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Donnarumma, la verità sull'addio al Milan: perché non si può tornare indietro. "Non è questione di soldi"

Cori vergognosi contro il portiere del PSG e della Nazionale azzurra nel corso della sfida che ha visto la Juventus contrapposta ai francesi nel match che ha segnato un importante ritorno

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

C’è uno strappo che è rimasto tale e che si stenta a credere possa trovare un qualche modo per essere ricucito. Quello tra Gianluigi Donnarumma e la tifoseria del Milan è stato un rapporto intenso, duro che dopo il suo trasferimento al PSG a parametro zero si è definitivamente incrinato senza trovare alcuna soluzione.

Non una distensione, non una tolleranza pacifica, non una qualche ammissione di rispetto e vicinanza. Anche in Nazionale, troppo spesso, si avvertono dei fischi gratuiti all’indirizzo del portiere, all’epoca di Euro 2020 premiato come miglior giocatore dalla Uefa.

Donnarumma: la ragione che l’ha spinto a lasciare il Milan

In questa relazione complicata, tra Donnarumma e una certa tifoseria milanista, si incuneano le dichiarazioni della sua procuratrice Rafaela Pimenta, premiata ai Globe Soccer Awards giovedì sera a Dubai, la quale ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport anche di Gigio, il più giovane tra i top player che Mino Raiola ha portato sul tetto degli ingaggi, prima della sua tragica scomparsa.

Su Donnarumma, la procuratrice ha affermato che la scelta di lasciare Milano per Parigi non è stata dettata dal denaro, accusa avanzata nei riguardi del giocatore spesso e volentieri in considerazione dello stipendio strappato da Raiola al club francese e che ne fa un autentico primato, a livello europeo e per un portiere:

“Al Psg ha superato bene le difficoltà iniziali. La sua è stata una scelta sportiva per mettersi in discussione e accrescere le sue esperienze: non è andato via dal Milan per motivi economici. Futuro? È tutto da scrivere, ha una carriera davanti”, ha affermato la Pimenta alludendo alle possibilità di crescita al Milan.

Milan-Donnarumma, la versione del club sul PSG

Un messaggio che non sarà stato gradito dalla società (che in passato ha fornito la sua versione sull’affaire Donnarumma e il passaggio al PSG), che pure lo ha lanciato nel panorama calcistico internazionale, quando poco più che un ragazzino, si decise di tesserare questo giovanissimo portiere di Castellammare di Stabia e portarlo a Milanello nella speranza che riuscisse a crescere.

Fonte: ANSA

Mbappé in azione

L’esordio a 16 anni al Milan e in Serie A di Gigio Donnarumma

A 16 anni, tra i pali, il debutto in Serie A azzardato dall’allora allenatore rossonero Sinisa Mihajlovic e la sua crescita con la maglia del Milan addosso, fino a quella azzurra dopo il grandioso percorso di Gigi Buffon.

Ora, il Milan fece la scelta di non rinnovare il contratto di Donnarumma e di non blindare un giocatore-patrimonio con la prospettiva di monetizzare dalla sua cessione, complice forse anche un momento societario complicato. Dopo gli è subentrato Mike Maignan, che ha soddisfatto i tifosi delusi e accontentato le aspettative della società e di Paolo Maldini in primis che ha creduto nel portiere ex Lilla, fin da subito.

Donnarumma migliore in campo per Juve-PSG

Ma se sul suo valore tecnico e le caratteristiche fisiche non vi sono dubbi, va registrata, annotata a margine ma neanche troppo ancora la fastidiosa e continua presenza di presunti tifosi capaci ancora oggi di urlare, sbraitare, insultare un giocatore come Donnarumma, reo di non aver scelto la Juventus e il Milan (forse) e di aver inseguito un sogno milionario e calcistico, sotto il cielo di Parigi e dietro convinzione del suo agente, il compianto Mino Raiola.

Un scelta che i milanisti non hanno accettato, dopo i ripetuti virgolettati densi di amore e fedeltà alla maglia del Milan, verso cui il portiere continua a nutrire affetto ma che ha ritenuto di non poter indossare per ottenere certi palcoscenici.

Donnarumma, la verità sull'addio al Milan: perché non si può tornare indietro. "Non è questione di soldi" Fonte: Getty Images

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