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Egonu sogna lo scudetto: Milano pronta a sfidare una Conegliano sempre forte, ma un po' più umana

Sfida a 360 gradi: tra finale play-off e semifinale Champions potrebbero affrontarsi 6 volte in 16 giorni! E la Numia non sembra più tanto sfavorita

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

È la finale che tutti volevano: Conegliano contro Milano, una rima baciata che pure fino ad oggi ha fatto la felicità soltanto delle venete, che da ben 17 competizioni nazionali consecutive non lasciano che le briciole agli avversari. E chissà se davvero stavolta le cose prenderanno una piega diversa: non ingannino i precedenti delle ultime due stagioni, tutti favorevoli alla Prosecco Doc Imoco, perché per la prima volta da tanto tempo a questa parte la sensazione è che la Numia si sia realmente avvicinata al livello mostrato dalle campionesse d’Italia in carica. Che hanno raggiunto la settima finale consecutiva dovendo però allungare la serie con Novara sino a gara 4, con Milano seduta sul divano a vedere cosa sarebbe potuto succedere nel confronto contro le piemontesi.

Conegliano solito rullo, ma Milano ha preso a correre

Milano che attende da una vita questo momento: un anno fa la finale rimase un tabù, con Scandicci che a sorpresa eliminò l’allora Allianz dalla corsa tricolore. Stavolta le toscane hanno ceduto senza appello e Paola Egonu e compagne hanno cominciato a mettere seriamente nel mirino lo scudetto. Perché a furia di perdere contro Conegliano hanno capito che non c’è altra soluzione per affrontare le proprie paure, se non quella di mettersi giù a lavorare duramente per provare a cambiare il proprio destino.

E ha ragione chi pensa che trovare una favorita in questa serie al meglio delle 5 partite sarà impresa ardua: Conegliano è sempre Conegliano, una squadra fortissima in ogni fondamentale, lunghissima in ogni reparto e solida come poche se ne sono viste nella storia del gioco. Ma Milano non aveva mai raggiunto questo livello di consapevolezza e sicurezza nei propri mezzi da almeno due anni a questa parte: un concentrato di tecnica, esperienza e qualità che è finalmente arrivato al punto dove voleva arrivare, cioè a giocarsi il tutto per tutto contro le campionesse più longeve della pallavolo italiana.

L’ora della rivincita e un clamoroso tour de force all’orizzonte

Sarà una sfida per cuori forti, quella che scatterà mercoledì prossimo al Palaverde. E che ha tutti gli ingredienti per diventare una vera e propria saga: se si dovesse arrivare a decidere la serie a gara 5, allora Conegliano e Milano si ritroveranno a giocare l’una contro l’altra per in ben 6 occasioni nello spazio di 16 giorni, dal momento che venerdì 2 maggio a Istanbul si sfideranno anche nella semifinale di Champions League (Scandicci-VakifBank le altre due semifinaliste).

Il massimo che ogni appassionato potrebbe chiedere, pensando alle 10 sfide complessive disputate nel corso degli ultimi 18 mesi, da quando cioè Egonu ha deciso di accettare la corte del Vero Volley per provare a interrompere il dominio incontrastato delle Pantere.

Dieci partite, giusto specificarlo, tutte vinte da Conegliano, le ultime quatto tutte per 3-0: di questo lotto fanno parte 5 finali (una di Champions, due di Supercoppa e altrettante di Coppa Italia), una semifinale al Mondiale per Club e 4 di regular season. Schiacciante il computo dei set: 30 quelli vinti dalle venete, appena 8 quelli conquistati da Milano.

Perché questa Numia può fare davvero il colpo del secolo

Con numeri così, verrebbe facile pensare all’ennesima cavalcata vincente delle gialloblù di Santarelli. Alle quali però la fatica ha cominciato a presentare il conto: le difficoltà incontrate nel corso della serie con Novara non sono state casuali, e tantomeno legate unicamente alle straripanti prestazioni di Tatiana Tolok. Affondando radici lontane, perché la Prosecco Doc Imoco ha tirato la carretta come poche altre società in questa stagione e sembra essere arrivata al momento clou con le batterie un po’ scariche.

La Numia ha fatto invece il percorso inverso: ha stentato (e parecchio) fino a febbraio, poi ha cambiato marcia e adesso pare realmente quella squadra che nelle intenzioni di chi l’ha costruita avrebbe dovuto anteporsi al dominio di Conegliano. Non è soltanto Egonu a fare paura: la banda con Sylla, Daalderop e Cazaute è cresciuta a vista d’occhio (e ci sarebbe pure Pietrini in anticamera…), mentre al centro Danesi e Kurtagic hanno alzato l’asticella.

Giusto considerare la formazione di Lavarini leggermente sfavorita, quantomeno per non disporre del fattore campo (mercoledì sarà un anno esatto da quando le venete hanno perso l’ultima partita casalinga). La Numia però ha tutte le carte in regola per poter davvero buttare giù dalla torre chi ha esteso il proprio dominio in Italia, in Europa e nel mondo.

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