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Djokovic, la Francia fa dietrofront: a rischio anche il Roland Garros

L’ultima decisione presa dal ministro dello sport transalpino riguardo ai non vaccinati mette ancora più in salita la stagione del serbo.

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Dopo il discusso e controverso caso che l’ha portato ad essere espulso dall’Australia e a rinunciare al primo Slam stagionale, Novak Djokovic è pronto a far ritorno sul suolo europeo.

Qui il numero uno del mondo si troverà a dover riprogrammare la propria stagione e i propri obiettivi, operazione questa in cui, per forza di cose, dovrà prendere atto della nuova linea assunta dalla Francia in merito ai non vaccinati.

Djokovic, la decisione del ministro dello sport francese

In terra transalpina infatti, il ministro dello sport francese Roxana Maracineanu ha annunciato che, con l’introduzione obbligatoria del super green pass, i non vaccinati non potranno più prendere parte ad alcun evento sportivo.

“Non appena la legge sarà promulgata, il passaporto vaccinale diventerà obbligatorio per l’ingresso negli edifici pubblici già soggetti al pass sanitario (stadio, teatro o lounge) e sarà valida per tutti, spettatori, atleti, professionisti e non, francesi e stranieri. Grazie al movimento sportivo per il lavoro di convincimento verso gli ultimi, pochi non vaccinati. Lavoreremo insieme per preservare le competizioni e per essere gli ambasciatori di queste misure a livello internazionale”.

La ministra dunque, anche per ragioni politiche (mancano 100 giorni dalle elezioni presidenziali), ha sostanzialmente fatto dietrofront sconfessando quanto detto appena qualche giorno fa: “Ci sono protocolli che permettono a chi non è vaccinato come Djokovic di entrare nel Paese. In Francia non abbiamo le stesse regole che ci sono in Australia. Un atleta non vaccinato può competere esattamente come gli altri. Ci saranno dei protocolli, ma potrà essere al Roland Garros”.

Djokovic, a rischio anche il secondo Slam

In virtù di questi nuovi provvedimenti, Djokovic rischia seriamente di trovare sbarrate anche le porte della Francia e del Roland Garros dove, per partecipare, al serbo non resta che sperare nel ricorso presentato dalle opposizioni del Governo al Consiglio costituzionale francese (difficile che venga accolto) e, in secondo luogo, a un miglioramento della situazione epidemiologica oltralpe tale da portare a una sospensione del super green pass (valido in teoria fino a luglio).

In ogni caso, la presenza di Djokovic a Porte d’Auteuil al momento è legata a circostanze indipendenti dalla sua volontà e, per questo, appare decisamente a rischio.

Djokovic, il “no” del partito di Macron

Sulla questione del consentire o meno l’ingresso in Francia a Djokovic si sono espresse anche altre personalità di spicco della politica francese.

Fra queste vi è stato anche l’ex ministro degli interni e capo dei deputati del partito del presidente Emmanuel Macron Christophe Castaner che, sulla possibilità ventilata dal presidente della Federtennis francese di creare un dispositivo per gli atleti non vaccinati, si è rivelato piuttosto intransigente.

Non ci saranno deroghe, le regole valgono per tutti. È fuori questione che a queste condizioni Djokovic giochi al Roland Garros”.

Parole nette e chiare che, ovviamente, non faranno piacere ad un numero uno del mondo sempre più con le spalle al muro.

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