euro 2020, vinto dagli Azzurri. Ai microfoni di SportWeek, l’ex centrocampista della Roma ha raccontato un retroscena sulla chiamata del commissario tecnico. “Quando lasciai la Roma, il mister mi invitò a casa sua e mi offrì di diventare un suo collaboratore. Lo ringraziai, ma rifiutai perché avevo in testa un sogno: giocare con la maglia del Boca Juniors… Mi guardò come se fossi matto, ma mi lasciò una porta aperta: ” Anche il giorno prima che cominci l’Europeo, se avrai voglia di unirti a noi chiamami. Ci serve uno come te “.
De Rossi esalta le qualità di tre protagonisti nella vittoria dell’Europeo: Donnarumma prima e la coppia Bonucci-Chiellini poi. “Per segnare a Gigio devi tirare benissimo, e spesso non basta. Oggi è un portiere senza limiti, può raggiungere tutto, compreso il Pallone d’Oro. Governa la difesa, riprende il compagno se sbaglia e sta acquisendo le malizie e il carisma della coppia di killer che gli gioca davanti (Bonucci e Chiellini, ndr). Sono due mostri. Quando giocavano con Barzagli, consideravo lui il più completo: un fenomeno. Tra Federer-Bonucci e Nadal-Chiellini, per me Barzagli era Djokovic, un mix perfetto. Pensavo che senza di lui e Buffon avrebbero sofferto, e invece… Sono affamati di vittorie e professionisti incredibili, con una conoscenza perfetta del proprio corpo. Si allenano e fanno prevenzione più di tutti: da sempre”.
Nel futuro di De Rossi c’è la carriera di allenatore, con l’ex calciatore che ha già annunciato di lasciare la Nazionale per intraprendere questa strada. Il 38enne non ama molto le strategie comunicative di alcuni allenatori… “Io non devo vendere nulla, non amo regalare frasi a effetto. Non dirò che la prossima squadra è quella che sognavo da bambino. E quella del mio cuore già si conosce. Certamente darò tutto me stesso per il club che mi sceglierà, ma non dirò proverbi milanesi se andrò a Milano o citerò Totò a Napoli. Le trovo paraculate che lasciano il tempo che trovano”.
De Rossi non ha dubbi: in futuro tornerà alla Roma per vestire i panni di allenatore. “Tutti sanno cose è stata e sarà sempre la Roma per me: una seconda pelle, un amore appassionato e pure. Certo che mi piacerebbe allenarla, quando sarò pronto e me lo sarò guadagnato per il mio valore da tecnico e non per il mio passato da calciatore. Credo che accadrà un giorno. Ma è un desiderio, non un’ossessione. Ora voglio fare le mie esperienze in Italia o all’estero.
Sulla possibilità di ricoprire il ruolo di vice Mourinho in giallorosso, De Rossi è chiaro: “Due minuti dopo l’annuncio del suo arrivo, il mio telefono è stato invaso di messaggi: “Sarai tu il vice…”. Era il desiderio della gente, per la quale io sono come un fratello. Ma a chiunque sostiene che Mouriho potesse avere bisogno di me consiglio di andare su WIkipedia e vedere tutto quello che ha vinto. Ecco, vi assicuro che l’ha vinto senza di me…”.
Spazio anche a una dichiarazione sul suo ex compagno e amico fraterno, Francesco Totti, con cui ha condiviso la carriera tra Roma e Nazionale: “Mi sembra sereno e soddisfatto del suo nuovo ruolo di agente, che gli permette anche di godersi la famiglia. Ma spero anch’io di rivedero un giorno nella Roma. Invece di ripetere che non era pronto, che avrebbe dovuto studiare, io credo che Francesco avrebbe meritato una vera chance come dirigente, perché lui sa tanto di calcio. Non essere valorizzato e considerato lo aveva spento e deluso. Mi faceva male vederlo così”.
Il nuovo campionato di Serie A è alle porte. De Rossi esprime il suo pensiero, a una settimana esatta dall’inizio. “Ci aspettano non solo partite ma anche conferenze stampa pirotecniche. Sono tutti affamati di vittorie o di rivincite, peccato non ci sia Conte, forse il più agonista di tutti. Chi parte in pole? La Juve, come lo scorso anno, d’altra parte. L’Inter ha perso tre pezzi da novanta, sarà dura ripetersi. Il Milan proseguirà sul solco tracciato. L’atalanta è la storia più bella del calcio italiano degli ultimi dieci anni, merita di vincere qualcosa. Il Napoli è l’ideale per Spalletti: può sognare. Sarri farà giocare bene la Lazio. E Mourinho può essere una bomba atomica a Roma. Ci sarà da divertirsi”.