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ESCLUSIVA Ct U.16 Zoratto: "ora la smetterete di dire che l'Italia non vince mai"

La vittoria contro il Portogallo dell'Under 19 agli Europei dopo la finale dell'U.20 ai Mondiali certifica che i giovani bravi ci sono

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Tabù sfatato, finalmente. Il successo dell’Italia Under 19 ieri agli Europei nella finale contro il Portogallo rompe una doppia maledizione: quella delle finali perse (tra club e nazionali) e quelle di una nazione in crisi che non riesce più a confermarsi nell’elite del calcio che conta. Dopo la finale ai mondiali Under 20 il trionfo degli azzurrini di Bollini certifica che il pallone in Italia non è alla frutta e che c’è speranza per tornare ai vertici anche con i grandi.

La vittoria dell’Under 19 era la medicina che serviva dopo tante lacrime. Niente Mondiali per due volte di fila per la nazionale maggiore, niente Olimpiadi per l’Under 21, uscita troppo presto agli Europei di categoria ma ora il futuro sembra più roseo.

Ne è sicuro Daniele Zoratto. L’ex play del Parma di Sacchi ed ex nazionale, attualmente ct dell’Under 16, ha partecipato emotivamente al successo dell’Under 19 (“in campo c’erano cinque ragazzi che erano stati con me qualche anno fa”) e gonfia il petto ricordando il lavoro sulle giovanili.

“Il calcio italiano è vivo eccome, lo testimoniano le non so più neanche quante finali conquistate con le nazionali giovanili. E’ un segnale che nonostante le critiche la federazione sta lavorando bene, la vittoria di ieri è una soddisfazione per tutti”.

E’ una risposta a chi continua a parlare di movimento in crisi

“Ora forse si smetterà di dire che no vinciamo niente, mancava solo un successo importante e ora è arrivato, vuol dire che ci sono tecnici bravi, giocatori bravi e soprattutto che ci sono idee”

Dalle giovanili continuano ad arrivare giocatori che vanno in nazionale maggiore

“E’ sempre successo e sempre succederà, pensate a Locatelli, Donarumma, Verratti, Dimarco, Gnonto: tutti ragazzi che hanno fatto la trafila delle nazionali giovanili. In Figc tutti lavoriamo sodo e seguiamo le linee guida di Viscidi che sono valide per tutte le nazionali”.

E’ giusto che tutte le nazionali italiane usino il modulo della nazionale maggiore?

“Questa cosa nacque con Sacchi se ricordate ed è rimasta attuale ma all’interno di questa regola abbiamo tutti libertà d’azione”

Nell’Under 16 che ha allenato lei ci sono promesse che fanno ben sperare?

“L’annata 2007 è stata molto proficua, ci sono giocatori importanti che possono arrivare anche alla nazionale maggiore. Troppi stranieri anche nei settori giovanili? E’ un falso problema, io penso che se sei bravo stranieri o non stranieri riesci a metterti in evidenza. Il problema casomai è sociale: nascono meno bambini e quelli che nascono sono meno proiettati al calcio, hanno altri svaghi e altre distrazioni. Racconto sempre un aneddoto di quando eravamo con la nazionale in Portogallo: si aprì la portiera di una macchina ed uscì un pallone. Non ci fu un solo bambino che andò a rincorrerlo. Ai miei tempi non sarebbe mai successo”.

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