La Ferrari, emblema dell’italianità nel mondo, non vince perché troppo italiana. Bernie Ecclestone in un’intervista al magazine francese Auto-Hedo motiva così l’ennesimo anno a bocca asciutta della scuderia di Maranello (il digiuno nel Mondiale piloti dura ormai da 11 anni): “Oggi il Cavallino è un team troppo italiano. In pratica la Ferrari è tornata indietro del tempo, a prima dell’era d’oro quando c’era il transalpino Jean Todt e il tedesco Michael Schumacher che rappresentava un vero leader. A mio avviso ormai mancano totalmente di quel genere di organizzazione”.
Il confronto con la Mercedes, secondo l’ex patron del circus della Formula 1, è impietoso: “A Maranello si lavora molto diversamente rispetto a quanto fanno in Mercedes. Lì l’azienda vera e propria e la squadra corse sono due entità separate. La Ferrari ha un modo di gestione completamente differente dalla Mercedes. In Mercedes pensano solamente a gareggiare, mentre in Ferrari orientano la produzione automobilistica in base a quanto accade in Formula Uno”.
Già nei giorni scorsi Ecclestone non aveva risparmiato le critiche per gli errori di strategia della Ferrari: “Vettel è stato chiamato ai box nel momento sbagliato sia a Singapore che Monza. Non sarebbe mai successo ai tempi di Schumacher”.
Dopo l’ultima vittoria (ottenuta grazie all’ordine di scuderia) di Lewis Hamilton a Sochi, l’anglocaraibico ha 50 punti di vantaggio su Vettel nella classifica iridata e già pregusta il quinto Mondiale della sua carriera.
“Nonostante il lavoro fatto alla ricerca degli assetti ideali, né al sabato né in gara siamo stati sufficientemente competitivi da poter impensierire i nostri avversari diretti. Rispetto ad altri circuiti, qui ci è mancato qualcosa; questo non ci ha permesso di ridurre il divario di punti. La prossima gara, in Giappone, sulla carta presenta caratteristiche molto simili a quella di Silverstone; quindi a Suzuka avremo indicazioni più precise sul potenziale della nostra vettura; se saranno positive sapremo, nonostante la difficile situazione di classifica, di avere le armi per poter lottare fino alla fine”, le parole di Arrivabene dopo il weekend in Russia.
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