Danilo Petrucci, che si sta preparando alla sua nuova avventura alla Dakar, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport ha ripercorso la sua carriera in MotoGp: “Io sono nato nel paddock della MotoGP, conosco tutti da più di 25 anni. C’è chi mi conosce come il figlio di Danilone, poi quando sono tornato ero un pilota di MotoGP. Ho lavorato con tante persone e con tutte sono rimasto in buonissimi rapporti, e quando si è trattato di prendersi delle responsabilità, me le sono sempre assunte. Non ho mai alzato la voce per difendermi e questo a volte ha portato a mettermi dei piedi in testa”.
“Quando senti dire ‘Danilo è troppo buono’ la linea è labile, dipende dall’intonazione che usi. E in questo caso il tuo miglior pregio diventa il maggior difetto. Penso che, troppe volte sono stato troppo buono. Con gli amici va bene, ma con chi lavori non è un pregio”.