Il mondo del tennis, non soltanto italiano, è in lutto: si è spenta Lea Pericoli, campionessa e icona di stile, in seguito giornalista, commentatrice, attrice, conduttrice tv e tanto altro. Un volto noto e familiare al grande pubblico sportivo e televisivo, una presenza sembre garbata e rassicurante. Una grande donna, capace di legare il suo nome a un record storico del tennis tricolore (battendo l’amico Nicola Pietrangeli) e di sconfiggere un tumore nel 1972, quando aveva 37 anni.
- Morte Lea Pericoli: la nota della FederTennis
- Lea Pericoli: 27 titoli in carriera e quel record
- Le mutandine di pizzo e lo scandalo a Wimbledon
- La "Divina" e i due tumori sconfitti nel 1972 e nel 2012
- Lea Pericoli: il marito, i figli mai avuti e il giornalismo
- Morte Pericoli, il dolore di Pietrangeli: "Morta una sorella"
- Il cordoglio di Bertolucci: "Papà la faceva giocare di nascosto"
Morte Lea Pericoli: la nota della FederTennis
A dare notizia della scomparsa di Lea Pericoli è stata la Federtennis con un comunicato sul suo sito ufficiale: “È morta a 89 anni Lea Pericoli, la signora del tennis italiano. Signora in campo, regina in campo e maestra di eleganza, è stata una delle prime donne a raccontare il tennis su giornali e in tv dopo averlo giocato ai massimi livelli”. In tanti, infatti, sono letteralmente “cresciuti” coi commenti televisivi di Lea, che sapeva raccontare il tennis come poche, dando importanza all’aspetto tecnico come a quello umano.
Lea Pericoli: 27 titoli in carriera e quel record
Nel corso degli anni Pericoli, che era nata a Milano il 22 marzo 1935 ma si era trasferita ben presto in Etiopia al seguito di papà Filippo e mamma Jole, ha collezionato 27 titoli nazionali in singolare, doppio e doppio misto, facendo meglio di Nicola Pietrangeli, che s’è fermato (si fa per dire) a 22. È stata numero 1 d’Italia per 14 anni tra il 1959 e il 1976, trionfando nel singolare a Crans Montana, Istanbul nel 1958, Bastad, Lesa, Santa Fè, Palermo, Genova, Cairo e Roma Canottieri. Nel doppio ha vinto tre volte a Montecarlo, una a Bastad e due a Gstaad.
Le mutandine di pizzo e lo scandalo a Wimbledon
Una volta, da giovanissima, durante gli Internazionali d’Italia, fecero scalpore le sue mutandine di pizzo che si intravedevano durante gli incontri. “Io cominciai a farmele fare da subito, le mutandine col pizzo: mi piaceva indossare cose carine”, ha raccontato Lea. Per una foto col campione Fausto Gardini, che le consegnò un dentifricio – pubblicità vietata, all’epoca – rischiò una squalifica. E a Wimbledon un’altra foto malandrina sempre con quelle mutandine provocò un vero e proprio scandalo. Il padre per un po’ le vietò persino di giocare. Altri tempi.
La “Divina” e i due tumori sconfitti nel 1972 e nel 2012
Per la sua eleganza in campo e fuori si guadagnò un soprannome iconico, attribuitole dal grande giornalista Gianni Clerici: “la Divina”. Ma anche una lottatrice indomabile. Nel 1972, infatti, scoprì di essere affetta da un tumore maligno, un carcinoma all’utero: fu operata l’anno seguente, diventando testimonial della lotta contro i tumori. La prima donna in quel ruolo. Nel 2012 le è stato diagnosticato un cancro al seno: ha battuto pure quello.
Lea Pericoli: il marito, i figli mai avuti e il giornalismo
Nel 1964, quando era una delle icone sexy più prorompenti del panorama italiano e internazionale, convolò a nozze col designer Tito Fontana. I due non hanno mai avuto figli. Dopo aver smesso con l’attività agonistica, Lea Pericoli è diventata giornalista: Indro Montanelli la chiamò a Il Giornale nel 1976. In seguito è stata la prima commentatrice al femminile di un incontro di tennis in tv (a TeleMontecarlo) e ha persino condotto dei programmi nelle vesti di conduttrice, con notevoli riscontri positivi.
Morte Pericoli, il dolore di Pietrangeli: “Morta una sorella”
Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta sono stati i due campioni, due miti del tennis italiano con cui Lea ha legato di più. Proprio Pietrangeli, sconvolto, ha commentato per primo la notizia della sua scomparsa all’Ansa: “Lei per me è stata una sorella e una compagna di vita. Non bastano le parole per descrivere cosa provo. L’ultima volta ci siamo visti lo scorso anno alle Finals a Torino. Poi Lea si era un po’ chiusa in se stessa. Soffro perché non potrò neanche andare al funerale. Sarò criticato ma spero che la gente capisca”.
Il cordoglio di Bertolucci: “Papà la faceva giocare di nascosto”
C’è poi chi, come Paolo Bertolucci, Lea Pericoli la conosceva da sempre: “Ero un bambino in fasce. Mio padre (Gino, ndr) la faceva giocare di nascosto con i clienti per darle una mano (nel circolo di tennis di famiglia in Versilia, ndr). È stata una grandissima perché ha creato un modo unico di stare in campo. Una donna elegante e simpatica, una grande campionessa. Le auguro buon viaggio, che ritrovi il maestro Gino e che insieme tornino a parlare di tennis”.