In conferenza stampa, il ct della Danimarca Kasper Hjulmand ha svelato alcuni dettagli su Eriksen: “Era preoccupato per noi e per la sua famiglia, ha detto che non si ricordava molto e che era preoccupato per noi. È tipico di lui, questo dimostra che grande giocatore e che grande persona sia. Voleva che giocassimo, è un calciatore e si sente meglio quando si gioca a calcio. Cercheremo di giocare per lui”.
La Danimarca è sotto choc, toccherà ovviamente a Hjulmand motivare i giocatori: “Domani proveremo a ritrovare il focus, i miei ragazzi hanno sofferto un trauma, patito lo stress. Forse per qualcuno è ancora troppo presto per riuscirci, cercheremo di usare questo evento per unirci ancora di più e fare il nostro meglio nei prossimi incontri. Penso che ci riusciremo”.
Hjulmand avrebbe preferito non giocare dopo il malore che ha colpito Eriksen: “Guardando indietro, penso che sia stato sbagliato far scegliere ai giocatori tra le due possibilità. Erano in condizioni di stress e non sapevano come stesse il loro amico. Ho la sensazione che non avremmo dovuto giocare, magari saremmo dovuti solo salire sul bus e andare a casa. Ma è una cosa che penso ora, è stata una decisione difficile. Penso che sia stato sbagliato far scegliere ai calciatori. Io sono orgoglioso di loro, intendiamoci. Ieri abbiamo visto cosa è il calcio: spirito di squadra, compassione, amore. È stato anche un grande segnale”.
Hjulmand ha infine parlato di Kjaer, Maehle e Braithwaite: “La prima cosa che hanno dovuto affrontare è stato lo sguardo di Christian, la sua faccia, i suoi occhi. È stata un’esperienza tremenda. Poi anche dover parlare con sua moglie. Poter parlare con lui questa mattina è stata una cosa molto positiva, poi ognuno dovrà riflettere su cosa si portano dietro dopo quanto è successo ieri. Servirà del tempo, a qualcuno magari un po’ di più. Ma tutti noi dovremo farci i conti. Cercheremo di aiutare i giocatori nel miglior modo possibile, ma non sarà semplice. Non è una cosa che ti scrolli di dosso facilmente”.
In conferenza stampa ha partecipato anche Boesen, il medico della Danimarca, che però non ha ancora le idee chiare sul malore di Eriksen: “Non abbiamo una spiegazione sul perché, non so rispondere. Se la squadra ha ricevuta assistenza psicologica? Sì, ci sono stati quattro professionisti in hotel con la squadra durante la notte. Abbiamo fatto dei gruppi di aiuto, tutti hanno potuto esprimere i loro sentimenti. Questa mattina questi professionisti sono tornati, così i giocatori hanno potuto beneficiare di un aiuto medico, apprezziamo molto l’aiuto arrivato da fuori”.
Eriksen ha rischiato davvero di non farcela: “Era morto. C’è stato un arresto cardiaco, se n’era andato, non so come abbiamo fatto a riportarlo indietro, è successo in maniera veloce. Non sono un cardiologo, i dettagli sul perché e sul come li lascio agli esperti nella materia. Se Eriksen è stato vaccinato? Il suo club ha già risposto, non risponderemo ancora”.