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Di Maria e quei virtuosismi di troppo: la Juve riparte, ma Allegri s'infuria

Non è passata inosservata la rabbia del tecnico bianconero dopo qualche giocata troppo leziosa dell'argentino nel finale della partita contro la Lazio: un episodio non isolato che fotografa le opposte visioni del calcio del Fideo e dell'allenatore

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Vedere Max Allegri scattare fuori dalla panchina e indirizzarsi negli spogliatoi prima della fine di una partita è una scena piuttosto classica nella storia recente della Juventus e pure nella carriera dell’allenatore vincitore di cinque scudetti alla guida della Juventus. Del resto il temperamento del tecnico livornese è ben noto a tifosi, addetti ai lavori e pure agli stessi giocatori, così gli episodi che lo hanno visto protagonista in momenti particolarmente caldi delle partite sono numerosi e piuttosto famosi.

La Juventus vince, Allegri s’arrabbia: lo “show” contro Di Maria

Dal celebre cappotto fatto volare nell’ormai famosa trasferta di Carpi a qualche scena all’insegna del nervosismo, dalla finale della Coppa Italia 2022 contro l’Inter fino al recentissimo siparietto con Luciano Spalletti al termine della partita contro il Napoli, il campionario è variegato e si è allungato dopo la precipitosa fuga negli spogliatoi tre minuti prima del 90’ della partita di Coppa Italia contro la Lazio. “Colpa” di qualche giocata troppo leggera da parte dei giocatori in una fase cruciale della partita, con il vantaggio minimo da difendere all’insegna di una sola parola: semplicità nelle giocate, quella che ha evidentemente fatto difetto a Angel Di Maria nello scampolo di partita disputato dal Fideo, entrato al 33′ del secondo tempo al posto di Federico Chiesa.

Interrogato nel post-partita proprio in merito a quello “scatto” Allegri non ha smentito di essersi infuriato proprio per qualche giocata troppo leziosa del campione del mondo, in particolare un assist spettacolare, ma poco concreto e sostanzialmente irraggiungibile, recapitato a Kean: “Ogni partita è fatta di momenti e in quelli importanti, come nel finale questa sera, la palla va gestita in un altro modo” le parole del tecnico bianconero, che ha però ovviamente archiviato subito il presunto caso grazie al passaggio del turno al termine di una serata che ha visto la Juventus tornare a mostrare quell’organizzazione e a sfoderare quella concentrazione e quel mutuo soccorso che erano stati alla base della serie di otto vittorie consecutive in campionato senza gol al passivo.

Il Di Maria “lezioso” e il precedente in Juventus-Monza

Lo shock della maxi-penalizzazione ha fatto fatalmente deragliare il gruppo per qualche giorno, ma ora le indicazioni arrivate dalla società e dallo stesso allenatore sembrano essere state mandate a memoria: “Pensate a giocare e a fare più punti possibile, a difendervi e a difenderci pensiamo noi” il concetto, espresso proprio in questi toni da Gleison Bremer, match-winner in Coppa Italia, al termine della partita contro la Lazio.

Mandato a memoria da tutti, o quasi, dal momento che l’approccio troppo di fino di Di Maria alla partita non è passato inosservato neppure ai tifosi, essendosi peraltro trattato del bis di quanto accaduto sempre in Coppa Italia contro il Monza, quando il 22 bianconero fece ancora peggio, cercando un gol di rabona solo davanti a Cragno all’ultimo minuto con il punteggio ancora in bilico.

In quell’occasione Allegri era in tribuna per squalifica, ma ad anticiparne la probabile reazione sarebbe poi stato il fido vice Marco Landucci: “Se Max fosse stato in panchina penso sarebbe entrato in campo…”.

Allegri-Di Maria e una convivenza difficile: concretezza contro virtuosismi

Questa volta, invece, l’allenatore dal campo è scappato con contorno di urlacci e pugni chiusi. Che Di Maria fatichi a concentrarsi sulla Coppa Italia dopo aver vinto il Mondiale? O magari non digerisce il fatto di giocare solo pochi minuti? Di sicuro al termine della gara l’argentino è tornato a capo chino negli spogliatoi invece di festeggiare il risultato ottenuto. Pentimento per la giocata virtuosa o delusione per i pochi minuti giocati?

Contro la Lazio il Fideo ha anche regalato giocate spettacolari e al tempo stesso concrete, meritandosi gli applausi dei tifosi, a conferma di come la sua classe possa essere fondamentale nella seconda parte di stagione, ma con un Chiesa ormai pienamente recuperato Di Maria dovrà imparare a usare anche la sciabola se vorrà assicurarsi un minutaggio superiore.

Non è comunque la prima volta che tra Allegri e Di Maria si vedono scintille: anche in occasione dell’espulsione in campionato contro il Monza il tecnico era squalificato e in tribuna, ma ovviamente non gradì la reazione nei confronti di Izzo. Dall’altra parte non va dimenticato pure il fenomeno… contrario, ovvero qualche reazione sorpresa dell’argentino alle decisioni prese dall’allenatore. Su tutte quel labiale diventato presto virale di Di Maria a Milik, “Ma perché ti ha cambiato?”, rivolto al polacco al momento della sostituzione decisa da Allegri nel finale della partita di Champions contro il Benfica dello scorso settembre, con la squadra in svantaggio.

Schermaglie più o meno comprensibile tra un debuttante nel calcio italiano e un allenatore che predilige tirare dritto, che è poi l’unica strada possibile in vista della delicata seconda parte di stagione che attende la Juventus. Al termine della quale se ne saprà di più sul futuro a Torino di Di Maria e di Allegri.

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