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Esonero De Rossi, i veri motivi, c’entra anche Totti: il retroscena su Juric e i Friedkin

La ricostruzione dell'esonero di De Rossi: dai casi Dyabala e Zalewski alle frizioni con l'ad Souloukou fino alle parole di Totti, così Capitan Futuro è stato mandato via

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

L’ennesimo terremoto in casa Roma ha portato alla dura contestazione dei tifosi nei confronti della proprietà americana. Perché De Rossi è stato esonerato? Certo, l’avvio di campionato è stato deludente: ma quattro giornate bastano a valutare l’operato di un allenatore fresco di rinnovo triennale? Ecco i veri motivi dell’addio a ‘Capitan Futuro’, su cui – forse – hanno pesato anche le parole di Totti.

Roma, la ricostruzione dell’esonero di De Rossi

Zero vittorie e solo tre punti racimolati nelle prime quattro giornate di campionato. L’avvio di stagione deludente della Roma dopo i 120 milioni investiti sul mercato hanno spinto Dan e Ryan Friedkin a lasciare gli States per fare scalo a Trigoria. La Repubblica ricostruisce l’intera vicenda, partendo dal presupposto che niente lasciava presagire all’esonero di De Rossi, tra l’altro blindato con un ricco contratto triennale dopo aver fatto bene subentrando a Mourinho.

La questione Dybala e le dimissioni respinte

Nella serata di lunedì i Friedkin convocano Lina Souloukou, la potentissima ad e figura di fiducia della proprietà, il ds Florent Ghisolfi e quindi De Rossi. La situazione, a questo punto, prende una brutta piega. Solo poche settimane prima l’allenatore aveva presentato le dimissioni per il caso Dybala e le continue frizioni con l’ad. Saltata la trattativa con l’Arabia Saudita per la gioia dei tifosi, al tecnico – secondo La Repubblica – sarebbe arrivata la richiesta di non far giocare l’ex Juventus per più di 14 partite, così da evitare il rinnovo automatico del contratto da 30 milioni lordi, insostenibile per la casse del club. Nonostante la diversità di vedute, la società ha respinto le dimissioni del tecnico. Si va avanti insieme.

Caos Roma: il caso Zalewski e l’espulsione col Genoa

Un altro strappo è stato conseguenza del caso Zalewski, finito fuori rosa dopo il no al rinnovo del contratto in scadenza nel 2025 e i rifiuti alle offerte ricevute da Napoli, Psv e Galatasaray. Decisione, questa, mal digerita da De Rossi, che ha parlato di “scelta della società”. Il tecnico vorrebbe avere piena autonomia in ambito tecnico e nell’espulsione contro il Genoa, che poi ha acciuffato la Roma all’ultimo respiro, è racchiuso tutto il suo nervosismo per una situazione sempre più ad alta tensione.

L’allenamento cancellato e la comunicazione dell’esonero

Martedì viene contattato Juric: il sì è immediato. Mentre mercoledì mattina si mette in viaggio per Roma, De Rossi si presenta a Trigoria per dirigere l’allenamento. E va in onda un film già visto con Mourinho. L’allenatore è convocato da Dan Friedkin nel suo ufficio per l’esonero e alle 8:52 scatta la comunicazione ufficiale: le strade di Roma e di De Rossi, bandiera giallorossa tornata a casa per salvare la sua squadra del cuore dal naufragio, si separano. La proprietà motiva così l’addio al tecnico: “La decisione del club è adottata nell’interesse della squadra”. Scatta la dura contestazione dei tifosi che non si placa nemmeno durante l’arrivo in sede di Juric.

Che cosa c’entra Totti con l’esonero di De Rossi

Il rapporto tra Lina Souloukou, a Roma dall’aprile del 2023, e De Rossi era ormai ai minimi termini. E ad aggravare la situazione potrebbe essere stato (involontariamente) anche Francesco Totti che in un’intervista rilasciata solo pochi giorni fa aveva detto: “Daniele è il parafulmine, rischia di fare la fine di Mourinho”. Ecco, secondo la manager greca – riferisce La Repubblica – quelle parole sarebbe state ispirate proprio da De Rossi. Così il tecnico è stato mandato via, senza alcun preavviso e prima di dirigere l’allenamento.

Il retroscena su Juric: ecco perché era al Tardini per Parma-Udinese

Inquadrato dalle telecamere a prendere appunti al Tardini, in tanti si sono chiesti perché Ivan Juric, rimasto senza panchina dopo aver chiuso l’esperienza a Torino, stesse assistendo alla sfida tra Parma e Udinese. Il tempo, come sempre, ha fatto chiarezza: la squadra friulana è la prossima avversaria della Roma in campionato e, dunque, il tecnico croata stava già studiando l’undici di Runjaic, che comanda a sorpresa la classifica. Come rivela La Repubblica, Juric era già stato preallertato dal suo agente Beppe Riso: “Tieniti pronto, a Roma tira una brutta aria”.

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