In un presente, oggi, in cui forse ha riacciffato una qualche forma di serenità autentica calandosi nei suoi 19 anni, Davide Bonolis ha intrapreso un percorso di condivisione successivo a quello individuale affiancato da una specialista, una psicologa, alla quale ha deciso di rivolgersi per ritrovarsi anche nei traumi, disagi e preoccupazioni – come li ha definiti in un post – della sua giovinezza e che hanno procurato in lui ansie e preoccupazioni.
Davide Bonolis è il quarto figlio di Paolo (noto conduttore e autore televisivo) secondogenito di Sonia Bruganelli, produttrice e prossima concorrente di Ballando con le stelle; fin dall’infanzia ha manifestato un amore viscerale per il calcio – che è, poi, questione di famiglia soprattutto per sua madre e per il legame di suo nonno con la Lazio – decidendo di impegnarsi per diventare un professionista.
- Chi è Davide Bonolis
- La malattia e l'incontro con il cibo
- Il legame con il nonno Massimo Bruganelli: 104 kg
- Il secondo contraccolpo
Chi è Davide Bonolis
Bonolis gioca nel Siena, in Serie D, dopo altri contratti con il Renate e la Triestina e un passato nelle giovanili della Roma e della Samp che lo hanno portato lontano dalla Capitale, dove vivevano i suoi genitori e i familiari e abitano tutt’ora, impegnati sul versante televisivo a diversi livelli anche oggi che hanno ufficializzato la loro separazione.
Come avviene ed è accaduto ad altri adolescenti, soprattutto durante la recente pandemia, Davide ha trovato nella dipendenza dal cibo un conforto insuperabile, ineguagliabile quando si è trovato di fronte alla paura che ha guidato, forse, le altre emozioni quando era appena incominciata quella fase in cui la personalità di un individuo si va strutturando.
La malattia e l’incontro con il cibo
Aveva solo 11 anni, riporta in questo raro post pubblicato su Instagram, quando si è ammalato di mononucleosi e ha dovuto smettere di giocare a calcio: in quel periodo Bonolis aveva incominciato a prendere peso. Una fase che sta attraversando e ripercorrendo con i suoi “traumi, dolori e disagi che hanno fatto nascere in me ansie, preoccupazioni e altro”. E che, in accordo con la professionista che lo affianca, ha deciso di rendere pubblico in un raro momento in cui si è concesso a un racconto di sé fino ad ora evitato.
“Fino all’età di 11 anni ero un ragazzo tranquillo, sicuro di se e sereno in tutto poi, alla notizia della malattia, mi sono dovuto allontanare dal campo di calcio per ben 6 mesi e da lì ho iniziato a prendere peso, a chiudermi in me e ad allontanarmi dalle altre persone per l’enorme paura di essere giudicato e deriso. Durante la settimana andavo a scuola e non vedevo l’ora di tornare a casa e di “proteggermi” dal giudizio altrui. Da lì in poi la situazione è degenerata, ho iniziato a trovare lo sfogo e la serenità di tutto questo nel cibo, insomma ero felice solamente mentre mangiavo”.
Il legame con il nonno Massimo Bruganelli: 104 kg
La passione per il calcio lo accumunava a suo nonno, Massimo Bruganelli, il quale aveva un passato da calciatore e da allenatore dei portieri della Lazio e che comprendeva come e quanto l’aspetto di Davide celasse il desiderio di rifugiarsi nel cibo. Alla sua scomparsa, avvenuta a causa di un aneurisma, mancò un riferimento forte, saldo: aveva lotatto tutta la sua esistenza per riuscire a trascinare fuori Davide da questo meccanismo, senza riuscirci. La sua perdita fu una scossa abnorme, sia per lui sia per sua madre, Sonia come raccontò poi in un’intervista concessa a Verissimo.
“Sette giorni dopo la sua morte, andai in camera dei miei e decisi di pesarmi – continua infatti il giovane Bonolis – ero arrivato a 104 kg e da lì la mia mente cambiò. Qui inizia il percorso più duro che ho percorso. Con il passare del tempo decisi di ricominciare ad allenarmi e di cercare di prendere in mano e di cambiare la situazione, ma uscendo, vivevo sempre gli stessi disagi, le stesse paure, le stesse insicurezze e per questi motivi tornavo a casa dagli allenamenti e mangiavo, mangiavo sino a sentirmi “emotivamente”, la situazione non cambiava più di tanto”.
Il secondo contraccolpo
Il secondo contraccolpo si è consumato appena tre anni fa “quando iniziai a vivere per svariati mesi con solamente mezza mela per tutto il giorno, per tutti i giorni. Tutto questo per raccontare quello che è stato il problema principale di tutte le mie preoccupazioni, ansie e insicurezze durante questo periodo”. La riconquista di una fisicità “approvata”, gradevole nella sua percezione lo aveva curato ma solo in apparenza.
Quel che andava sviscerato non era stato rimosso e osservato: era lì, in attesa di giudizio da parte di Bonolis.
“In realtà avevo in me ancora tanti problemi e tante insicurezze che durante quest’anno mi hanno portato molti disagi emotivi – spiega in una successiva Storia – . Oggi finalmente grazie a questo nuovo incontro con la psicologa mi sono finalmente liberato della paura di far vedere quello che ero, questo problema lo abbiamo archiviato”.
Il post di Davide è stato poi seguito da questa story, postata subito dopo un ritratto con la sorella Silvia, altrettanto intima, molto profonda che apre a un ruolo che Bonolis non aveva mai avvertito come necessario, preferendo defilarsi senza mai apparire pubblicamente.
La confessione del giovane calciatore è stata accolta da reazioni di sostegno come quella del fratello maggiore Stefano, nato dal primo matrimonio del padre, e sua madre Sonia Bruganelli che ha scritto: “Io e papà siamo fieri di te”.